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Procedibilità a querela: furto e riforma Cartabia

La Corte di Cassazione analizza gli effetti della Riforma Cartabia sul reato di furto. Un imputato, condannato per due tentati furti, ottiene l’annullamento di una delle accuse per la nuova procedibilità a querela. La Corte stabilisce che la norma più favorevole si applica retroattivamente. Di conseguenza, in assenza di querela per un furto aggravato da violenza sulle cose, l’azione penale non può proseguire. Il caso è rinviato alla Corte d’Appello per ricalcolare la pena e rivalutare le attenuanti sul reato residuo.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

La Procedibilità a Querela nel Furto: La Cassazione e la Riforma Cartabia

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 20766/2024) offre un importante chiarimento sull’applicazione della Riforma Cartabia, in particolare riguardo alla nuova procedibilità a querela per alcuni reati di furto. La decisione analizza il principio di retroattività della legge più favorevole, con conseguenze dirette su numerosi processi in corso. Il caso riguardava un imputato condannato per due episodi di tentato furto, ma l’entrata in vigore di una nuova normativa ha cambiato le carte in tavola per una delle accuse.

I Fatti del Caso: Due Tentati Furti

L’imputato era stato condannato in primo grado e in appello per due distinti episodi di tentato furto aggravato:
1. Capo A: Il tentativo di sottrarre quattro confezioni di polpo surgelato per un valore di 55,60 euro.
2. Capo B: Il tentativo di rubare confezioni di profumo per un valore di 254,00 euro, aggravato dalla violenza sulle cose (art. 625, n. 2 c.p.).

La Corte d’Appello di Genova aveva confermato la condanna per entrambi i reati.

Il Ricorso in Cassazione: Querela e Attenuanti

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali, entrambi legati alle modifiche legislative introdotte dal d.lgs. 150/2022 (Riforma Cartabia):

1. Cambiamento del regime di procedibilità: Per il reato sub B), la difesa ha sostenuto che, a seguito della riforma, il furto aggravato da violenza sulle cose è diventato procedibile solo a seguito di querela della persona offesa. Poiché nel caso di specie la querela non era mai stata presentata, l’azione penale non poteva proseguire.
2. Rivalutazione delle attenuanti: La difesa ha evidenziato come il diniego della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62, n. 4 c.p.) fosse stato motivato dai giudici di merito unicamente sulla base del valore consistente della merce del reato sub B). Se tale reato fosse stato dichiarato improcedibile, la Corte avrebbe dovuto rivalutare l’attenuante per il reato residuo (il furto di polpo), il cui valore era decisamente più esiguo.

Le Motivazioni della Corte: L’Applicazione della Norma più Favorevole

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, fornendo importanti chiarimenti sulla procedibilità a querela.

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione dell’art. 2, comma 4, del codice penale, che sancisce il principio di retroattività della legge più favorevole al reo. La Corte ha ribadito un orientamento consolidato secondo cui le norme che modificano il regime di procedibilità di un reato, come l’introduzione della necessità di una querela, hanno natura mista (sostanziale e processuale). Pertanto, se la nuova legge è più favorevole (come in questo caso, dove la mancanza di querela impedisce la punibilità), essa deve essere applicata anche ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

La Riforma Cartabia ha modificato l’art. 624 c.p., stabilendo che il delitto di furto è punibile a querela, salvo in alcuni casi specifici. La circostanza aggravante della violenza sulle cose, contestata nel capo B), non rientra più tra quelle che rendono il reato procedibile d’ufficio. Di conseguenza, non essendo stata presentata querela, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza per questo specifico capo d’imputazione, dichiarando l’improcedibilità dell’azione penale.

Per quanto riguarda il secondo motivo di ricorso, la Cassazione ha ritenuto che l’annullamento parziale della sentenza rendesse necessaria una nuova valutazione. Poiché il diniego dell’attenuante del danno lieve era stato basato sul valore della merce del reato ora improcedibile, tale motivazione non poteva più reggere per il reato residuo. Per questo motivo, la Corte ha annullato la sentenza con rinvio alla Corte d’Appello di Genova per una nuova valutazione sull’attenuante e per la conseguente rideterminazione della pena.

Le Conclusioni: Impatti della Riforma sulla Procedibilità

Questa sentenza conferma l’impatto significativo della Riforma Cartabia sui reati contro il patrimonio. L’estensione del regime di procedibilità a querela a diverse ipotesi di furto aggravato, unita all’applicazione retroattiva di tale disciplina, sta portando all’estinzione di numerosi procedimenti penali per mancanza della condizione di procedibilità. La decisione sottolinea come i giudici debbano sempre verificare la disciplina applicabile al momento della decisione, anche se diversa da quella in vigore al momento del fatto, qualora risulti più favorevole all’imputato. Per le vittime di reato, ciò implica la necessità di attivarsi tempestivamente presentando querela per tutelare i propri diritti, anche in casi che in passato sarebbero stati perseguiti d’ufficio dalle autorità.

La modifica del regime di procedibilità introdotta dalla Riforma Cartabia si applica ai reati commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che la nuova normativa, essendo più favorevole all’imputato, si applica retroattivamente anche ai fatti commessi prima del 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma, in base al principio della lex mitior.

Il furto aggravato da violenza sulle cose (art. 625 n. 2 c.p.) è sempre procedibile d’ufficio dopo la Riforma Cartabia?
No. Secondo la nuova formulazione dell’art. 624 c.p., questa specifica circostanza aggravante non rientra più tra quelle che giustificano la procedibilità d’ufficio. Pertanto, in assenza di una querela sporta dalla persona offesa, il reato è improcedibile.

Cosa succede se una condanna per più reati viene parzialmente annullata per improcedibilità?
La Corte deve annullare la sentenza per il reato improcedibile. Inoltre, se la valutazione di altri aspetti della sentenza (come la concessione o il diniego di attenuanti per i reati residui) era basata sul reato annullato, il caso deve essere rinviato a un nuovo giudice per una nuova valutazione e per la rideterminazione della pena complessiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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