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Procedibilità a querela: furto e Riforma Cartabia

La Corte di Cassazione annulla parzialmente una condanna per furto aggravato a causa della Riforma Cartabia. La sentenza chiarisce che la nuova norma sulla procedibilità a querela si applica retroattivamente. Di conseguenza, in assenza di una querela formale per un reato commesso prima della riforma, l’azione penale diventa improcedibile e la condanna viene annullata.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità a querela: la Cassazione e gli effetti della Riforma Cartabia sul furto

La recente Riforma Cartabia ha introdotto significative modifiche al sistema penale, in particolare per quanto riguarda la procedibilità a querela di alcuni reati. Con la sentenza in commento, la Corte di Cassazione è intervenuta per chiarire l’applicazione retroattiva di queste nuove norme, annullando una condanna per furto aggravato a causa della mancanza della querela della persona offesa. Vediamo nel dettaglio i fatti e i principi di diritto affermati.

I fatti del caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per due episodi di furto aggravato dalla violenza sulle cose. La difesa, tuttavia, presentava ricorso in Cassazione lamentando, tra le altre cose, la violazione di legge per il difetto della condizione di procedibilità, ossia la querela, per uno dei due capi d’imputazione. Secondo il ricorrente, le modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia rendevano necessaria la querela per poter procedere penalmente.

La Riforma Cartabia e la nuova procedibilità a querela per il furto

Il cuore della questione risiede nella modifica dell’articolo 624 del codice penale operata dal D.Lgs. n. 150/2022 (Riforma Cartabia). La nuova formulazione prevede che il delitto di furto sia, di regola, punibile a querela della persona offesa. Si procede d’ufficio solo in casi specifici, come quando la persona offesa è incapace o se ricorrono alcune circostanze aggravanti elencate nell’articolo 625 c.p. (numeri 7 e 7-bis).

Nel caso analizzato, l’aggravante contestata era la violenza sulle cose, che non rientra tra quelle che consentono di procedere d’ufficio secondo la nuova normativa. Di conseguenza, per tale reato è oggi richiesta la querela.

L’applicazione retroattiva della norma sulla procedibilità a querela

La Corte di Cassazione ha affermato un principio fondamentale: le modifiche al regime di procedibilità, avendo natura mista (sostanziale e processuale) e incidendo sulla punibilità del reo, devono essere governate dal principio del favor rei sancito dall’art. 2, comma 4, del codice penale. Questo significa che la legge più favorevole all’imputato si applica anche ai fatti commessi prima della sua entrata in vigore.

Poiché la nuova norma che richiede la procedibilità a querela è più favorevole, essa trova applicazione anche per i reati commessi prima del 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma.

Le motivazioni della decisione

Sulla base di questi principi, la Corte ha esaminato distintamente i due capi d’imputazione. Per il primo capo, gli atti processuali non mostravano la presenza di una valida querela. La sua assenza, alla luce della nuova normativa applicabile retroattivamente, ha reso l’azione penale improcedibile. Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente a questo reato, eliminando la relativa pena.

Per il secondo capo d’imputazione, invece, la persona offesa aveva espressamente manifestato la volontà di perseguire penalmente il responsabile. Essendo presente la condizione di procedibilità, il motivo di ricorso è stato ritenuto infondato e la condanna per questo specifico episodio è stata confermata.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce l’impatto significativo della Riforma Cartabia sui processi in corso e futuri. Il principio dell’applicazione retroattiva delle norme più favorevoli in materia di procedibilità a querela impone ai giudici di verificare, anche per reati pregressi, la presenza di questo atto fondamentale. In sua assenza, l’azione penale non può proseguire, portando all’annullamento di eventuali condanne. Questa decisione sottolinea l’importanza per le vittime di reato di manifestare tempestivamente e formalmente la propria volontà di perseguire i colpevoli, soprattutto per quelle fattispecie di reato il cui regime di procedibilità è stato modificato.

La Riforma Cartabia si applica ai furti commessi prima della sua entrata in vigore?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che le nuove norme sulla procedibilità a querela per il reato di furto, essendo più favorevoli all’imputato, si applicano retroattivamente anche ai fatti commessi prima del 30 dicembre 2022.

Cosa succede se per un furto commesso prima della Riforma Cartabia manca la querela della persona offesa?
L’azione penale non può essere proseguita. La sentenza stabilisce che la mancanza della querela, oggi necessaria, determina l’improcedibilità del reato, con la conseguenza che la relativa condanna deve essere annullata.

Tutti i furti aggravati sono ora procedibili a querela?
No. La sentenza chiarisce che si procede d’ufficio se ricorrono specifiche circostanze aggravanti previste dall’articolo 625, numeri 7 (per esempio, furto su cose esposte alla pubblica fede) e 7-bis. Nel caso di specie, l’aggravante della violenza sulle cose non rientrava tra quelle che escludono la necessità della querela.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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