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Procedibilità a querela: furto e legge favorevole

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto in seguito a una modifica legislativa che ha introdotto la procedibilità a querela per tale reato. Poiché la persona offesa aveva già manifestato la volontà di rimettere la querela, la Corte ha dichiarato l’estinzione del reato per difetto di condizione di procedibilità, applicando la legge più favorevole all’imputato e rideterminando la pena per il reato residuo.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità a querela: Come una Nuova Legge Annulla una Condanna per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 9020/2024) offre un importante chiarimento sull’applicazione retroattiva delle norme che modificano il regime di procedibilità a querela di un reato. Il caso in esame dimostra come una modifica legislativa, entrata in vigore durante il processo, possa portare all’annullamento di una condanna per furto, anche se la remissione della querela da parte della vittima era avvenuta in un momento precedente. Questa decisione sottolinea il principio del favor rei, ovvero l’applicazione della legge più favorevole all’imputato.

I Fatti del Caso

L’imputato era stato condannato in primo e secondo grado per i reati di incendio e furto aggravato. La Corte di Appello di L’Aquila aveva parzialmente riformato la prima sentenza, escludendo un’aggravante e rideterminando la pena. Contro questa decisione, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione, sollevando due motivi principali. Il primo, e decisivo, riguardava il reato di furto: si sosteneva che, a seguito dell’entrata in vigore della Legge n. 199/2022, il reato fosse diventato procedibile solo a querela di parte. Poiché la persona offesa aveva già manifestato la volontà di rimettere la querela in data 25 maggio 2020, la condanna doveva essere annullata per difetto della condizione di procedibilità. Il secondo motivo contestava il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche.

La Riforma sulla Procedibilità a Querela e le sue Conseguenze

Il fulcro della questione risiede nella modifica normativa introdotta dalla Legge n. 199/2022, che ha cambiato il regime di procedibilità a querela per il delitto di furto. In particolare, anche il furto aggravato dalla circostanza di essere commesso su cose esposte alla pubblica fede (come nel caso di specie) è diventato procedibile solo su querela della persona offesa, salvo alcune eccezioni non pertinenti al caso. Questo tipo di norma, che incide sulla punibilità del reato, ha natura mista, sia sostanziale che processuale. Per questo motivo, si applica il principio della retroattività della legge penale più favorevole, previsto dall’art. 2 del codice penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha analizzato distintamente i due motivi di ricorso, giungendo a conclusioni opposte.

L’accoglimento del motivo sul difetto di procedibilità

La Corte ha ritenuto fondato il primo motivo. Ha confermato che la nuova legge ha reso il reato di furto contestato procedibile a querela. La natura mista della norma impone la sua applicazione anche ai procedimenti in corso. Poiché agli atti risultava una dichiarazione di remissione di querela da parte della persona offesa, la Corte ha concluso che il reato dovesse essere dichiarato estinto per mancanza della condizione di procedibilità. Di conseguenza, ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente a tale capo d’imputazione.

Il rigetto del motivo sulle attenuanti generiche

Il secondo motivo è stato invece giudicato manifestamente infondato. I giudici di legittimità hanno ribadito che la concessione o il diniego delle circostanze attenuanti generiche rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Tale decisione non è sindacabile in Cassazione se la motivazione è congrua e non contraddittoria. Nel caso specifico, la Corte di Appello aveva adeguatamente giustificato il diniego basandosi sulla condotta complessiva dell’imputato e sui suoi precedenti penali, ritenendo questi elementi prevalenti su altri fattori potenzialmente favorevoli.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Corte si basano su principi consolidati. Il primo è l’applicazione del principio del favor rei alle norme che modificano il regime di procedibilità. Una norma che introduce la procedibilità a querela è considerata più favorevole perché subordina la punibilità del fatto alla volontà della vittima. Tale principio si applica retroattivamente, travolgendo anche le sentenze non ancora definitive. La remissione della querela, essendo un atto che fa venir meno la volontà punitiva, è sufficiente a estinguere il reato una volta che la legge lo rende procedibile su istanza di parte. Per quanto riguarda le attenuanti generiche, la Corte ha sottolineato che il giudice non è tenuto a esaminare analiticamente ogni singolo elemento addotto dalla difesa, ma può fondare la sua decisione anche su un solo dato negativo ritenuto preponderante, come i precedenti penali, purché la sua valutazione sia logicamente argomentata.

Conclusioni

La sentenza in commento ribadisce un principio fondamentale del diritto penale: le modifiche legislative favorevoli all’imputato, incluse quelle sulla procedibilità a querela, devono essere applicate retroattivamente. Questo caso dimostra come un cambiamento normativo possa avere un impatto diretto e risolutivo sull’esito di un processo, portando all’annullamento di una condanna per un reato che, al momento della sua commissione, era perseguibile d’ufficio. La decisione conferma anche i limiti del sindacato della Corte di Cassazione sulla valutazione discrezionale del giudice di merito riguardo alla commisurazione della pena e alla concessione delle attenuanti.

Una nuova legge che rende un reato procedibile a querela si applica anche ai processi già in corso?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che, data la sua natura mista (sostanziale e processuale), la disciplina più favorevole sulla procedibilità a querela si applica retroattivamente anche ai procedimenti pendenti, in virtù del principio del favor rei.

Cosa succede se la vittima ha ritirato la querela prima che la nuova legge entrasse in vigore?
L’atto di remissione della querela, anche se compiuto prima della modifica legislativa, è pienamente efficace. Quando la nuova legge rende il reato procedibile a querela, quella remissione pregressa determina l’estinzione del reato per difetto della condizione di procedibilità.

La Corte di Cassazione può riconsiderare il diniego delle attenuanti generiche deciso dal giudice di merito?
No, la valutazione sulla concessione delle attenuanti generiche è un giudizio di fatto riservato al giudice di merito. La Corte di Cassazione può intervenire solo se la motivazione della decisione è manifestamente illogica, contraddittoria o inesistente, ma non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di grado inferiore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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