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Procedibilità a querela: furto e la riforma Cartabia

La Corte di Cassazione analizza gli effetti della Riforma Cartabia, che ha introdotto la procedibilità a querela per alcuni tipi di furto aggravato. La sentenza stabilisce che questa nuova condizione si applica retroattivamente ai procedimenti non ancora definiti. Di conseguenza, la Corte ha annullato parzialmente una condanna per furto in relazione ai capi d’imputazione per i quali non era stata presentata la necessaria querela dalla persona offesa, confermando invece la condanna per i reati coperti da querela.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Procedibilità a Querela: La Cassazione sulla Riforma Cartabia e il Furto

La recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale introdotto dalla Riforma Cartabia: la procedibilità a querela per il reato di furto aggravato. Questa decisione chiarisce l’applicazione retroattiva delle nuove norme processuali, con importanti conseguenze per i procedimenti in corso. Analizziamo insieme i dettagli del caso e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo grado e in appello per cinque episodi di furto pluriaggravato. La difesa proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che, a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. n. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia), il reato di furto, anche in forma aggravata come nei casi contestati, era diventato procedibile solo a seguito di una querela presentata dalla persona offesa.

La difesa evidenziava come per alcuni degli episodi di furto mancasse completamente una querela, mentre per altri la querela era stata presentata da un soggetto ritenuto non legittimato. Pertanto, si chiedeva l’annullamento della condanna per difetto di una condizione fondamentale per l’avvio dell’azione penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso. Ha distinto la posizione processuale relativa ai diversi capi di imputazione:

1. Capi 1, 2 e 3: Per questi episodi, la Corte ha rilevato che, sebbene inizialmente fossero state presentate solo delle denunce, successivamente erano state depositate rituali querele da parte di un soggetto legittimato (il contitolare dell’impresa che gestiva gli sportelli automatici danneggiati). Queste querele, presentate entro i termini previsti dalla nuova normativa, hanno sanato il difetto originario. Per questi reati, il ricorso è stato rigettato.

2. Capi 5 e 6: Per questi due episodi di furto, invece, non risultava depositata alcuna querela da parte delle persone offese. La mancanza di tale atto ha reso l’azione penale improcedibile.

Di conseguenza, la Corte ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente ai capi 5 e 6, dichiarando i reati estinti per improcedibilità dell’azione. Ha poi rinviato il caso ad un’altra sezione della Corte d’Appello per la rideterminazione della pena complessiva, basata sui soli reati per cui la condanna è stata confermata.

Le motivazioni: L’applicazione retroattiva della procedibilità a querela

Il cuore della motivazione risiede nel principio dell’applicazione retroattiva della legge più favorevole all’imputato. La Corte ha stabilito che le innovazioni in materia di procedibilità a querela operano retroattivamente per tutti i procedimenti che non si sono ancora conclusi con una sentenza passata in giudicato.

La presentazione di un ricorso ammissibile, come nel caso di specie, impedisce la formazione del cosiddetto “giudicato sostanziale”. Di conseguenza, il nuovo e più favorevole regime di procedibilità deve essere applicato. Poiché per i capi 5 e 6 mancava la querela, condizione ormai indispensabile per procedere, la Corte non ha potuto fare altro che prosciogliere l’imputato da tali accuse.

La sentenza si allinea a un recente orientamento della stessa Corte, secondo cui, in caso di ricorso per cassazione che lamenti il difetto della condizione di procedibilità per un reato divenuto procedibile a querela, il giudice di legittimità, se non riscontra la presenza dell’atto, deve annullare la sentenza senza rinvio.

Conclusioni

Questa pronuncia consolida un principio fondamentale nell’applicazione della Riforma Cartabia: l’estensione del regime di procedibilità a querela ha un effetto retroattivo e impone una verifica d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento, a condizione che la sentenza non sia definitiva. Per i reati come il furto aggravato, la presenza della querela della persona offesa diventa un presupposto imprescindibile per la prosecuzione dell’azione penale. In sua assenza, l’unica conclusione possibile è il proscioglimento dell’imputato per improcedibilità.

La nuova norma sulla procedibilità a querela per furto aggravato si applica retroattivamente?
Sì, la sentenza conferma che il nuovo regime di procedibilità a querela, introdotto dalla Riforma Cartabia, si applica retroattivamente a tutti i procedimenti per i quali non sia ancora intervenuta una sentenza definitiva (passata in giudicato).

Cosa succede se, dopo l’entrata in vigore della Riforma, manca la querela per un furto aggravato oggetto di un ricorso in Cassazione?
Se il ricorso è ammissibile, la Corte di Cassazione deve annullare senza rinvio la sentenza di condanna per i reati per cui manca la querela. Questo perché l’azione penale non può essere proseguita a causa del difetto della condizione di procedibilità.

Se la querela viene presentata dopo l’entrata in vigore della nuova legge ma entro i termini, il processo può continuare?
Sì. La sentenza chiarisce che se le querele vengono ritualmente proposte entro i termini stabiliti dalla nuova legge (art. 85, D.Lgs. n. 150/2022), la condizione di procedibilità è soddisfatta e il procedimento penale può legittimamente proseguire.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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