LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Presenza di più persone: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33405/2025, ha annullato una condanna per oltraggio a pubblico ufficiale. Sebbene il ricorso fosse fondato riguardo l’errata valutazione del requisito della presenza di più persone, la Corte ha dichiarato l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione, maturata prima della pronuncia impugnata. La decisione sottolinea come la prescrizione prevalga su un annullamento con rinvio quando non sussistono i presupposti per un proscioglimento nel merito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Presenza di più persone: la Cassazione annulla per prescrizione

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 33405 del 2025, offre un’importante lezione sull’interazione tra i requisiti sostanziali di un reato e le cause di estinzione processuale, come la prescrizione. Il caso in esame riguarda il delitto di oltraggio a pubblico ufficiale e, in particolare, il requisito della presenza di più persone, elemento essenziale per la configurabilità del reato. La Corte, pur riconoscendo la fondatezza del ricorso su questo punto, ha dovuto dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione.

I Fatti di Causa

Un cittadino veniva condannato per il reato previsto dall’art. 341-bis del codice penale. Avverso tale condanna, proponeva appello, ma la Corte d’appello di Bologna dichiarava il gravame inammissibile. L’imputato decideva quindi di ricorrere per cassazione, sollevando un unico, ma decisivo, motivo di ricorso: l’errata interpretazione del requisito della presenza di più persone. Nello specifico, l’imputato sosteneva che, al momento del fatto, l’unica altra persona presente fosse suo fratello, il quale, essendo deceduto, non figurava come coimputato. Contestualmente, sollevava anche l’eccezione di prescrizione del reato.

La Questione Giuridica: Il Requisito della Presenza di Più Persone

Il nucleo della difesa si concentrava sulla corretta interpretazione dell’articolo 341-bis c.p. Questo articolo punisce chiunque offende l’onore e il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d’ufficio e a causa o nell’esercizio delle sue funzioni, a condizione che l’offesa avvenga in luogo pubblico o aperto al pubblico e, appunto, in presenza di più persone. La difesa argomentava che la sola presenza del fratello non poteva integrare tale requisito, rendendo così il fatto non penalmente rilevante ai sensi di quella specifica norma. La Corte territoriale, secondo il ricorrente, aveva erroneamente valutato la sussistenza di questo elemento, basandosi unicamente sulla testimonianza relativa al fratello.

La Decisione della Corte di Cassazione: Prescrizione Prevalente

La Suprema Corte ha ritenuto il motivo di ricorso fondato. Ha giudicato gli argomenti della Corte d’appello “poco persuasivi” e ha ribadito un principio giurisprudenziale consolidato (richiamando la sentenza n. 6604/2022): nel computo delle “più persone” non possono essere inclusi i soggetti che, pur non essendo direttamente oggetto dell’offesa, assistono alla scena semplicemente perché stanno svolgendo le loro funzioni. Di conseguenza, la valutazione della Corte territoriale sulla sufficienza della presenza del solo fratello era errata. Questo errore avrebbe normalmente portato all’annullamento della sentenza con rinvio alla Corte d’appello per un nuovo giudizio. Tuttavia, i Giudici hanno rilevato la fondatezza dell’eccezione di prescrizione. Il reato si era estinto il 10 giugno 2024, data anteriore alla stessa pronuncia dell’ordinanza impugnata. Poiché dagli atti non emergevano elementi per un proscioglimento pieno nel merito (ad esempio, perché il fatto non sussiste o l’imputato non lo ha commesso), la Corte ha dovuto applicare la causa di estinzione del reato.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si articola su due binari paralleli ma gerarchicamente ordinati. Da un lato, c’è la valutazione sul merito della doglianza. La Cassazione ha pienamente accolto la tesi difensiva, specificando che il requisito della pluralità di persone è un elemento costitutivo del reato e deve essere rigorosamente accertato. La sua assenza rende il fatto non punibile ai sensi dell’art. 341-bis. Dall’altro lato, c’è la questione procedurale. Il codice di procedura penale stabilisce che la declaratoria di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, prevale su altre decisioni, a meno che non risulti evidente la prova dell’innocenza dell’imputato. In questo caso, pur essendo fondato il motivo di ricorso, non vi erano gli estremi per un’assoluzione nel merito. Pertanto, la Corte ha applicato il principio di diritto e ha annullato la sentenza senza rinvio, dichiarando il reato estinto.

Le Conclusioni

Questa sentenza illustra in modo esemplare la dinamica tra diritto sostanziale e diritto processuale. Un ricorso può essere pienamente fondato nel merito, evidenziando un errore di valutazione da parte del giudice precedente, ma l’esito finale del processo può essere determinato da fattori procedurali come la prescrizione. Ciò significa che, pur ottenendo un riconoscimento delle proprie ragioni giuridiche, l’imputato non ottiene un’assoluzione piena. La decisione finale è un annullamento senza rinvio perché il reato è estinto. Questa pronuncia ribadisce l’importanza di una corretta e rigorosa applicazione di tutti gli elementi costitutivi di una fattispecie di reato e, al contempo, il ruolo determinante che la prescrizione gioca nel sistema penale italiano.

Cosa si intende per ‘presenza di più persone’ nel reato di cui all’art. 341-bis c.p.?
La sentenza chiarisce che il requisito richiede la presenza di almeno due persone (oltre all’offensore e alla persona offesa). In questo conteggio non possono essere inclusi i soggetti che assistono ai fatti nello svolgimento delle loro funzioni. La sola presenza del fratello dell’imputato è stata ritenuta insufficiente a integrare tale elemento.

Perché la Cassazione ha annullato la sentenza per prescrizione invece di rinviare il caso per un nuovo giudizio?
Sebbene la Corte abbia ritenuto fondato il motivo di ricorso sull’errata interpretazione del reato, ha constatato che il termine di prescrizione era già maturato prima della pronuncia impugnata. In assenza di elementi che potessero portare a un’assoluzione piena nel merito, la legge impone di dichiarare l’estinzione del reato, che prevale sull’annullamento con rinvio.

Cosa comporta un annullamento senza rinvio per estinzione del reato?
Comporta la cessazione del procedimento penale e l’annullamento della sentenza di condanna. Tuttavia, non equivale a un’assoluzione nel merito (ad esempio, ‘perché il fatto non sussiste’). Di conseguenza, pur estinguendo il reato, potrebbero rimanere in piedi eventuali statuizioni civili derivanti dal fatto illecito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati