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Prescrizione usura: quando inizia a decorrere?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per usura pluriaggravata, chiarendo un punto fondamentale sulla prescrizione usura. La Corte ha stabilito che, essendo l’usura un reato a consumazione prolungata, il termine di prescrizione non decorre dalla pattuizione iniziale, ma dall’ultimo pagamento degli interessi usurari. Nel caso di specie, l’ultimo pagamento è avvenuto nel febbraio 2006, facendo scattare la disciplina prescrizionale più severa introdotta da una legge del 2005 e rendendo il reato non ancora prescritto. La decisione si basa su una lettura completa delle testimonianze, che confermavano la data degli ultimi pagamenti.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Usura: La Cassazione Stabilisce il Momento Decisivo

La prescrizione usura è un tema di cruciale importanza nel diritto penale, poiché determina il limite di tempo entro cui lo Stato può perseguire e punire questo grave reato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: per l’usura, il tempo non inizia a scorrere dalla stretta di mano iniziale, ma dall’ultimo centesimo versato dalla vittima. Questa decisione rafforza la tutela delle persone offese, spesso intrappolate per anni in un vortice di pagamenti illeciti.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condanna di un soggetto per il reato di usura pluriaggravata ai danni di due coniugi, titolari di un’attività imprenditoriale e in stato di bisogno. La Corte d’Appello, pur riformando parzialmente la sentenza di primo grado sulla pena, aveva confermato la responsabilità penale dell’imputato. Secondo la ricostruzione, le vittime avevano ricevuto un prestito e si erano impegnate a restituirlo attraverso l’emissione di otto effetti cambiari con scadenza mensile, da gennaio ad agosto 2006.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo un unico, ma decisivo, motivo: l’intervenuta prescrizione del reato. A suo dire, la Corte d’Appello avrebbe sbagliato a calcolare il momento di consumazione del reato, ignorando prove testimoniali che, secondo la difesa, dimostravano l’assenza di pagamenti nel 2006. Se così fosse stato, il reato si sarebbe perfezionato nel 2005, ricadendo sotto una disciplina della prescrizione più favorevole e, di conseguenza, estinguendosi.

Il Calcolo della Prescrizione Usura Secondo la Difesa

Il ricorrente ha argomentato che il reato si sarebbe dovuto considerare consumato al più tardi nel novembre 2005, con la dazione degli effetti cambiari. Applicando la normativa all’epoca vigente, precedente alle modifiche della legge n. 251 del 2005, il termine di prescrizione massimo sarebbe stato di undici anni e tre mesi. Tenendo conto anche di un periodo di sospensione, secondo questa tesi il reato si sarebbe prescritto nell’ottobre del 2018, ben prima della sentenza d’appello.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente la tesi difensiva, definendo il motivo di ricorso manifestamente infondato. Gli Ermellini hanno innanzitutto richiamato il proprio consolidato orientamento giurisprudenziale sul reato di usura. Questo reato è configurato come “a schema duplice” e “a consumazione prolungata”.

Cosa significa? Significa che il reato si perfeziona già con la sola promessa di interessi usurari, ma la sua consumazione si protrae nel tempo fino al momento in cui avviene l’ultimo pagamento effettivo. Ogni rata pagata non è un post factum non punibile, cioè un’azione irrilevante compiuta dopo la fine del reato, ma costituisce essa stessa parte integrante della condotta criminosa. È questo momento finale che segna il dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere il termine per la prescrizione usura.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente accertato, sulla base di una lettura completa e non parziale delle testimonianze (sia della vittima che di sua moglie) e delle annotazioni su un’agenda, che l’ultimo pagamento era avvenuto nel febbraio del 2006. Di conseguenza, il reato si è consumato sotto il vigore della nuova legge del 2005, che prevedeva un termine di prescrizione molto più lungo. Il termine massimo, comprese le interruzioni e le sospensioni, è stato calcolato in diciotto anni e nove mesi, con scadenza fissata al 26 giugno 2026. Pertanto, al momento della decisione, il reato non era affatto prescritto.

Le conclusioni

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende. La sentenza ribadisce con forza un principio di diritto cruciale: nella lotta all’usura, la condotta illecita si considera in corso fino a quando la vittima continua a effettuare pagamenti. Questo sposta in avanti l’inizio della prescrizione, garantendo più tempo alla giustizia per intervenire e offrendo una maggiore tutela a chi si trova in una condizione di soggezione economica. La decisione sottolinea come una valutazione frammentaria delle prove non possa inficiare una ricostruzione logica e coerente basata sulla totalità degli elementi processuali.

Quando inizia a decorrere il termine di prescrizione per il reato di usura?
Il termine di prescrizione per il reato di usura inizia a decorrere dal momento dell’ultimo pagamento degli interessi o dei vantaggi usurari, e non dalla data dell’accordo iniziale. Questo perché l’usura è considerata un reato a consumazione prolungata.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato. La Corte ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente individuato il momento consumativo del reato nel febbraio 2006, sulla base di una valutazione completa delle prove testimoniali e documentali, rendendo così inapplicabile la tesi difensiva sulla prescrizione.

Quale disciplina sulla prescrizione è stata applicata al caso in esame?
È stata applicata la disciplina introdotta dalla legge n. 251 del 2005. Poiché l’ultimo pagamento è avvenuto nel febbraio 2006, ovvero dopo l’entrata in vigore della nuova legge, si sono applicati i termini di prescrizione più lunghi da essa previsti, che hanno portato a escludere l’estinzione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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