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Prescrizione Truffa: Cassazione chiarisce il dies a quo

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per truffa a causa dell’intervenuta prescrizione del reato. La sentenza chiarisce il momento esatto da cui calcolare il termine di prescrizione (dies a quo), specialmente nei casi di truffa a consumazione prolungata, dove i pagamenti si estendono nel tempo. Sebbene la condanna penale sia stata cancellata, sono state confermate le statuizioni civili relative al risarcimento dei danni alle vittime, evidenziando la distinzione tra effetti penali e civili della prescrizione truffa.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Truffa: Cassazione chiarisce il dies a quo

Con la sentenza n. 32778/2025, la Corte di Cassazione affronta un caso complesso di truffa, offrendo chiarimenti cruciali sul calcolo della prescrizione truffa, in particolare per le ipotesi a consumazione prolungata. La decisione sottolinea come la corretta individuazione del momento consumativo del reato sia determinante per stabilire se un’azione penale possa ancora essere esercitata. Nonostante l’annullamento della condanna penale, la Corte ha mantenuto ferme le responsabilità civili dell’imputato.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte di Appello di Napoli nei confronti di un imputato per reati di truffa ai danni di più persone. La difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due ordini di motivi. Il primo, di natura procedurale, lamentava la mancata astensione di alcuni giudici del collegio d’appello e la violazione del principio del ne bis in idem, sostenendo che l’imputato fosse già stato giudicato per fatti sovrapponibili. Il secondo motivo, invece, si concentrava sulla prescrizione truffa, argomentando che il termine massimo fosse già decorso per tutti i reati contestati prima della sentenza di secondo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla Prescrizione Truffa

La Suprema Corte ha rigettato i motivi procedurali, ritenendoli inammissibili. Le questioni relative all’incompatibilità dei giudici avrebbero dovuto essere sollevate con un’istanza di ricusazione, mentre l’eccezione di ne bis in idem richiedeva accertamenti di fatto non consentiti nel giudizio di legittimità.

Il fulcro della decisione risiede nell’accoglimento del motivo relativo alla prescrizione. La Corte ha analizzato separatamente le diverse condotte truffaldine:

Il Calcolo del Dies a Quo nella Truffa

Per una delle truffe, la Corte ha ritenuto plausibile, sulla base della documentazione prodotta, che il reato si fosse consumato in una data molto anteriore a quella considerata dai giudici di merito. Di conseguenza, il reato era già estinto per prescrizione prima della pronuncia d’appello.

Per un’altra truffa, qualificata come ‘a consumazione prolungata’ a causa di versamenti periodici da parte della vittima, la Corte ha stabilito un principio chiave. In questi casi, il dies a quo, ovvero il giorno da cui inizia a decorrere la prescrizione, non è quello del primo atto fraudolento, ma quello dell’ultimo versamento. È in quel momento che cessa la situazione di illegittimità e il danno patrimoniale si consolida. Effettuando questo calcolo, la Corte ha concluso che anche questo reato si era prescritto nelle more del giudizio di Cassazione.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su una rigorosa applicazione dei principi che regolano la prescrizione nel diritto penale. I giudici hanno sottolineato la necessità di distinguere tra questioni di fatto e questioni di diritto. Mentre le prime sono precluse in sede di legittimità, la corretta interpretazione delle norme sulla decorrenza della prescrizione costituisce una questione di puro diritto, pienamente sindacabile in Cassazione.

Nel dettaglio, la Corte ha spiegato che nella truffa a consumazione prolungata, i singoli pagamenti sono la conseguenza di un unico e originario comportamento fraudolento. Pertanto, il reato si considera consumato solo quando cessa la percezione degli emolumenti illeciti. Questa interpretazione garantisce che il termine di prescrizione inizi a decorrere solo quando la condotta criminale è effettivamente terminata.

Infine, la Corte ha disposto l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata agli effetti penali, poiché tutti i reati erano estinti. Tuttavia, ha rigettato il ricorso per quanto riguarda gli effetti civili, confermando l’obbligo dell’imputato di risarcire le vittime.

Conclusioni

Questa sentenza offre due importanti insegnamenti. Primo, ribadisce la centralità della corretta determinazione del tempus commissi delicti ai fini della prescrizione truffa. La distinzione tra truffa istantanea e a consumazione prolungata è fondamentale per individuare il corretto dies a quo. Secondo, la pronuncia evidenzia la netta separazione tra l’esito del processo penale e le conseguenze civili. L’estinzione del reato per prescrizione non cancella l’illecito civile e il conseguente obbligo di risarcire il danno causato alle parti lese, a meno che la responsabilità non venga specificamente contestata e discussa nel merito.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per la truffa a consumazione prolungata?
Secondo la Corte, il termine di prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui viene effettuato l’ultimo pagamento illecito, poiché è in quel momento che cessa la condotta criminosa e la situazione di illegittimità.

Se un reato è dichiarato estinto per prescrizione, la vittima perde il diritto al risarcimento del danno?
No. La sentenza chiarisce che l’annullamento della condanna agli effetti penali a causa della prescrizione non influisce sulle statuizioni civili. L’imputato rimane obbligato a risarcire i danni causati alle vittime.

È possibile contestare l’imparzialità di un giudice per la prima volta in Cassazione?
No. La Corte ha stabilito che le questioni relative alla presunta incompatibilità o parzialità di un giudice devono essere sollevate attraverso l’apposito strumento della ricusazione durante le fasi di merito del processo e non possono essere presentate per la prima volta in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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