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Prescrizione spaccio: calcolo errato, sentenza annullata

Un giudice ha dichiarato estinto per prescrizione un grave reato di spaccio di sostanze stupefacenti, commettendo un errore nel calcolo dei termini. La Procura Generale ha impugnato la decisione e la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso. La Suprema Corte ha chiarito che, per il reato contestato (art. 73, comma 1, d.P.R. 309/90), il termine di prescrizione ordinario è di 20 anni e quello massimo di 25, ben più lungo di quello erroneamente calcolato dal primo giudice. Di conseguenza, la sentenza di non luogo a procedere è stata annullata con rinvio per un nuovo giudizio.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Spaccio: la Cassazione Annulla Sentenza per Errore di Calcolo

La corretta applicazione dei termini di prescrizione spaccio è un elemento cruciale nel diritto penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato questo principio, annullando una declaratoria di estinzione del reato a causa di un evidente errore di calcolo da parte del giudice di primo grado. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere quanto tempo ha lo Stato per perseguire reati gravi come il traffico di sostanze stupefacenti.

I Fatti del Caso

Un soggetto era accusato di aver ceduto, in più occasioni nel corso del 2015, ingenti quantitativi di cocaina, per un totale di circa un chilogrammo. Il reato contestato era quello previsto dall’articolo 73 del d.P.R. 309/90, una delle fattispecie più gravi in materia di stupefacenti.
Durante la fase delle indagini preliminari, l’imputato era stato dichiarato irreperibile, ovvero non rintracciabile dalle autorità. Questo aveva portato alla sospensione del procedimento, come previsto dalla legge, per evitare che si svolgesse in sua assenza.

La Decisione del GUP e il Ricorso del Procuratore

Il Giudice per l’Udienza Preliminare (GUP) del Tribunale di Forlì, nel novembre 2023, aveva emesso una sentenza di non luogo a procedere. La motivazione era che il reato fosse ormai estinto per intervenuta prescrizione, fissando erroneamente la data di maturazione del termine al 27 marzo 2023.

Contro questa decisione ha proposto ricorso il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello, sostenendo che il GUP avesse commesso una palese violazione di legge. L’argomentazione del Procuratore era semplice e diretta: il calcolo della prescrizione era sbagliato, poiché per il reato contestato i termini sono molto più lunghi.

Prescrizione Spaccio: Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso del Procuratore Generale pienamente fondato. I giudici supremi hanno fornito una chiara e inequivocabile lezione sul calcolo della prescrizione spaccio.

Il punto centrale della decisione risiede nella pena prevista per il reato di cui all’art. 73, comma 1, del Testo Unico Stupefacenti: la reclusione da 6 a 20 anni. Secondo le norme generali del codice penale (art. 157), il tempo necessario a prescrivere un reato è pari al massimo della pena edittale, e non può comunque essere inferiore a sei anni per i delitti.

In questo caso specifico, la Corte ha specificato che:
1. Il termine di prescrizione ordinario è di 20 anni.
2. Il termine massimo, comprensivo di eventuali interruzioni, è di 25 anni.

Considerando che i fatti risalivano al 2015, è evidente che il reato maturerà la prescrizione solo nel 2040. L’errore del GUP è stato quindi macroscopico. La Corte ha pertanto annullato la sentenza di non luogo a procedere e ha disposto il rinvio degli atti a un nuovo giudice per la prosecuzione del giudizio.

Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: per i reati gravi, come il traffico di sostanze stupefacenti, i termini di prescrizione sono molto lunghi per garantire che la giustizia possa fare il suo corso. Un errore nel calcolo di tali termini costituisce una violazione di legge che porta inevitabilmente all’annullamento della decisione. La pronuncia della Cassazione assicura che il procedimento penale contro l’imputato possa riprendere, correggendo l’errore del primo giudice e ripristinando il corretto iter processuale.

Qual è il termine di prescrizione per il reato di spaccio di sostanze stupefacenti (art. 73, comma 1, d.P.R. 309/90)?
Per questo specifico reato, punito con la reclusione da 6 a 20 anni, il termine di prescrizione ordinario è di 20 anni, mentre il termine massimo è di 25 anni.

Cosa succede se un giudice dichiara un reato estinto per prescrizione sulla base di un calcolo errato?
La sentenza può essere impugnata. Come avvenuto in questo caso, la Corte di Cassazione può annullare la decisione errata e rinviare il caso a un nuovo giudice per la prosecuzione del procedimento.

La dichiarazione di irreperibilità dell’imputato influisce sulla prescrizione?
La dichiarazione di irreperibilità comporta la sospensione del processo, che a sua volta sospende il decorso della prescrizione. Tuttavia, nel caso specifico, l’errore non riguardava la sospensione ma proprio il calcolo del termine base previsto per il reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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