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Prescrizione ricettazione: quando inizia a decorrere?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15135/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione di buoni postali. Il punto centrale della decisione riguarda la decorrenza della prescrizione ricettazione, che la Corte ha confermato iniziare dal momento della ricezione della merce di provenienza illecita e non dalla data di emissione dei titoli. Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale per il calcolo dei termini di estinzione del reato.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Ricettazione: Quando Inizia a Decorrere? Il Chiarimento della Cassazione

La corretta individuazione del momento in cui un reato si considera ‘consumato’ è cruciale per il diritto penale, soprattutto per il calcolo della prescrizione ricettazione. Con la recente sentenza n. 15135 del 2024, la Corte di Cassazione è tornata su questo tema, offrendo un’importante conferma su quando inizia a decorrere il termine per l’estinzione del reato di ricettazione. Analizziamo insieme questa decisione per comprenderne i dettagli e le implicazioni pratiche.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da una condanna emessa in primo grado dal Tribunale e successivamente confermata dalla Corte di Appello. Un individuo era stato riconosciuto colpevole del reato di ricettazione per aver ricevuto dodici buoni postali fruttiferi, risultati essere di provenienza illecita. Due di questi titoli erano stati denunciati come rubati in data 9 settembre 2014, e il fatto era stato accertato dalle autorità il 4 novembre dello stesso anno.

L’imputato, tramite il suo legale, ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando un’unica, ma fondamentale, questione: l’avvenuta prescrizione del reato per una parte dei buoni postali, ovvero quelli emessi fino al 2 dicembre 1998. Secondo la tesi difensiva, il termine di prescrizione avrebbe dovuto essere calcolato a partire dalla data di ricezione dei singoli titoli, che si presumeva essere avvenuta molto prima della data di accertamento del fatto.

La Questione Giuridica sulla Prescrizione Ricettazione

Il nucleo del ricorso si concentrava sul dies a quo, ovvero il giorno dal quale far partire il conteggio del termine di prescrizione decennale previsto per il reato di ricettazione. La difesa sosteneva che, per i titoli più datati, il reato si fosse già estinto prima della pronuncia della sentenza d’appello.

La questione sottoposta alla Suprema Corte era, quindi, la seguente: per il reato di ricettazione, il termine di prescrizione decorre dalla data di emissione dei beni rubati, dalla data del furto, o dal momento in cui l’agente entra in possesso di tali beni?

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza, rigettando completamente la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno chiarito, in linea con la giurisprudenza consolidata, che il reato di ricettazione ha natura istantanea e si consuma nel momento in cui l’agente riceve la cosa di provenienza delittuosa.

Nel caso specifico, l’imputazione aveva correttamente individuato la data di consumazione del reato come ‘prossima alla denuncia di furto’ del 9 settembre 2014. È da questa data, e non da quella di emissione dei buoni postali, che deve iniziare a decorrere il termine decennale di prescrizione. La Corte ha sottolineato che è irrilevante quando i titoli siano stati emessi o quando il furto originario sia avvenuto; ciò che conta ai fini della consumazione della ricettazione è l’atto di ricezione del bene illecito.

Di conseguenza, al momento della decisione della Corte d’Appello, il termine di prescrizione non era affatto maturato. La sentenza impugnata aveva fatto corretta applicazione dei principi generali e della giurisprudenza di legittimità, annettendo rilevanza, appunto, alla ricezione dei buoni postali provento di furto.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia ribadisce un principio cardine in materia di prescrizione ricettazione: il reato si perfeziona con l’acquisizione della disponibilità materiale del bene di provenienza illecita. Questa interpretazione ha importanti conseguenze pratiche, poiché sposta in avanti il momento da cui calcolare i termini per l’estinzione del reato, rendendo più difficile per gli autori di tali illeciti beneficiare della prescrizione.

La decisione conferma che la data di consumazione deve essere individuata con riferimento al momento in cui si realizza la condotta tipica, ovvero la ricezione della merce. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, questo significa che la data del furto originario o la ‘vecchiaia’ del bene rubato non sono elementi utili a determinare l’estinzione del reato di ricettazione, essendo invece decisivo il momento in cui si entra in possesso del bene illecito.

Quando si consuma il reato di ricettazione ai fini della prescrizione?
Il reato di ricettazione si consuma nel momento in cui il soggetto acquisisce la disponibilità materiale della cosa proveniente da delitto. È da questo preciso istante che inizia a decorrere il termine di prescrizione.

La data di emissione di un titolo rubato (es. un buono postale) è rilevante per calcolare la prescrizione della ricettazione?
No, la data di emissione del titolo o la data del furto originario sono irrilevanti. La Corte di Cassazione ha chiarito che il termine di prescrizione decorre esclusivamente dalla data in cui il bene illecito viene ricevuto dal ricettatore.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile per manifesta infondatezza, poiché la tesi difensiva sull’avvenuta prescrizione era basata su un presupposto giuridico errato. La Corte ha confermato che il calcolo della prescrizione effettuato dai giudici di merito, a partire dalla data di ricezione dei buoni e non dalla loro emissione, era corretto e conforme ai principi giurisprudenziali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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