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Prescrizione reato: quando si annulla la condanna

Un individuo, condannato in primo e secondo grado per porto abusivo di un coltello, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna a causa della sopraggiunta prescrizione del reato, maturata prima della decisione della Corte d’Appello. Nonostante l’annullamento della pena, è stata confermata la confisca del coltello, in quanto misura di sicurezza obbligatoria per questo tipo di illeciti.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: La Cassazione Annulla la Condanna ma non la Confisca

L’istituto della prescrizione del reato rappresenta un pilastro del nostro ordinamento penale, stabilendo che lo Stato non può perseguire un illecito oltre un certo limite di tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 5775/2024) ha offerto importanti chiarimenti su come opera questo principio, specialmente quando la sua maturazione avviene prima della sentenza d’appello. Analizziamo insieme questo caso emblematico.

I Fatti del Processo: Dal Porto di Coltello alla Cassazione

La vicenda giudiziaria ha origine da un fatto commesso nel novembre 2016. Un uomo veniva trovato in possesso di un coltello a serramanico di notevoli dimensioni (32 cm) fuori dalla propria abitazione. Per questo, veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Termini Imerese nel 2021 per il reato di cui all’art. 4 della legge 110/1975 (porto di armi od oggetti atti ad offendere). La pena inflitta era di quattro mesi di arresto e mille euro di ammenda, oltre alla confisca e distruzione del coltello.

La sentenza veniva confermata dalla Corte d’Appello di Palermo nel maggio 2023. L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di ricorrere alla Corte di Cassazione, sollevando un’unica, ma decisiva, questione: l’intervenuta prescrizione del reato.

L’Analisi della Prescrizione del Reato Contravvenzionale

Il punto centrale del ricorso si basava su un semplice calcolo temporale. Il reato contestato è una contravvenzione, per la quale la legge prevede un termine di prescrizione ordinario di quattro anni, estendibile a un massimo di cinque anni in presenza di atti interruttivi.

Essendo il fatto avvenuto il 5 novembre 2016, il termine massimo di prescrizione di cinque anni era spirato il 5 novembre 2021. La sentenza della Corte d’Appello, tuttavia, era stata emessa molto più tardi, il 17 maggio 2023, quando il reato era già legalmente estinto. Sorprendentemente, né la difesa in appello né la stessa Corte territoriale avevano rilevato questa circostanza.

La Decisione della Corte: Annullamento per Prescrizione del Reato

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando un principio fondamentale: la prescrizione del reato, se maturata prima della sentenza di secondo grado, deve essere dichiarata anche se non eccepita in quella sede. Richiamando un’importante pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza Ricci, 2016), la Corte ha stabilito che un ricorso basato unicamente su questo motivo non è inammissibile.

Di conseguenza, non essendoci elementi per una pronuncia più favorevole all’imputato (come un’assoluzione nel merito), la Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di due principi cardine.

In primo luogo, ha riaffermato l’obbligo del giudice di rilevare d’ufficio, in ogni stato e grado del processo, la presenza di una causa di estinzione del reato. Il fatto che la prescrizione fosse maturata prima della sentenza d’appello rendeva illegittima la conferma della condanna. L’appello presentato in Cassazione, sebbene focalizzato su un punto non sollevato in precedenza, era pienamente legittimo perché mirava a correggere un errore di diritto commesso dal giudice del merito.

In secondo luogo, la Cassazione si è soffermata sulla sorte del coltello sequestrato. Nonostante l’annullamento della condanna, la confisca è stata mantenuta. La motivazione risiede nel carattere obbligatorio di tale misura di sicurezza per tutti i reati concernenti le armi e gli oggetti atti ad offendere. Questa obbligatorietà, prevista dall’art. 6 della legge 152/1975, opera indipendentemente dall’esito del processo penale e quindi anche in caso di estinzione del reato per prescrizione.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza offre due importanti lezioni. La prima è che la prescrizione del reato è un diritto sostanziale che può essere fatto valere fino all’ultimo grado di giudizio, a patto che i termini siano maturati prima della sentenza impugnata. È un monito sull’importanza di monitorare attentamente i tempi processuali. La seconda lezione, altrettanto cruciale, è che l’estinzione del reato non cancella tutte le conseguenze giuridiche. Le misure di sicurezza obbligatorie, come la confisca in materia di armi, sopravvivono alla prescrizione, poiché mirano a prevenire la futura pericolosità della cosa stessa, a prescindere dalla punibilità della persona.

È possibile far valere la prescrizione del reato per la prima volta in Cassazione?
Sì, la sentenza chiarisce che se la prescrizione è maturata prima della sentenza d’appello, ma non è stata eccepita o rilevata in quella sede, il ricorso per cassazione basato su tale motivo è ammissibile e deve essere accolto.

Se un reato viene dichiarato estinto per prescrizione, cosa succede agli oggetti sequestrati?
Dipende dalla natura del bene e del reato. Nel caso di reati concernenti armi o oggetti atti ad offendere, la confisca è una misura di sicurezza obbligatoria e viene mantenuta anche se il reato è estinto per prescrizione, poiché la sua finalità è prevenire la pericolosità dell’oggetto stesso.

Qual è il termine massimo di prescrizione per una contravvenzione come il porto abusivo di un coltello?
Come specificato nella sentenza, il termine ordinario di prescrizione per le contravvenzioni è di quattro anni. Tale termine può essere esteso fino a un massimo di cinque anni in presenza di atti che interrompono il suo decorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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