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Prescrizione reato: quando non si applica la sospensione

Un imputato, assolto per guida in stato di ebbrezza per particolare tenuità del fatto, ha impugnato la sentenza chiedendo il riconoscimento della prescrizione reato. La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, stabilendo che la sospensione dei termini di prescrizione, prevista dalla Legge Orlando, si applica solo alle sentenze di condanna e non a quelle di assoluzione. Di conseguenza, il reato è stato dichiarato estinto per prescrizione, un esito considerato più favorevole per l’imputato.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: la Sospensione non si Applica all’Assoluzione per Tenuità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13593/2025, ha fornito un chiarimento fondamentale in materia di prescrizione reato, specificando che la sospensione dei termini prevista dalla Legge Orlando non si applica in caso di sentenza di assoluzione per particolare tenuità del fatto. Questa decisione sottolinea come un esito di estinzione del reato per prescrizione sia più favorevole per l’imputato rispetto a un’assoluzione ai sensi dell’art. 131-bis c.p., poiché la prima cancella completamente il reato, mentre la seconda ne lascia inalterata la materialità storica e giuridica.

I Fatti del Caso: Dall’Assoluzione all’Impugnazione

Il caso trae origine da una contravvenzione per guida in stato di ebbrezza. In primo grado, il Tribunale aveva assolto l’imputato applicando la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte d’Appello aveva confermato tale decisione. Tuttavia, la difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che, alla data della pronuncia d’appello, il termine massimo di prescrizione fosse già maturato. L’interesse dell’imputato era ottenere una declaratoria di estinzione del reato, considerata una formula di proscioglimento più vantaggiosa.

La Questione Giuridica sulla Prescrizione del Reato

Il nodo centrale della controversia riguardava l’interpretazione e l’applicazione delle norme sulla sospensione della prescrizione, in particolare quelle introdotte dalla cosiddetta Legge Orlando (L. n. 103/2017). La Corte d’Appello aveva erroneamente ritenuto applicabile un periodo di sospensione, impedendo così la maturazione della prescrizione. La difesa ha invece argomentato che la sospensione dei termini, secondo la normativa richiamata, opera esclusivamente in seguito a una sentenza di condanna, e non in presenza di una sentenza di assoluzione, seppur per particolare tenuità del fatto. Di conseguenza, il calcolo del tempo necessario a prescrivere non avrebbe dovuto essere interrotto.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi difensiva. I giudici hanno chiarito che il dettato normativo della Legge Orlando, che introduceva la sospensione del corso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, faceva esplicito riferimento alle sole ‘sentenze di condanna’.

Nel caso di specie, il primo grado si era concluso con una sentenza di assoluzione ai sensi dell’art. 131-bis c.p. Pertanto, la causa di sospensione non poteva trovare applicazione. Il reato contravvenzionale, commesso il 1° maggio 2019, prevedeva un termine di prescrizione massimo di cinque anni. Alla data della pronuncia della sentenza d’appello, il 7 giugno 2024, tale termine era ampiamente decorso.

La Suprema Corte ha quindi ribadito il principio secondo cui la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione prevale sulla formula assolutoria per particolare tenuità del fatto, poiché rappresenta un esito processuale più favorevole per l’imputato, estinguendo il reato stesso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa sentenza è di notevole importanza pratica. Essa stabilisce un principio chiaro: la sospensione della prescrizione reato non è automatica ma legata alla natura del provvedimento emesso in primo grado. Un’assoluzione, anche se basata sulla tenuità del fatto, non attiva il meccanismo sospensivo previsto per le condanne. La Corte ha quindi disposto l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, dichiarando il reato estinto per prescrizione, poiché questa era maturata in epoca precedente alla decisione della Corte d’Appello.

Una declaratoria di prescrizione del reato è più favorevole di un’assoluzione per ‘particolare tenuità del fatto’?
Sì, la sentenza conferma che la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione è più favorevole perché estingue il reato, mentre l’assoluzione per tenuità del fatto lascia inalterato l’illecito penale nella sua materialità storica e giuridica.

La sospensione della prescrizione introdotta dalla ‘Legge Orlando’ si applica anche in caso di sentenza di assoluzione?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che la sospensione del termine di prescrizione prevista dall’art. 159, comma 2, c.p., come modificato dalla Legge Orlando, opera soltanto in relazione a sentenze di condanna e non a quelle di assoluzione, come nel caso di proscioglimento per particolare tenuità del fatto.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza senza rinvio?
La Corte ha annullato la sentenza senza rinvio perché il reato era già estinto per prescrizione prima della pronuncia della sentenza d’appello. Essendo la prescrizione maturata, non era necessario un nuovo giudizio di merito, e la causa poteva essere chiusa definitivamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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