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Prescrizione reato: quando annulla la sentenza?

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna per un reato fallimentare, senza necessità di un nuovo processo. Nonostante il ricorso fosse ammissibile, i giudici hanno rilevato l’avvenuta prescrizione del reato, maturata nel settembre 2023, a causa del decorso del tempo. La decisione sottolinea l’obbligo del giudice di dichiarare l’estinzione del reato in ogni stato e grado del procedimento.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: Come Estingue la Condanna?

Il tempo, nel diritto penale, è un fattore cruciale. Un processo che si protrae eccessivamente può portare all’estinzione del reato per il quale si procede. Questo è il principio cardine della prescrizione reato, un istituto giuridico che garantisce la certezza del diritto e l’esigenza di non tenere un imputato sotto processo per un tempo indefinito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come questo meccanismo operi, anche nelle fasi finali del giudizio.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da due imputati avverso una sentenza della Corte d’Appello di Messina del giugno 2023. Gli imputati erano stati giudicati per un reato previsto dall’articolo 217 della Legge Fallimentare, commesso nel lontano dicembre 2015. Giunto il procedimento dinanzi alla Suprema Corte, i giudici, prima ancora di entrare nel merito delle doglianze sollevate dai ricorrenti, hanno dovuto effettuare una verifica preliminare imposta dalla legge.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla prescrizione reato

La Corte di Cassazione, con la sentenza numero 24194 del 2025, ha dichiarato l’estinzione del reato per prescrizione, annullando la sentenza impugnata senza rinvio. Sebbene il ricorso fosse stato ritenuto ammissibile, i giudici hanno constatato che il tempo massimo previsto dalla legge per perseguire quel determinato reato era ormai trascorso. Di conseguenza, il processo si è concluso con una declaratoria di estinzione, ponendo fine alla vicenda giudiziaria per gli imputati.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale penale, sancito dall’articolo 129 del codice di procedura penale: l’obbligo di dichiarare immediatamente le cause di non punibilità. In questo caso, la causa era proprio la prescrizione reato.

I giudici hanno effettuato un calcolo preciso del tempo necessario a prescrivere. Per il reato contestato, punito con una pena detentiva massima inferiore a sei anni, il termine di prescrizione, ai sensi degli articoli 157 e 161 del codice penale, è pari a sette anni e sei mesi. A questo periodo base sono stati aggiunti cento giorni, corrispondenti a un periodo di sospensione del processo verificatosi in precedenza.

Il calcolo ha rivelato che il termine ultimo per la prescrizione era spirato nel settembre 2023. Poiché la decisione della Cassazione è intervenuta nel maggio 2025, il reato era già estinto da tempo. La Corte non ha potuto fare altro che prenderne atto e annullare la condanna in via definitiva.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un concetto cruciale: la prescrizione è un istituto di diritto sostanziale che opera di diritto e deve essere rilevata dal giudice in ogni stato e grado del procedimento, anche d’ufficio. La sua maturazione prevale su qualsiasi altra valutazione, inclusa l’ammissibilità del ricorso. La decisione evidenzia come il decorso del tempo costituisca un limite invalicabile all’esercizio della potestà punitiva dello Stato, garantendo che nessun cittadino possa rimanere soggetto a un’accusa penale per un periodo irragionevole.

Cosa succede se la prescrizione matura mentre il processo è in Cassazione?
La Corte di Cassazione ha l’obbligo di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione e, di conseguenza, di annullare la sentenza impugnata senza rinviare il caso a un altro giudice, ponendo fine al procedimento.

Come è stato calcolato il tempo per la prescrizione in questo caso?
Il tempo è stato calcolato partendo dalla pena massima prevista per il reato fallimentare (art. 217 l. fall.), che ha determinato un termine base di sette anni e sei mesi. A questo periodo sono stati sommati cento giorni per un precedente periodo di sospensione del processo.

Il giudice può ignorare la maturazione della prescrizione?
No. L’articolo 129 del codice di procedura penale impone al giudice, in ogni stato e grado del processo, di dichiarare immediatamente d’ufficio la presenza di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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