Prescrizione Reato: Annullamento Penale ma non Civile
La prescrizione reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento giuridico che sancisce l’estinzione di un illecito penale a seguito del decorso di un determinato lasso di tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un’importante chiarificazione sugli effetti della prescrizione quando interviene dopo la condanna di primo grado, distinguendo nettamente tra conseguenze penali e civili. Questo articolo analizza la decisione, evidenziando come l’estinzione del reato non cancelli necessariamente l’obbligo di risarcire la vittima.
Il Caso: Condanna per Ricettazione e il Ricorso in Cassazione
La vicenda giudiziaria ha origine da una condanna per il reato di ricettazione, emessa dal Tribunale e successivamente confermata integralmente dalla Corte di Appello. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, basandolo su un unico, decisivo motivo: l’avvenuta prescrizione reato prima ancora che i giudici di secondo grado si pronunciassero.
L’imputato sosteneva che, tenendo conto del tempo trascorso dalla commissione del fatto e dei periodi di sospensione del processo, il termine massimo previsto dalla legge per perseguire il reato era già scaduto al momento della sentenza d’appello.
La prescrizione del reato e i calcoli della Cassazione
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato. I giudici hanno proceduto a un calcolo meticoloso dei termini di prescrizione applicabili al delitto di ricettazione. Il tempo necessario a prescrivere è di dieci anni, comprensivo degli aumenti di legge.
Il reato era stato commesso in una data prossima al 31 ottobre 2012. La scadenza ordinaria era quindi fissata al 31 ottobre 2022. A questo periodo, la Corte ha aggiunto 405 giorni di sospensione dei termini processuali, dovuti all’adesione del difensore a un’astensione dalle attività giudiziarie. Di conseguenza, il termine finale per la prescrizione è stato spostato al 10 dicembre 2023.
La sentenza della Corte di Appello, tuttavia, era stata emessa il 21 febbraio 2024, ovvero oltre due mesi dopo la maturazione della prescrizione. La Corte di Cassazione ha quindi stabilito che il giudice di secondo grado aveva erroneamente omesso di dichiarare l’estinzione del reato.
Effetti Penali vs. Effetti Civili: una distinzione cruciale
La parte più significativa della sentenza risiede nella distinzione tra gli effetti penali e quelli civili della prescrizione.
Le motivazioni
La Corte Suprema ha motivato la sua decisione sottolineando che, secondo un principio consolidato, il ricorso che lamenta l’erronea mancata dichiarazione della prescrizione è sempre ammissibile. Accertato che il termine massimo era effettivamente scaduto prima della pronuncia d’appello, la conseguenza inevitabile era l’annullamento della sentenza impugnata agli effetti penali. Questo significa che, dal punto di vista penale, l’imputato non può più essere considerato colpevole e la condanna viene cancellata.
Tuttavia, la Corte ha specificato che le statuizioni civili della sentenza – ovvero la condanna al risarcimento del danno e al pagamento delle spese legali in favore della parte civile – dovevano essere confermate. La motivazione di questa scelta si basa sul fatto che la condotta illecita dell’imputato era stata accertata e non contestata nei suoi elementi oggettivi e soggettivi. Tale condotta, pur non essendo più penalmente perseguibile, mantiene la sua natura di illecito civile (o ‘aquiliano’), fondando l’obbligo di risarcire il danno causato.
Le conclusioni
In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza per quanto riguarda gli aspetti penali, dichiarando il reato estinto per prescrizione. Allo stesso tempo, ha rigettato il ricorso per quanto riguarda gli aspetti civili, confermando l’obbligo risarcitorio. Questa sentenza ribadisce un principio di giustizia sostanziale: sebbene lo Stato perda il potere di punire a causa del decorso del tempo, la vittima del reato non perde il diritto a ottenere un risarcimento per il danno subito, a condizione che la responsabilità dell’autore del fatto sia stata accertata nel merito.
Quando matura la prescrizione per il reato di ricettazione secondo questa sentenza?
La prescrizione per il reato di ricettazione matura in dieci anni complessivi, tenendo conto dell’aumento di un quarto previsto dalla legge.
Cosa succede se la prescrizione matura prima della sentenza di appello?
Se la prescrizione matura prima della sentenza di appello, il giudice di secondo grado dovrebbe dichiarare il reato estinto. Se non lo fa, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna per gli effetti penali.
L’annullamento della condanna per prescrizione cancella anche l’obbligo di risarcire il danno?
No. Secondo la sentenza, se la condotta illecita è stata accertata e non è oggetto di contestazione, le statuizioni civili (come il risarcimento del danno alla parte civile) vengono confermate anche in caso di estinzione del reato per prescrizione.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 9479 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 2 Num. 9479 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/01/2025
SENTENZA
COGNOME Marco MatteoCOGNOME nato a Casarano il 02/11/1993
avverso la sentenza del 21/02/2024 della Corte Appello di Lecce visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME lette le richieste del Sostituto Procuratore generale NOME COGNOME che ha
concluso chiedendo l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.
RITENUTO IN FATTO
Con la sentenza impugnata, la Corte di appello di Lecce ha integralmente confermato la pronuncia di condanna emessa in data 10 dicembre 2019 dal Tribunale di Lecce nei confronti di NOME COGNOME per il reato di cui agli art 110-648 cod. pen.
e,
Ha proposto ricorso per cassazione NOME COGNOME a mezzo del proprio difensore, formulando un unico motivo di impugnazione, con cui lament l’intervenuta prescrizione già al momento della pronuncia di secondo grado.
Si è proceduto con trattazione scritta, ai sensi dell’art. 611, comma 1 proc. pen.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso è ammissibile (cfr. Sez. U, n. 12602 del 17/12/2015, dep. COGNOME Rv. 266819-01, in tema di ricorso per cassazione con il quale si de anche con un unico motivo, l’intervenuta estinzione del reato per prescri maturata prima della sentenza impugnata ed erroneamente non dichiarata d giudice di merito) e fondato.
Per il delitto di ricettazione, il tempo necessario a prescrivere il re individuarsi in complessivi dieci anni, comprensivi dell’aumento di un quart sensi degli artt. 157 e 161 cod. pen.
Il delitto per cui si procede risulta commesso in data anteriore e pross 31 ottobre 2012 e la circostanza non è oggetto di contestazione (cfr. sente appello, p. 1). Anche aggiungendo alla ordinaria scadenza in data 31 ottobre i complessivi 405 giorni di sospensione dei termini rilevabili dagli att dicembre 2015 al 10 gennaio 2017, per adesione del difensore all’astens dall’attività giudiziaria indetta dall’Unione delle Camere Penali Ital prescrizione risultava già maturata alla data del 10 dicembre 2023, a fronte decisione di appello intervenuta il successivo 21 febbraio 2024.
Occorre, quindi, rilevare l’estinzione per intervenuta prescrizione del ascritto al ricorrente, prima della pronuncia di appello, e pro conseguentemente all’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, ag effetti penali.
Le condanna al risarcimento del danno e alla rifusione delle spese giudizi favore della parte civile NOME COGNOME contenuta nella decision secondo grado e non oggetto di impugnazione impone, comunque, data l’incontestata sussistenza della condotta delittuosa e la sua perm connotazione aquiliana, la conferma delle statuizioni civili, con il cons rigetto del ricorso a questi fini.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata agli effetti penali perché il è estinto per prescrizione.
Rigetta il ricorso agli effetti civili.
Così deciso il 21 gennaio 2025.