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Prescrizione reato: quando annulla la condanna?

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato a causa della prescrizione del reato, maturata prima della sentenza di appello. Sebbene la Corte abbia ritenuto infondata la contestazione sull’aggravante della destrezza, ha accolto il motivo relativo alla prescrizione reato, sottolineando l’obbligo del giudice di dichiararla immediatamente, anche d’ufficio, e annullando la sentenza impugnata senza rinvio.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: La Cassazione Annulla Condanna per Furto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14130/2024) offre un importante chiarimento sul tema della prescrizione reato e sul suo impatto nel processo penale. Anche di fronte a una condotta illecita provata, il decorso del tempo può portare all’annullamento di una condanna, come avvenuto in un caso di furto aggravato. La pronuncia sottolinea un principio fondamentale: la prescrizione deve essere rilevata dal giudice in qualsiasi stato e grado del procedimento, anche in assenza di una specifica richiesta della difesa.

I Fatti del Processo

Il caso riguardava un individuo condannato in primo grado per il reato di furto, con le aggravanti della destrezza e dell’esposizione della cosa alla pubblica fede. La Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la sentenza, escludendo una delle aggravanti e riducendo la pena a un anno di reclusione e 300 euro di multa. Nonostante la conferma della colpevolezza, la difesa ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni: una sulla sussistenza dell’aggravante della destrezza e l’altra, decisiva, sull’intervenuta prescrizione del reato.

La Questione dell’Aggravante della Destrezza

Il primo motivo di ricorso contestava la configurabilità dell’aggravante della destrezza (art. 625, n. 4 c.p.). La difesa sosteneva che le modalità del furto non integrassero tale circostanza. La Cassazione, tuttavia, ha dichiarato questo motivo manifestamente infondato.

Richiamando la propria giurisprudenza consolidata (in particolare la sent. n. 23549/2020), la Corte ha ribadito che la destrezza non si limita al borseggio o al contatto fisico con la vittima. Essa sussiste anche quando la condotta abile e repentina riguarda direttamente il bene sottratto, che si trova sotto l’immediata vigilanza della persona offesa. Ad esempio, sottrarre un oggetto appoggiato su un veicolo mentre il proprietario è girato di spalle a conversare configura pienamente tale aggravante.

Il Ruolo Decisivo della Prescrizione Reato

Il secondo motivo di ricorso si è rivelato vincente. La difesa ha correttamente evidenziato che il reato, commesso il 10 gennaio 2014, si era estinto per prescrizione il 10 luglio 2021. Tale data era anteriore alla pronuncia della sentenza d’appello, emessa il 6 dicembre 2022. Il giudice di secondo grado, quindi, avrebbe dovuto dichiarare l’estinzione del reato invece di confermare, seppur parzialmente, la condanna.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha accolto il secondo motivo, annullando la sentenza senza rinvio. La motivazione si fonda su due pilastri:

1. L’obbligo di immediata declaratoria: Ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale, il giudice ha il dovere di dichiarare immediatamente d’ufficio le cause di non punibilità, tra cui la prescrizione, in ogni stato e grado del processo.
2. L’ammissibilità del ricorso: La Cassazione ha richiamato il principio espresso dalle Sezioni Unite (sent. Ricci, n. 12602/2016), secondo cui è ammissibile il ricorso per cassazione che deduca, anche per la prima volta, la prescrizione maturata prima della sentenza impugnata. Il mancato rilievo da parte del giudice di merito costituisce un errore di diritto che la Suprema Corte è tenuta a correggere.

Di conseguenza, avendo accertato che il termine di prescrizione era spirato prima della decisione d’appello, la Cassazione non ha potuto fare altro che annullare la condanna perché il reato era ormai estinto.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce l’importanza della prescrizione reato come istituto di garanzia nel sistema penale. Essa stabilisce un limite temporale all’esercizio della pretesa punitiva dello Stato, assicurando la certezza del diritto. La decisione evidenzia che il controllo sul decorso dei termini di prescrizione è un dovere del giudice, la cui omissione può essere fatta valere con successo in Cassazione, portando all’annullamento della condanna. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la verifica dei termini prescrizionali deve essere una priorità costante in ogni fase del procedimento, poiché può determinare l’esito del processo indipendentemente dall’accertamento della colpevolezza.

Quando si configura l’aggravante della destrezza nel furto?
L’aggravante della destrezza sussiste non solo in caso di contatto fisico con la vittima (es. borseggio), ma anche quando la condotta abile e repentina riguarda direttamente il bene sottratto che si trovi alla portata e sotto l’immediata vigilanza della persona offesa, anche se quest’ultima è momentaneamente distratta o girata di spalle.

Cosa succede se un reato si prescrive prima della sentenza di appello?
Se il reato si estingue per prescrizione prima della sentenza di appello, quest’ultima, qualora condanni l’imputato, è illegittima e deve essere annullata. Il giudice ha l’obbligo di dichiarare immediatamente l’estinzione del reato non appena ne matura il termine.

È possibile ricorrere in Cassazione se il giudice d’appello non ha dichiarato la prescrizione già maturata?
Sì, è possibile. La Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso è ammissibile anche se deduce per la prima volta l’intervenuta prescrizione del reato, a condizione che questa sia maturata prima della sentenza impugnata. Il mancato rilievo da parte del giudice d’appello costituisce un errore di diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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