Prescrizione Reato: La Cassazione Annulla la Condanna per Decorso del Tempo
La prescrizione del reato è un istituto giuridico fondamentale nel nostro ordinamento penale, che sancisce l’estinzione di un reato a seguito del trascorrere di un determinato periodo di tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito la sua importanza, annullando una condanna proprio perché il tempo massimo per perseguire l’illecito era scaduto. Analizziamo insieme questa decisione per comprendere meglio il suo funzionamento e le sue implicazioni pratiche.
I Fatti di Causa
Il caso riguarda un soggetto condannato in primo grado e successivamente dalla Corte di Appello di Roma per il delitto di falso ideologico commesso da un privato in atto pubblico, previsto dall’articolo 483 del codice penale. I fatti contestati risalivano al 28 dicembre 2015.
Contro la sentenza di secondo grado, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, affidandosi a un unico motivo di impugnazione. La difesa lamentava la violazione di legge e il vizio di motivazione in merito al rigetto, da parte dei giudici di merito, della richiesta di applicazione delle pene sostitutive, alla luce delle recenti novità legislative introdotte dal d.lgs. n. 150 del 2022 (la cosiddetta ‘Riforma Cartabia’).
Il Ruolo della Cassazione e la Verifica sulla Prescrizione del Reato
La Corte di Cassazione, prima di entrare nel merito delle questioni sollevate dalla difesa, ha il dovere di verificare la sussistenza di eventuali cause di non punibilità, come appunto la prescrizione del reato. Questo controllo preliminare è prioritario rispetto all’analisi dei motivi del ricorso, a meno che questi non siano palesemente inammissibili.
Nel caso di specie, i giudici hanno ritenuto il ricorso non ‘manifestamente infondato’. Ciò ha permesso loro di procedere con la verifica dei termini di prescrizione. Questo passaggio è cruciale: se un ricorso è valido, la Corte deve prima accertarsi che lo Stato abbia ancora il potere di punire l’imputato.
Le Motivazioni
La Suprema Corte ha rilevato che il reato, commesso il 28 dicembre 2015, era soggetto a un termine di prescrizione di sette anni e sei mesi, calcolato tenendo conto degli atti interruttivi ma in assenza di periodi di sospensione. Sulla base di questo calcolo, il termine massimo per la punibilità era spirato il 19 marzo 2024.
Poiché l’udienza di discussione del ricorso si è tenuta l’11 settembre 2024, ovvero dopo la scadenza del termine, la Corte non ha potuto fare altro che prendere atto dell’avvenuta estinzione del reato. Di conseguenza, ha pronunciato una sentenza di annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato. Questo significa che la condanna è stata cancellata in via definitiva, senza necessità di un ulteriore processo, perché il potere punitivo dello Stato si era esaurito.
Le Conclusioni
Questa sentenza evidenzia un principio cardine del diritto processuale penale: la verifica della prescrizione è un adempimento prioritario per il giudice, che prevale sull’esame del merito del ricorso, purché quest’ultimo non sia palesemente inammissibile. La decisione dimostra come il decorso del tempo possa avere un impatto decisivo sull’esito di un procedimento penale, portando all’estinzione del reato e all’annullamento di una condanna, indipendentemente dalla fondatezza delle accuse o dei motivi di ricorso presentati. Si tratta di una garanzia per il cittadino contro l’eccessiva durata dei processi.
Quando un reato si estingue per prescrizione?
Un reato si estingue per prescrizione quando è trascorso il tempo massimo stabilito dalla legge (in questo caso, sette anni e sei mesi) dalla data di commissione del fatto, senza che sia intervenuta una sentenza definitiva.
Cosa significa ‘annullamento senza rinvio’ per prescrizione del reato?
Significa che la Corte di Cassazione cancella la sentenza di condanna in modo definitivo. Non ci sarà un nuovo processo perché il reato non è più punibile a causa del tempo trascorso.
La Corte di Cassazione esamina sempre il merito di un ricorso?
No. Come dimostra questo caso, se la Corte rileva una causa di estinzione del reato come la prescrizione e il ricorso non è palesemente inammissibile, deve dichiarare estinto il reato, e tale pronuncia prevale sull’esame dei motivi specifici sollevati dalla difesa.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2205 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 7 Num. 2205 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 11/09/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a BARLETTA il 13/12/1957
avverso la sentenza del 07/12/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Con sentenza del 7 dicembre 2023 la Corte di appello di Roma ha confermato la condanna di NOME COGNOME per il delitto di cui all’art. 483 cod. pen.
Avverso la pronuncia è stato presentato ricorso per cassazione nell’interesse dell’imputato, articolando un unico motivo (di seguito enunciato nei limiti di cui all’art. 173, comma 1, disp. att. cod. proc. pen.), con il quale sono stati prospettati la violazione della legge penale sostanziale e processuale nonché il vizio di motivazione in relazione al rigetto dell’istanza di applicazione delle pene sostitutive.
Il ricorso non è manifestamente infondato, tenuto conto dell’ancora recente disciplina che ha novellato la materia delle pene sostitutive (cfr. d.lgs. n. 150 del 2022) e della giurisprudenza sul punto (ivi compresa Sez. 2, n. 8794 del 14/02/2024, COGNOME, Rv. 286006 – 01, richiamata dalla difesa).
Deve, pertanto, rilevarsi che il 19 marzo 2024 è spirato il termine di prescrizione del reato (commesso il 28 dicembre 2015), pari a sette anni e sei mesi (tenendo conto dell’interruzione e non constando sospensioni: cfr. artt. 157 e 161 cod. pen.); e deve disporsi l’annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per prescrizione.
Così deciso il 11/09/2024.