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Prescrizione reato: prevale su art. 131 bis c.p.

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di proscioglimento per particolare tenuità del fatto, emessa dalla Corte d’Appello, perché il reato era già estinto. La Corte ha stabilito che la prescrizione reato, essendo una causa di estinzione più favorevole per l’imputato, deve essere dichiarata con precedenza rispetto alla non punibilità per tenuità, che invece presuppone un accertamento del fatto illecito.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: La Cassazione Annulla l’Assoluzione per Tenuità del Fatto

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: la prescrizione reato, quando maturata, deve essere dichiarata prioritariamente rispetto ad altre cause di non punibilità, come quella per particolare tenuità del fatto prevista dall’art. 131 bis del codice penale. Questa decisione sottolinea l’importanza di applicare sempre la formula di proscioglimento più favorevole all’imputato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un procedimento penale per un reato tributario, previsto dall’art. 10 del D.Lgs. 74/2000, accertato in data 12 dicembre 2012. In primo grado, il Tribunale aveva emesso una sentenza di proscioglimento ai sensi dell’art. 131 bis c.p., ritenendo l’offesa di particolare tenuità. Tale decisione era stata successivamente confermata dalla Corte d’Appello di Napoli con sentenza del 23 aprile 2024.

Contro questa pronuncia, l’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, sollevando un’unica, ma decisiva, questione di diritto.

Il Ricorso per Cassazione e la Prescrizione del Reato

Il ricorrente ha sostenuto che i giudici d’appello avessero commesso un errore di diritto. Specificamente, ha evidenziato che, al momento della pronuncia della sentenza di secondo grado, il termine massimo di prescrizione reato era già ampiamente decorso.

Secondo la difesa, la Corte d’Appello avrebbe dovuto, prima di ogni altra valutazione, verificare la decorrenza dei termini di prescrizione e, riscontratane la maturazione, dichiarare l’estinzione del reato. Questa formula, infatti, è considerata più vantaggiosa per l’imputato rispetto al proscioglimento per particolare tenuità del fatto. Anche il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ha condiviso questa tesi, chiedendo l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata proprio per l’intervenuta prescrizione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo pienamente le argomentazioni della difesa e del Procuratore Generale. Il principio cardine su cui si basa la decisione è quello del favor rei, ovvero la regola secondo cui, tra più soluzioni possibili, deve essere scelta quella più favorevole all’imputato.

La declaratoria di estinzione del reato per prescrizione cancella la rilevanza penale del fatto storico. Al contrario, il proscioglimento per particolare tenuità del fatto, pur escludendo la punibilità, presuppone un accertamento della sussistenza del reato e della colpevolezza dell’imputato. La condotta, sebbene non punita, viene comunque qualificata come illecita e la relativa sentenza viene iscritta nel casellario giudiziale, con possibili effetti pregiudizievoli futuri.

Di conseguenza, la prescrizione reato rappresenta una formula di proscioglimento più liberatoria e completa. I giudici di legittimità hanno quindi stabilito che la Corte d’Appello avrebbe dovuto rilevare d’ufficio la maturazione dei termini e dichiarare il reato estinto, senza entrare nel merito della tenuità del fatto. Accogliendo il ricorso, la Cassazione ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato per prescrizione.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio consolidato ma di fondamentale importanza pratica: il controllo sulla prescrizione reato è un adempimento prioritario per il giudice in ogni stato e grado del procedimento. Qualora i termini siano decorsi, il giudice è tenuto a dichiarare l’estinzione del reato, poiché questa formula prevale su altre cause di proscioglimento meno favorevoli, come la tenuità del fatto. Per gli imputati e i loro difensori, questa decisione conferma il diritto di vedere applicata la causa estintiva più vantaggiosa, anche attraverso l’impugnazione di sentenze che, pur essendo di proscioglimento, si basano su presupposti meno liberatori.

Tra la prescrizione del reato e l’assoluzione per particolare tenuità del fatto, quale deve prevalere?
Deve prevalere la prescrizione del reato, se maturata, perché è considerata una formula di proscioglimento più favorevole per l’imputato.

Perché la prescrizione è più favorevole rispetto al proscioglimento per tenuità del fatto?
Perché la prescrizione estingue il reato in sé, eliminandone la rilevanza penale, mentre il proscioglimento per tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.) presuppone comunque un accertamento del fatto illecito e della colpevolezza dell’autore, con iscrizione nel casellario giudiziale.

Cosa fa la Corte di Cassazione se rileva che un reato è prescritto ma il giudice di merito ha prosciolto per tenuità del fatto?
La Corte di Cassazione annulla la sentenza impugnata senza rinvio e dichiara direttamente l’estinzione del reato per prescrizione, chiudendo così il caso con la formula più favorevole all’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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