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Prescrizione reato permanente: la decisione Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro una condanna per invasione di edifici. L’ordinanza chiarisce che la prescrizione del reato permanente decorre solo dalla cessazione della condotta illecita (fine dell’occupazione) o dalla sentenza di primo grado, e non dal momento iniziale dell’invasione. Il ricorso è stato respinto anche per mancanza di specificità dei motivi.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato Permanente: Quando Inizia a Decorrere? L’Analisi della Cassazione

Comprendere i meccanismi della prescrizione è fondamentale nel diritto penale, ma la questione si complica quando si tratta di un prescrizione reato permanente. A differenza dei reati istantanei, che si consumano in un unico momento, i reati permanenti vedono la condotta illecita protrarsi nel tempo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante delucidazione su quando inizi a decorrere il termine di prescrizione per questi illeciti, analizzando un caso di invasione di edifici.

I Fatti del Caso: L’Occupazione Abusiva e il Ricorso

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello per il reato di invasione di edifici, previsto dall’art. 633 del codice penale. L’imputato, ritenuto responsabile dell’occupazione illegale di un immobile, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali. In primo luogo, ha contestato la correttezza della motivazione che lo dichiarava colpevole. In secondo luogo, ha sostenuto che il reato avrebbe dovuto essere dichiarato estinto per intervenuta prescrizione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le doglianze sollevate dal ricorrente. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi distinti: uno di natura procedurale, relativo alla specificità dei motivi di ricorso, e uno di natura sostanziale, che affronta direttamente il calcolo della prescrizione reato permanente.

Le Motivazioni: Specificità del Ricorso e la Prescrizione del Reato Permanente

La Corte ha innanzitutto bocciato il primo motivo di ricorso definendolo privo dei requisiti di specificità richiesti dall’art. 581 del codice di procedura penale. I giudici hanno sottolineato che un’impugnazione non può limitarsi a critiche generiche, ma deve confrontarsi puntualmente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Tentare di proporre una ricostruzione alternativa dei fatti o una diversa valutazione delle prove è un’operazione non consentita in sede di legittimità.

Il fulcro della decisione, tuttavia, risiede nell’analisi del secondo motivo, quello relativo alla prescrizione. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: il delitto di invasione di edifici è un reato permanente. Questo significa che la condotta illecita non si esaurisce con l’atto iniziale di invasione, ma perdura per tutto il tempo in cui l’occupazione si protrae. Di conseguenza, il termine di prescrizione non inizia a decorrere dal primo giorno dell’occupazione, ma solo dal momento in cui questa cessa. La cessazione può avvenire con l’allontanamento dell’occupante dall’edificio o, in alternativa, coincide con la data della sentenza di condanna di primo grado. Pertanto, la richiesta dell’imputato è stata giudicata manifestamente infondata perché basata su un errato calcolo del termine prescrizionale.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, rafforza la necessità per i difensori di redigere ricorsi specifici e ben argomentati, che non si limitino a contestare genericamente la decisione di merito. In secondo luogo, consolida l’interpretazione giurisprudenziale sul dies a quo (il giorno da cui) della prescrizione reato permanente. Per chi subisce un’occupazione abusiva, questa pronuncia conferma che l’azione penale non è indebolita dal semplice passare del tempo finché l’illecito perdura. Infine, la Corte ricorda che l’inammissibilità del ricorso preclude la possibilità di rilevare un’eventuale prescrizione maturata dopo la sentenza d’appello, rendendo ancora più stringente l’onere di presentare un’impugnazione formalmente e sostanzialmente corretta.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per un reato permanente come l’invasione di edifici?
Secondo la Corte, il termine di prescrizione inizia a decorrere solo dal momento in cui cessa la condotta illecita, ovvero quando l’occupante lascia l’edificio o, in alternativa, dalla data della sentenza di condanna di primo grado.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per mancanza di specificità?
Un ricorso è inammissibile per mancanza di specificità quando i motivi sono generici, non si correlano puntualmente con le argomentazioni della sentenza impugnata o tendono a una rivalutazione delle prove, attività non consentita nel giudizio di legittimità.

Se la prescrizione matura dopo la sentenza d’appello, può essere dichiarata dalla Corte di Cassazione se il ricorso è inammissibile?
No. L’ordinanza chiarisce che l’inammissibilità del ricorso preclude alla Corte di Cassazione la possibilità di rilevare l’eventuale prescrizione maturata successivamente alla sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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