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Prescrizione reato: onere prova spetta all’imputato

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per indebita percezione di erogazioni pubbliche. Il motivo del ricorso, basato sulla presunta prescrizione del reato, è stato ritenuto generico. La Corte ha ribadito un principio fondamentale: grava sull’imputato che invoca la prescrizione l’onere di allegare gli elementi specifici per dimostrare una diversa decorrenza del termine rispetto a quella contestata, onere che nel caso di specie non è stato assolto.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: L’Onere della Prova Ricade sull’Imputato

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto processuale penale: l’onere della prova in materia di prescrizione reato. La Suprema Corte ha stabilito che non è sufficiente per l’imputato eccepire genericamente l’estinzione del reato, ma è necessario che fornisca elementi concreti a sostegno della propria tesi. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna emessa dalla Corte d’Appello per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato, previsto dall’art. 316-ter del codice penale. L’imputato, ritenuto colpevole di aver percepito illecitamente un’indennità mentre si trovava all’estero, ha proposto ricorso per cassazione. L’unico motivo di doglianza era fondato sull’avvenuta prescrizione del reato, che, a suo dire, si sarebbe compiuta prima della sentenza di secondo grado.

La Decisione della Corte sulla Prescrizione del Reato

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo il motivo presentato del tutto generico. Secondo i giudici, l’imputato non ha adempiuto al proprio onere di allegazione. In pratica, chi intende beneficiare della causa estintiva della prescrizione deve fare di più che semplicemente invocarla: deve indicare specifici elementi di fatto dai quali desumere una data di inizio del decorso del termine diversa da quella risultante dagli atti processuali.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha basato la sua decisione su un principio consolidato in giurisprudenza. Viene richiamato il concetto secondo cui l’onere di allegare gli elementi a sostegno della prescrizione reato grava sull’imputato. Nel caso di specie, il reato di cui all’art. 316-ter c.p. si consuma nel momento e nel luogo in cui avviene l’effettivo conseguimento dell’indebita erogazione. La data di commissione del fatto era stata individuata nel 1° febbraio 2015.

L’imputato, per contrastare tale datazione e dimostrare che il reato si era prescritto prima della decisione d’appello, avrebbe dovuto fornire prove concrete. Non avendolo fatto, la sua eccezione è rimasta una mera affermazione, priva di quel fondamento fattuale necessario per essere presa in considerazione dal giudice di legittimità. La Corte d’Appello, pertanto, aveva correttamente escluso la prescrizione, e la Cassazione ha confermato tale impostazione, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Le Conclusioni

Questa pronuncia rafforza un importante principio di responsabilità processuale. La prescrizione reato non è un automatismo che scatta sulla base di una semplice dichiarazione. È un istituto giuridico che richiede una verifica fattuale precisa. L’imputato che la invoca assume un ruolo attivo: deve ‘collaborare’ alla ricostruzione della cronologia dei fatti, fornendo al giudice tutti gli elementi in suo possesso che possano dimostrare la fondatezza della sua eccezione. Un ricorso generico, privo di tali allegazioni, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria.

A chi spetta l’onere di provare la decorrenza del termine per la prescrizione del reato?
Secondo la Corte, grava sull’imputato che voglia giovarsi della prescrizione l’onere di allegare gli elementi in suo possesso da cui desumere una data di inizio del decorso del termine diversa da quella che risulta dagli atti.

Cosa succede se il motivo di ricorso basato sulla prescrizione è considerato generico?
Se il motivo è generico, cioè non supportato da elementi specifici che dimostrino la fondatezza dell’eccezione, il ricorso viene dichiarato inammissibile.

Quando si considera consumato il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato (art. 316-ter c.p.)?
Il reato si consuma nel momento e nel luogo in cui avviene il conseguimento effettivo dell’indebita erogazione, ovvero quando la somma di denaro entra nella disponibilità del soggetto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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