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Prescrizione reato: l’errore annulla la condanna

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per bancarotta fraudolenta a causa dell’estinzione del reato per prescrizione. La decisione è scaturita da un ricorso straordinario che ha evidenziato un errore di fatto nel calcolo dei termini di sospensione della prescrizione da parte della stessa Corte in un precedente giudizio. Ricalcolando correttamente i termini, è emerso che la prescrizione del reato era maturata prima della precedente pronuncia, rendendo inevitabile l’annullamento della sentenza di condanna.

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Pubblicato il 4 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: Quando un Errore di Calcolo Può Annullare una Condanna

L’istituto della prescrizione reato rappresenta un pilastro del nostro ordinamento penale, stabilendo che lo Stato non può perseguire un illecito all’infinito. Il tempo che scorre può estinguere la pretesa punitiva, ma il calcolo dei termini è un’operazione complessa, soggetta a sospensioni e interruzioni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Num. 28010/2024) dimostra come un errore percettivo in questo calcolo possa avere conseguenze decisive, portando all’annullamento di una condanna per bancarotta fraudolenta.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso Straordinario

La vicenda processuale riguarda un imputato condannato dalla Corte d’Appello di Milano per un reato di bancarotta fraudolenta commesso nell’aprile del 2010. L’imputato proponeva ricorso in Cassazione e, in subordine, chiedeva la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione.

In un primo momento, nel maggio 2023, la Suprema Corte rigettava il ricorso. Tuttavia, la difesa non si arrendeva e presentava un ricorso straordinario per errore di fatto, uno strumento eccezionale per correggere sviste materiali nelle decisioni della Cassazione. La difesa sosteneva che la Corte avesse erroneamente calcolato un periodo di sospensione della prescrizione di 53 giorni, legato a un’udienza del gennaio 2020. Contrariamente a quanto ritenuto dalla Corte, quell’udienza si era svolta regolarmente, senza alcun impedimento che giustificasse la sospensione.

L’Errore sul Calcolo della Prescrizione del Reato

Accogliendo il ricorso straordinario, la Cassazione ha riesaminato il caso in una nuova udienza. L’analisi ha confermato l’errore: l’udienza del 15 gennaio 2020 si era tenuta regolarmente e il successivo rinvio era stato disposto per l’esame di testi, non per un impedimento dell’imputato o del difensore. Di conseguenza, i 53 giorni non dovevano essere conteggiati come periodo di sospensione della prescrizione.

Senza quei 53 giorni, il termine massimo di prescrizione del reato (pari a dodici anni e sei mesi, oltre ad altre sospensioni legittime per un totale di 155 giorni) risultava essere maturato il 27 marzo 2023. Questa data era anteriore alla precedente pronuncia della Cassazione che aveva rigettato il ricorso.

La Valutazione sull’Assoluzione nel Merito

Prima di dichiarare l’estinzione del reato, la Corte ha dovuto applicare il principio sancito dall’art. 129, comma 2, del codice di procedura penale. Questa norma impone al giudice di pronunciare una sentenza di assoluzione nel merito (ad esempio, perché il fatto non sussiste o l’imputato non lo ha commesso) anche quando il reato è prescritto, ma solo se la prova dell’innocenza è evidente e non richiede ulteriori accertamenti.

Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che dagli atti non emergesse una prova così palese dell’innocenza dell’imputato, pertanto ha dovuto dare precedenza alla causa estintiva della prescrizione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base della semplice aritmetica processuale. Una volta corretto l’errore di fatto sul calcolo della sospensione, è risultato inconfutabile che il termine massimo di prescrizione fosse decorso prima del precedente giudizio di legittimità. L’errore percettivo della Corte aveva impedito la corretta e tempestiva declaratoria di estinzione del reato. La sentenza impugnata della Corte d’Appello è stata quindi annullata senza rinvio, poiché non erano necessari ulteriori accertamenti di merito e il reato era estinto.

Le Conclusioni

Questa sentenza sottolinea l’importanza cruciale della precisione procedurale nel processo penale. Un errore di fatto, anche se apparentemente piccolo come il calcolo di un periodo di rinvio, può determinare l’esito di un intero processo. Il ricorso straordinario si è rivelato uno strumento fondamentale per ristabilire la correttezza del procedimento e garantire l’applicazione di un principio fondamentale come quello della prescrizione del reato, che tutela il cittadino dall’incertezza di un’accusa penale a tempo indeterminato.

Cosa succede se la Corte di Cassazione commette un errore di fatto nel calcolare la prescrizione di un reato?
Se la Corte di Cassazione commette un errore di fatto, come un errato calcolo dei periodi di sospensione della prescrizione, la parte interessata può presentare un ricorso straordinario. Se l’errore viene riconosciuto, la sentenza errata viene revocata e il caso viene riesaminato, portando, come in questa vicenda, all’annullamento della condanna se il reato risulta effettivamente prescritto.

Un rinvio dell’udienza per esame dei testi della difesa sospende il corso della prescrizione?
No. La sentenza chiarisce che un differimento dell’udienza disposto per l’esame dei testi della difesa, quando l’udienza precedente si è svolta regolarmente senza impedimenti dell’imputato o del suo difensore, non costituisce una causa di sospensione del termine di prescrizione.

Se un reato è prescritto, il giudice può comunque assolvere l’imputato nel merito?
Sì, ai sensi dell’art. 129, comma 2, del codice di procedura penale, il giudice deve pronunciare una sentenza di assoluzione se la prova dell’innocenza dell’imputato (ad esempio, per insussistenza del fatto o perché non lo ha commesso) risulta ‘evidente’ dagli atti, senza necessità di ulteriori indagini. In mancanza di tale evidenza, prevale la declaratoria di estinzione del reato per prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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