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Prescrizione reato: l’astensione del PM non sospende

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per omessa dichiarazione IVA, stabilendo un importante principio sulla prescrizione del reato. La Corte ha chiarito che l’adesione del Pubblico Ministero a un’astensione dalle udienze non costituisce una causa di sospensione dei termini. A seguito del ricalcolo, il reato è risultato estinto per prescrizione prima della sentenza di appello, portando all’annullamento senza rinvio della condanna.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: L’Astensione del PM non Sospende i Termini

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di prescrizione reato, stabilendo che l’adesione del Pubblico Ministero a un’astensione dalle udienze non può causare la sospensione dei termini. Questa decisione ha portato all’annullamento di una condanna per un reato tributario, dimostrando l’importanza di un corretto calcolo dei periodi di sospensione, che non possono mai penalizzare l’imputato per cause a lui non riconducibili.

I Fatti del Caso: Omessa Dichiarazione IVA e il Ricorso in Cassazione

Il caso riguardava un imprenditore condannato in primo grado e in appello per il reato di omessa presentazione della dichiarazione IVA per l’anno d’imposta 2012, previsto dall’art. 5 del D.Lgs. 74/2000.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due motivi principali:
1. Assenza del dolo di evasione: La difesa sosteneva che l’intento di evadere le tasse non sussisteva, poiché l’imputato aveva comunque comunicato i dati IVA, una condotta considerata incompatibile con la volontà di frodare il fisco.
2. Errato calcolo della prescrizione: Questo è il motivo che si è rivelato decisivo. La difesa ha contestato il calcolo dei periodi di sospensione della prescrizione effettuato dalla Corte d’Appello, evidenziando un errore specifico. Un rinvio di 21 giorni era stato imputato a un’adesione del difensore a un’astensione, mentre, come dimostrato dal verbale d’udienza, era stato il vice procuratore onorario a decidere di astenersi.

Il Calcolo della Prescrizione Reato e l’Errore Decisivo

Il cuore della questione legale risiede nel calcolo dei termini di prescrizione del reato. La Corte d’Appello aveva sommato diversi periodi di rinvio per un totale di 298 giorni di sospensione. Tra questi, figuravano 21 giorni dovuti a un rinvio concesso perché il rappresentante dell’accusa aveva aderito a un’astensione proclamata dalla magistratura onoraria.

La difesa ha correttamente eccepito che tale periodo non poteva essere considerato una causa di sospensione. Le cause di sospensione, infatti, sono tassativamente previste dalla legge e, in generale, si verificano per impedimenti dell’imputato o del suo difensore o su loro richiesta. Un’astensione del Pubblico Ministero non rientra in queste categorie.

Le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il secondo motivo di ricorso, ritenendolo fondato e assorbente rispetto al primo. I giudici hanno ribadito un principio consolidato: l’adesione del vice procuratore onorario all’astensione dalle udienze, proclamata da un organo rappresentativo della magistratura onoraria, non sospende il decorso dei termini della prescrizione. Sebbene il Procuratore della Repubblica debba prendere atto di tale circostanza, è comunque suo dovere assicurare la partecipazione del suo ufficio al dibattimento.

Di conseguenza, la Cassazione ha ricalcolato il periodo di sospensione, escludendo i 21 giorni erroneamente conteggiati. Il periodo totale di sospensione è stato così ridotto a 277 giorni.

Il reato di omessa dichiarazione si consuma il novantunesimo giorno successivo alla scadenza del termine per la presentazione. Nel caso di specie, la consumazione era avvenuta il 31 dicembre 2013. Il termine massimo di prescrizione per questo reato è di dieci anni. Aggiungendo i 277 giorni di sospensione corretti, il termine ultimo per la prescrizione è spirato il 3 ottobre 2024. Poiché la sentenza della Corte d’Appello era stata emessa in data successiva (8 ottobre 2024), il reato si era già estinto.

Le conclusioni: Annullamento della Condanna e Implicazioni Pratiche

Sulla base di questo ricalcolo, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione.

La decisione sottolinea un’importante garanzia per l’imputato: il tempo del processo non può essere dilatato a suo svantaggio per cause che non gli sono imputabili. L’astensione di un magistrato dell’accusa è una di queste. Questa sentenza serve come un fondamentale promemoria per i giudici di merito sull’importanza di un’applicazione rigorosa e corretta delle norme che regolano la sospensione della prescrizione, un istituto che incide direttamente sulla libertà personale e sulla certezza del diritto.

L’adesione del pubblico ministero a un’astensione dalle udienze sospende il termine di prescrizione del reato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’adesione del vice procuratore onorario a un’astensione proclamata dal proprio organo rappresentativo non costituisce una causa di sospensione della prescrizione.

Quando si consuma il reato di omessa dichiarazione IVA?
Il reato di omessa dichiarazione, previsto dall’art. 5 del D.Lgs. 74/2000, si consuma alla scadenza del novantunesimo giorno successivo al termine ultimo stabilito dalla legge per la presentazione della dichiarazione annuale.

Cosa succede se la prescrizione matura prima della sentenza d’appello ma il giudice non la dichiara?
Se la prescrizione del reato matura prima della sentenza di secondo grado ed emerge in sede di ricorso, la Corte di Cassazione annulla la sentenza di condanna senza rinvio, perché il reato deve considerarsi estinto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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