Prescrizione Reato: Quando un Errore sulla Recidiva Annulla la Condanna
La corretta applicazione delle circostanze aggravanti è un pilastro del diritto penale, con effetti diretti sulla pena e sulla prescrizione del reato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, annullando una condanna per ricettazione a causa di un’erronea valutazione della recidiva. Questo caso dimostra come un vizio di legge, anche se tecnico, possa determinare l’esito di un intero procedimento giudiziario.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale ha origine da una condanna per il delitto di ricettazione emessa dal Tribunale di Bari nel 2018. La sentenza veniva successivamente confermata dalla Corte di Appello di Bari nel 2022. L’imputato, tuttavia, decideva di ricorrere in Cassazione, sollevando un motivo decisivo: la violazione di legge relativa all’erronea applicazione della recidiva infraquinquennale.
L’imputato sosteneva che i giudici di merito avessero sbagliato a considerare sussistente tale aggravante, che aveva comportato un allungamento dei termini di prescrizione del reato. La difesa evidenziava come, al momento della commissione del fatto (novembre 2007), non risultasse a carico dell’imputato alcuna condanna definitiva, presupposto indispensabile per l’applicazione della recidiva.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo fondato il motivo presentato dalla difesa. I giudici hanno constatato che la Corte d’Appello aveva effettivamente commesso un errore nel ritenere sussistente la recidiva. Di conseguenza, il calcolo del tempo necessario a prescrivere il reato era stato viziato fin dall’inizio.
Senza l’aumento derivante dall’aggravante, il termine massimo di prescrizione per il reato di ricettazione era di dieci anni, a cui andavano aggiunti i periodi di sospensione. Eseguendo il calcolo corretto, la Corte ha rilevato che, alla data della sentenza d’appello (20 ottobre 2022), il reato era già ampiamente estinto.
Pertanto, la Cassazione ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione.
Le Motivazioni: Errore sul Calcolo della Prescrizione del Reato
Il cuore della decisione risiede nella corretta interpretazione dei presupposti per l’applicazione della recidiva e del suo impatto sulla prescrizione del reato. La Corte ha chiarito che la recidiva, in particolare quella infraquinquennale, può essere contestata solo se, al momento della commissione del nuovo delitto, il soggetto ha già riportato una condanna divenuta irrevocabile.
Nel caso specifico, dal certificato penale dell’imputato emergeva che nel novembre 2007 (data del commesso reato) non vi era alcuna condanna definitiva. La Corte d’Appello, quindi, non avrebbe dovuto tenere conto di questa aggravante ad effetto speciale per determinare il tempo necessario a prescrivere.
L’errore ha avuto una conseguenza determinante: l’applicazione dell’aggravante aveva esteso il termine di prescrizione, consentendo al processo di proseguire. Rimuovendo tale aggravante, il termine massimo tornava ad essere quello ordinario di dieci anni (più sospensioni). Un semplice ricalcolo ha dimostrato che questo termine era già spirato prima ancora che venisse emessa la sentenza di secondo grado. Poiché non emergevano evidenti cause di proscioglimento nel merito, l’unica conclusione possibile era dichiarare l’estinzione del reato.
Conclusioni: L’Importanza di un Corretto Calcolo dei Termini
Questa sentenza sottolinea l’importanza cruciale della precisione nell’applicazione delle norme penali, specialmente quelle che incidono su istituti fondamentali come la prescrizione. La recidiva non è un automatismo, ma una condizione che richiede una verifica puntuale dei suoi presupposti temporali e giuridici. Un errore in questa valutazione può vanificare l’intero iter processuale, portando all’annullamento di una condanna non per l’innocenza dell’imputato, ma per il decorso del tempo. Per gli operatori del diritto, questo caso serve come monito a esaminare con la massima diligenza ogni aspetto che possa influenzare la prescrizione del reato, garantendo così la corretta applicazione della legge.
Quando si applica l’aggravante della recidiva?
Sulla base della sentenza, l’aggravante della recidiva si applica solo quando, al momento della commissione del nuovo reato, l’imputato ha già riportato una condanna definitiva. Non è sufficiente che una condanna intervenga successivamente.
Cosa succede se la recidiva viene applicata erroneamente per calcolare la prescrizione del reato?
Se la recidiva viene applicata per errore, il calcolo del termine di prescrizione risulta viziato. Se, ricalcolando il termine senza l’aumento dovuto all’aggravante, emerge che il tempo è già trascorso, il reato deve essere dichiarato estinto e la sentenza di condanna annullata.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza senza rinvio?
La Corte ha annullato la sentenza senza rinvio perché ha constatato direttamente l’estinzione del reato per prescrizione. Essendo questa una causa di estinzione del reato che non richiede ulteriori accertamenti di merito, non era necessario un nuovo processo d’appello e la Corte ha potuto decidere in via definitiva.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 11121 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 2 Num. 11121 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 17/01/2024
Sentenza
sul ricorso proposto da COGNOME NOME nato a Bari il DATA_NASCITA avverso la sentenza della Corte di appello di Bari in data 20/10/2022 visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso; preso atto che il procedimento viene trattato con contraddittorio scritto ai sensi dell’art. 23, comma 8, D.L. n.137/2020, convertito nella L. 18/12/2020 n. 176 (così come modificato per il termine di vigenza dall’art. 16 del D.L. 30/12/2021, n.228, convertito nella L. 25/02/2022 n. 15); udita la relazione svolta dal consigliere NOME COGNOME: letta la requisitoria con la quale il Sostituto procuratore generale NOME COGNOME ha chiesto l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perché il reato è estinto per prescrizione
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di appello di Bari in data 20/10/2022 con la quale è stata confermata la sentenza del Tribunale di Bari in data 5/12/2018 che lo aveva condannato per il delitto di ricettazione.
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Considerato che il motivo con il quale si deduce il vizio di violazione di legge per avere la Corte erroneamente ritenuto sussistente la recidiva infraquinquennale (e di conseguenza computato il termine massimo di prescrizione), è fondato.
Rilevato che il giudice di appello ha indicato in sentenza la data del commesso reato nel novembre 2007 e a quella data, come rilevato nel ricorso, non risulta dal certificato penale che l’imputato avesse riportato una condanna definitiva; considerato che di detta aggravante ad effetto speciale il giudice non avrebbe dovuto tener conto ai fini della determinazione del tempo necessario a prescrivere che dunque è pari, nel massimo, ad anni 10 cui devono aggiungersi le sospensioni con la conseguenza che il reato alla data della sentenza di appello era sicuramente estinto per prescrizione.
Considerato che all’evidenza non ricorrono cause di proscioglimento.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per prescrizione.
Roma, 17 gennaio 2024
Il Consigliere estensore
NOME COGNOME
Il Presidente
NOME COGNOME