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Prescrizione reato: la Cassazione sulla Riforma Orlando

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per guida in stato di ebbrezza. Il ricorrente sosteneva l’avvenuta prescrizione reato, ma la Corte ha applicato la ‘Riforma Orlando’ (L. 103/2017), che sospende il termine di prescrizione tra la sentenza di primo grado e quella d’appello per i reati commessi tra il 2017 e il 2019. Di conseguenza, il reato non era ancora prescritto al momento della pronuncia d’appello.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato e Riforma Orlando: Quando il Tempo si Ferma

L’istituto della prescrizione reato è un pilastro del nostro ordinamento penale, ma il suo calcolo può essere complesso a causa delle numerose riforme legislative. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a fare chiarezza sull’applicazione della cosiddetta ‘Riforma Orlando’ e sulla sospensione dei termini tra il primo e il secondo grado di giudizio, confermando un orientamento ormai consolidato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un imputato per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un incidente, come previsto dall’articolo 186 del Codice della Strada. La condanna, emessa dal Tribunale di primo grado nel settembre 2023, veniva confermata dalla Corte d’Appello nel maggio 2025. L’imputato, tramite il suo difensore, decideva di presentare ricorso alla Corte di Cassazione, affidandosi a un unico motivo: la violazione di legge per la mancata declaratoria di estinzione del reato per prescrizione, che a suo dire sarebbe maturata prima della sentenza d’appello.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione della Prescrizione Reato

La difesa sosteneva che il tempo massimo per perseguire il reato fosse già trascorso. Tuttavia, il ricorso non teneva conto di un dettaglio normativo cruciale, introdotto dalla legge n. 103 del 2017, nota come ‘Riforma Orlando’. Questa legge ha modificato le regole sulla sospensione della prescrizione, introducendo un regime specifico per i reati commessi in un determinato arco temporale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, definendolo manifestamente infondato. I giudici hanno sottolineato come i motivi proposti fossero meramente riproduttivi di censure già esaminate e respinte correttamente nei gradi di merito. L’argomentazione centrale della Corte si basa su un principio stabilito dalle Sezioni Unite: per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, si applica la disciplina della Riforma Orlando.

Questa disciplina prevede una sospensione del corso della prescrizione a partire dalla scadenza del termine per il deposito della sentenza di primo grado fino alla pronuncia della sentenza d’appello. Tale sospensione, tuttavia, non può superare la durata massima di un anno e sei mesi. Nel caso di specie, il fatto era stato commesso nel febbraio 2019, rientrando pienamente nel periodo di applicazione della norma. Di conseguenza, al momento della sentenza d’appello (maggio 2025), il termine massimo di prescrizione non era ancora decorso, proprio grazie a questo periodo di ‘congelamento’ dei termini.

Le Conclusioni

La decisione ribadisce un punto fondamentale: il calcolo della prescrizione reato deve tenere conto delle specifiche disposizioni normative vigenti all’epoca del fatto. La Riforma Orlando ha introdotto una causa di sospensione che incide significativamente sui tempi processuali, impedendo l’estinzione del reato tra un grado di giudizio e l’altro. L’inammissibilità del ricorso ha comportato, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla cassa delle ammende, non essendo stata ravvisata un’assenza di colpa nella proposizione di un’impugnazione palesemente infondata.

Perché il ricorso basato sulla prescrizione del reato è stato respinto?
Il ricorso è stato respinto perché il reato, commesso nel febbraio 2019, rientrava nel campo di applicazione della ‘Riforma Orlando’ (L. 103/2017). Questa legge ha sospeso il decorso della prescrizione tra la sentenza di primo grado e quella di appello per un periodo massimo di un anno e sei mesi, impedendo così che il reato si estinguesse prima della decisione della Corte d’Appello.

Cosa stabilisce la ‘Riforma Orlando’ riguardo alla sospensione della prescrizione?
Per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, la Riforma Orlando ha introdotto una causa di sospensione del termine di prescrizione. Questa sospensione opera dalla scadenza del termine per il deposito della sentenza di primo grado fino alla data di pronuncia della sentenza del grado successivo, per un periodo comunque non superiore a un anno e sei mesi.

Quali sono le conseguenze quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, se non si ravvisa un’assenza di colpa nella proposizione del ricorso (cioè se era palesemente infondato), il ricorrente è anche condannato a versare una somma di denaro in favore della cassa delle ammende, come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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