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Prescrizione reato: la Cassazione sulla legge anco

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per un reato contravvenzionale, il quale sosteneva l’avvenuta prescrizione del reato. La Corte ha chiarito che, in caso di successione di leggi penali in materia di sospensione, si deve applicare la normativa più favorevole all’imputato. Nel caso di specie, la cosiddetta “riforma Orlando”, vigente all’epoca del fatto, prevedeva una sospensione definita nel tempo, risultando più vantaggiosa delle successive riforme “Bonafede” e “Cartabia”. Pertanto, il termine di prescrizione non era ancora maturato.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: Quale Legge Applicare in Caso di Riforme?

La corretta individuazione del termine di prescrizione reato è uno degli aspetti più cruciali e dibattuti del processo penale, soprattutto a fronte delle numerose riforme legislative che si sono succedute negli ultimi anni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 2629/2024) offre un’importante chiave di lettura su come orientarsi nel complesso intreccio normativo, riaffermando il principio fondamentale del favor rei, ovvero l’applicazione della legge più favorevole all’imputato.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per un reato contravvenzionale commesso il 1° ottobre 2017. La Corte di Appello aveva confermato la decisione di primo grado, rigettando l’eccezione di prescrizione sollevata dalla difesa. L’imputato ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che il reato si fosse estinto per il decorso del tempo prima della pronuncia di secondo grado. Il fulcro della questione risiedeva nel calcolo del periodo di sospensione della prescrizione, data la sovrapposizione di diverse normative nel tempo.

La Complessa Successione delle Leggi sulla Prescrizione del Reato

Per comprendere la decisione della Corte, è essenziale analizzare le tre principali riforme che hanno modificato l’istituto della sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado:

1. Riforma Orlando (L. 103/2017): Vigente dal 3 agosto 2017, prevedeva una sospensione del corso della prescrizione per un tempo massimo e predeterminato di un anno e sei mesi dopo la condanna di primo grado.
2. Riforma Bonafede (L. 3/2019): In vigore dal 1° gennaio 2020, ha introdotto una sospensione a tempo indeterminato (sine die) dalla pronuncia di primo grado fino all’esecutività della sentenza.
3. Riforma Cartabia (L. 134/2021): Ha abrogato la sospensione della “Bonafede” e introdotto la “cessazione” definitiva del corso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, affiancandola all’istituto dell’improcedibilità per superamento dei termini di durata massima dei giudizi di impugnazione.

Il reato in esame era stato commesso sotto la vigenza della Riforma Orlando, la quale, prevedendo un allungamento dei termini certo e limitato nel tempo, risultava palesemente più favorevole rispetto alle successive riforme che bloccavano indefinitamente la prescrizione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Il ragionamento dei giudici si basa su un principio cardine del diritto penale, sancito anche a livello costituzionale (art. 25 Cost.): la prescrizione, incidendo sulla punibilità, ha natura sostanziale e non meramente processuale. Questo implica che la sua disciplina deve sottostare alle regole della successione delle leggi penali nel tempo, con l’applicazione della norma retroattiva solo se più favorevole al reo.

Nel caso specifico, la Corte ha stabilito che la disciplina da applicare era quella della Riforma Orlando. Il reato era stato commesso il 1° ottobre 2017, ricadendo pienamente nel periodo di vigenza di tale legge (3 agosto 2017 – 31 dicembre 2019). Essendo questa la normativa più favorevole, doveva essere applicata al caso di specie. Di conseguenza, al termine massimo di prescrizione di cinque anni previsto per il reato contravvenzionale, doveva essere aggiunto il periodo di sospensione di un anno e sei mesi. Il calcolo finale portava la data di estinzione del reato al 1° aprile 2024, data successiva sia alla sentenza d’appello che alla decisione della Cassazione.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio di legalità e certezza del diritto fondamentale. In un contesto di frequenti modifiche normative, stabilire un criterio chiaro per il calcolo della prescrizione reato è essenziale. La Cassazione conferma che l’istituto della prescrizione appartiene al diritto penale sostanziale e, pertanto, in caso di successione di leggi, deve sempre prevalere la disposizione che risulta più vantaggiosa per l’imputato. Questa decisione orienta gli operatori del diritto nel districarsi tra le diverse riforme, garantendo che i diritti fondamentali dell’individuo non siano pregiudicati da modifiche legislative peggiorative successive alla commissione del fatto.

Quale legge si applica per calcolare la prescrizione di un reato in caso di modifiche legislative?
Si applica la legge in vigore al momento della commissione del reato, a meno che una legge successiva non sia più favorevole all’imputato. In tal caso, prevale quest’ultima in base al principio del favor rei.

Perché la “riforma Orlando” è stata considerata più favorevole delle successive riforme “Bonafede” e “Cartabia”?
Perché la “riforma Orlando” prevedeva una sospensione della prescrizione per un periodo di tempo limitato e predeterminato (massimo un anno e sei mesi dopo la condanna di primo grado), a differenza delle riforme successive che introducevano un blocco a tempo indeterminato del corso della prescrizione.

La prescrizione è un istituto di natura sostanziale o processuale?
Secondo la giurisprudenza costante, la prescrizione ha natura sostanziale perché incide direttamente sulla punibilità della persona, estinguendo il potere dello Stato di applicare una pena. Per questo motivo, è soggetta ai principi costituzionali in materia penale, tra cui l’irretroattività della legge sfavorevole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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