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Prescrizione reato: la Cassazione annulla la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza impugnata dopo aver accertato la tempestività del ricorso. Rilevando che il reato contestato, una contravvenzione, era estinto per prescrizione del reato, la Corte ha annullato la decisione senza rinvio, applicando il principio sancito dall’art. 129 c.p.p. anche nel giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: La Cassazione Annulla la Sentenza Impugnata

Con la sentenza n. 18676 del 2025, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento: la prescrizione del reato può e deve essere dichiarata in ogni stato e grado del procedimento, compreso il giudizio di legittimità. Questo caso offre uno spunto cruciale per comprendere come un vizio procedurale, quale la tardività di un appello, possa essere superato per far posto a una causa di estinzione del reato.

I Fatti di Causa

Un imputato proponeva ricorso in Cassazione avverso un’ordinanza della Corte d’Appello di Catania. Il nodo centrale, prima di ogni altra valutazione, riguardava la tempestività dell’atto di appello originario, depositato il 12 gennaio 2023. La corretta determinazione della decorrenza dei termini era, quindi, il primo scoglio da superare per poter accedere all’esame del merito.

Calcolo dei Termini e Rilevabilità della Prescrizione del Reato

La Suprema Corte ha innanzitutto proceduto a una meticolosa analisi dei termini per l’impugnazione. Applicando l’art. 585, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale, ha stabilito che il termine di quarantacinque giorni per l’appello, la cui decorrenza era iniziata il 29 novembre 2022, sarebbe scaduto il 13 gennaio 2023. Di conseguenza, l’atto depositato il giorno precedente era pienamente tempestivo.

Una volta accertata l’ammissibilità del ricorso, la Corte ha potuto estendere la sua analisi al merito della vicenda. In questa fase, è emersa d’ufficio una questione dirimente: l’intervenuta prescrizione del reato. L’illecito contestato, una contravvenzione commessa il 15 febbraio 2019, risultava infatti estinto per il decorso del tempo.

Le Motivazioni della Decisione

I giudici di legittimità hanno motivato la loro decisione sulla base dell’articolo 129, comma 1, del codice di procedura penale. Tale norma impone al giudice di dichiarare immediatamente d’ufficio la sussistenza di determinate cause di non punibilità, tra cui la prescrizione del reato. La Corte ha sottolineato che questa verifica è possibile anche nel giudizio di legittimità, a patto che non comporti la necessità di accertamenti di fatto o valutazioni di merito incompatibili con la natura stessa del giudizio della Cassazione. Nel caso di specie, la data di commissione del reato era certa e non contestata, rendendo la verifica della prescrizione un’operazione di puro diritto. Citando consolidata giurisprudenza, la Corte ha ribadito che l’obbligo di declaratoria prevale su altre questioni.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza si è conclusa con l’annullamento senza rinvio del provvedimento impugnato. La declaratoria di estinzione del reato per prescrizione ha chiuso definitivamente il procedimento. Questa pronuncia è emblematica per due ragioni principali. In primo luogo, riafferma l’importanza del rigoroso calcolo dei termini processuali, la cui corretta interpretazione può determinare l’ammissibilità o meno di un’impugnazione. In secondo luogo, e in modo ancora più significativo, conferma che la prescrizione del reato rappresenta un principio cardine che travalica le questioni formali e deve essere applicato non appena se ne ravvisino i presupposti, garantendo la certezza del diritto e impedendo che un cittadino resti indefinitamente sotto processo.

Un appello può essere esaminato nel merito anche se la sua tempestività è in discussione?
Sì, la Corte deve prima verificare la tempestività dell’atto. Se l’appello è depositato entro i termini di legge, viene considerato ammissibile e la Corte può procedere all’esame del merito e delle questioni rilevabili d’ufficio, come la prescrizione.

La Corte di Cassazione può dichiarare autonomamente la prescrizione di un reato?
Sì, la Corte di Cassazione ha il potere e il dovere di dichiarare d’ufficio l’estinzione del reato per prescrizione, a condizione che tale accertamento non richieda nuove indagini sui fatti, ma si basi sugli atti già presenti nel fascicolo processuale.

Qual è la conseguenza diretta della dichiarazione di prescrizione da parte della Cassazione?
La conseguenza è l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata. Ciò significa che la decisione del giudice precedente viene cancellata e il procedimento penale si conclude definitivamente con l’estinzione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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