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Prescrizione reato: la Cassazione annulla la condanna

La Corte di Cassazione ha annullato parzialmente una sentenza di condanna per porto illegale di un coltello a causa della intervenuta prescrizione reato. La Corte ha stabilito che, essendo il reato contravvenzionale estinto prima della sentenza d’appello, la relativa condanna doveva essere eliminata. Di conseguenza, la Cassazione ha proceduto direttamente a rideterminare la pena residua per il reato di detenzione di stupefacenti, senza rinviare il caso a un altro giudice. È stato invece respinto il motivo di ricorso relativo alla mancata sostituzione della pena detentiva breve, poiché non era stata presentata un’apposita richiesta dall’imputato.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: Quando la Cassazione Annulla la Condanna e Ricalcola la Pena

La prescrizione reato rappresenta un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, che sancisce l’estinzione di un illecito a seguito del decorso del tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio pratico di come la prescrizione possa incidere direttamente sull’esito di un processo, portando all’annullamento parziale di una condanna e alla rideterminazione della pena da parte della stessa Corte Suprema.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Imperia e successivamente dalla Corte d’Appello di Genova per due distinti reati: detenzione di sostanza stupefacente e porto illegale di un coltello. La pena inflitta in appello confermava quella del primo grado, stabilita in quattro mesi e dieci giorni di reclusione e 800 euro di multa.

Contro questa decisione, la difesa proponeva ricorso in Cassazione, sollevando due questioni giuridiche di notevole interesse.

Il Ricorso in Cassazione e l’impatto della Prescrizione Reato

Il difensore dell’imputato articolava il ricorso su due motivi principali:

1. L’avvenuta prescrizione del reato contravvenzionale: Si sosteneva che il reato di porto illegale di coltello (capo b) si fosse estinto per prescrizione in una data precedente alla pronuncia della sentenza d’appello.
2. Il vizio di motivazione: Si lamentava la mancata sostituzione d’ufficio della pena detentiva breve, ritenuta un’omissione da parte della Corte territoriale.

La Corte di Cassazione ha analizzato entrambi i motivi, giungendo a conclusioni opposte per ciascuno di essi.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha ritenuto fondato il primo motivo di ricorso. Analizzando la cronologia processuale, i giudici hanno accertato che il termine massimo di prescrizione per il reato contravvenzionale era effettivamente maturato il 4 giugno 2021. Poiché la sentenza della Corte d’Appello era stata pronunciata solo il 22 giugno 2023, il reato era già estinto in epoca antecedente. Di conseguenza, la relativa condanna doveva essere annullata.

La Corte ha inoltre chiarito che, in casi come questo, può procedere direttamente alla rideterminazione della pena. Ai sensi dell’art. 620, comma 1, lettera l), del codice di procedura penale, quando l’eliminazione della pena per il reato estinto è un’operazione di mero calcolo aritmetico che non richiede alcuna valutazione discrezionale, la Cassazione può “elidere l’aumento di pena” senza dover rinviare gli atti a un nuovo giudice di merito. Questo principio accelera la definizione del processo, garantendo una giustizia più celere.

Per quanto riguarda il secondo motivo, la Corte lo ha dichiarato inammissibile. Richiamando un orientamento consolidato, ha affermato che la sostituzione di una pena detentiva breve non è un obbligo che il giudice deve adempiere d’ufficio (ex officio). Al contrario, è necessaria una specifica richiesta da parte dell’imputato. In assenza di tale richiesta, la Corte d’Appello non aveva commesso alcun errore.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, limitatamente al reato estinto per intervenuta prescrizione reato. Ha quindi ricalcolato la pena finale per il solo reato di detenzione di stupefacenti, riducendola a quattro mesi di reclusione e a 733 euro di multa. Questa decisione ribadisce l’importanza cruciale del monitoraggio dei termini di prescrizione nel corso di un procedimento penale e chiarisce i poteri della Corte di Cassazione nel definire direttamente il trattamento sanzionatorio quando non siano necessarie valutazioni discrezionali.

Quando un reato si considera estinto per prescrizione?
Un reato si considera estinto per prescrizione quando il termine massimo di tempo stabilito dalla legge per perseguirlo è decorso prima che sia stata emessa una sentenza di condanna definitiva. Nel caso specifico, la prescrizione per il reato contravvenzionale è maturata il 4 giugno 2021, prima della sentenza d’appello del 22 giugno 2023.

La Corte di Cassazione può modificare direttamente una pena?
Sì, la Corte di Cassazione può modificare direttamente una pena senza rinviare il caso a un altro giudice, ma solo a determinate condizioni. Come stabilito dall’art. 620 c.p.p., ciò è possibile quando la modifica consiste in un’operazione di mero calcolo, come l’eliminazione di un aumento di pena per un reato estinto, che non implica alcuna discrezionalità giudiziale.

Il giudice è obbligato a sostituire una pena detentiva breve di sua iniziativa?
No. La sentenza chiarisce, in linea con un orientamento giurisprudenziale costante, che il giudice non ha l’obbligo di procedere d’ufficio alla sostituzione di una pena detentiva breve. Per ottenere tale beneficio, è necessaria una richiesta esplicita da parte dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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