Prescrizione Reato: Come un Motivo d’Appello Consente l’Annullamento della Condanna
La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 4971 del 2024, offre un importante spunto di riflessione sul tema della prescrizione reato e sul suo rapporto con i motivi di ricorso. In questo caso, la non manifesta infondatezza di un motivo d’appello ha aperto la strada alla declaratoria di estinzione del reato per il decorso del tempo, portando all’annullamento della condanna. Analizziamo insieme i passaggi di questa interessante decisione.
Il Caso: Dalla Ricettazione al Ricorso in Cassazione
La vicenda giudiziaria trae origine da una condanna per il reato di ricettazione, un delitto commesso nel lontano 2012. L’imputato, dopo la conferma della condanna in secondo grado da parte della Corte d’Appello di Catania, decideva di proporre ricorso per Cassazione.
Il fulcro del suo ricorso non era l’innocenza nel merito, bensì una questione di natura sanzionatoria. In particolare, veniva eccepita una violazione di legge relativa alla mancata sostituzione della pena detentiva breve inflitta con una pena pecuniaria. La difesa sosteneva che tale sostituzione fosse dovuta, contestando la motivazione addotta dalla Corte territoriale.
L’Argomento della Corte d’Appello e la Prescrizione del Reato
La Corte d’Appello aveva negato la sostituzione della pena basandosi su un unico argomento: una prognosi di inadempimento del pagamento della pena pecuniaria a causa delle disagiate condizioni economiche dell’imputato. Tuttavia, come rilevato dalla difesa e poi dalla stessa Cassazione, questo tipo di motivazione non è pacificamente accettato dalla giurisprudenza.
È proprio questo l’elemento chiave. La Suprema Corte ha ritenuto che il motivo di ricorso non fosse ‘manifestamente infondato’. Questa valutazione procedurale è cruciale: impedisce che il ricorso venga dichiarato inammissibile e, di conseguenza, che la sentenza diventi definitiva. Mantenendo aperto il giudizio, si consente alla Corte di rilevare d’ufficio eventuali cause di estinzione del reato maturate nel frattempo, come, appunto, la prescrizione reato.
La Decisione della Suprema Corte
Sulla base di queste premesse, la Corte di Cassazione ha preso la sua decisione. Non è entrata nel merito del motivo di ricorso sulla sostituzione della pena, ma ha utilizzato la sua non manifesta infondatezza come ‘chiave’ per accedere a una valutazione più ampia.
Le Motivazioni
La Corte ha constatato che, essendo il reato stato commesso nel 2012, i termini massimi di prescrizione erano ormai decorsi. La non manifesta infondatezza del motivo di ricorso ha impedito il passaggio in giudicato della sentenza e ha quindi reso possibile per la Corte dichiarare l’estinzione del reato. Di conseguenza, la Suprema Corte ha annullato la sentenza impugnata senza rinvio, poiché il reato non era più perseguibile.
Le Conclusioni
Questa sentenza evidenzia un principio fondamentale del diritto processuale penale: la validità, anche solo potenziale, di un motivo di ricorso può avere effetti determinanti sull’esito del processo, anche per ragioni diverse da quelle specificamente dedotte. Un ricorso ben argomentato, anche se non accolto nel merito, può ‘tenere in vita’ il processo abbastanza a lungo da far maturare la prescrizione. Ciò sottolinea l’importanza di una difesa tecnica attenta a ogni possibile violazione di legge, in quanto anche un singolo motivo non palesemente infondato può rivelarsi decisivo per l’annullamento di una condanna.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata?
La Corte ha annullato la sentenza perché il reato di ricettazione, commesso nel 2012, si era estinto per il decorso del tempo, ovvero per prescrizione.
Qual era il motivo principale del ricorso presentato dall’imputato?
Il ricorso si basava sulla contestazione della mancata sostituzione della pena detentiva breve con una pena pecuniaria, criticando la motivazione della Corte d’Appello che si fondava sulle presunte disagiate condizioni economiche dell’imputato.
Perché il motivo del ricorso è stato importante anche se la Corte non ha deciso su quello?
È stato importante perché la sua ‘non manifesta infondatezza’ ha impedito che la sentenza diventasse definitiva. Questo ha permesso alla Corte di Cassazione di esaminare il caso e di rilevare d’ufficio l’avvenuta prescrizione del reato, che altrimenti non avrebbe potuto essere dichiarata.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 4971 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 4971 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 24/10/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 01/07/2022 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
rilevato che il primo motivo di ricorso, eccepisce una violazione di legge in relazione sostituzione della pena detentiva breve con la pecuniaria;
che il motivo era stato dedotto in appello e la Corte di merito ha motivato con uni (prognosi di inadempimento per condizioni economiche disagiate) che non risulta pacifico in gi (cfr. Sez. U, n. 24476 del 22/04/2010, COGNOME, Rv. 247274; Sez. 4, n. 37533 del 09/06/2021, 281928);
che, pertanto, la non manifesta infondatezza del motivo impone di rilevare l’intervenuta del reato di ricettazione commesso nel 2012;
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per prescri Così deciso, il 24 ottobre 2023.