Prescrizione Reato: La Cassazione Annulla la Condanna per Decorrenza dei Termini
La prescrizione reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento giuridico, che sancisce l’estinzione del potere punitivo dello Stato dopo un certo periodo di tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sez. 7 Penale, N. 1684/2024) offre un chiaro esempio di come questo principio venga applicato, portando all’annullamento di una condanna emessa oltre i termini consentiti. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.
I Fatti del Processo
Il caso ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. L’imputato era stato condannato per un reato commesso in data 17 giugno 2014. La difesa ha sollevato, tra i vari motivi, la questione relativa all’intervenuta estinzione del reato per il decorso del tempo.
La vicenda processuale aveva visto una condanna in primo grado, confermata poi in appello con una sentenza emessa il 6 dicembre 2022. Proprio questa data è diventata il fulcro della decisione della Suprema Corte.
Il Calcolo della Prescrizione Reato
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato proprio sul punto della prescrizione reato. Il ragionamento dei giudici si è basato su un calcolo matematico e rigoroso dei termini.
Il termine massimo di prescrizione per il reato contestato era di sette anni e sei mesi. A questo periodo base, è stato necessario aggiungere un periodo di sospensione del processo durato dal 3 maggio 2018 al 24 gennaio 2019, per un totale di 266 giorni.
Partendo dalla data di commissione del reato (17 giugno 2014) e sommando il termine massimo di prescrizione e il periodo di sospensione, la Corte ha stabilito che il reato si era definitivamente estinto in data 12 settembre 2022.
La Decisione della Corte di Cassazione e la Prescrizione Reato
Poiché la sentenza della Corte d’Appello era stata emessa il 6 dicembre 2022, ovvero quasi tre mesi dopo la maturazione della prescrizione, essa risultava illegittima. La segnalata circostanza ha imposto ai giudici di legittimità di intervenire in modo risolutivo.
Le Motivazioni
La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che il superamento del termine prescrizionale massimo è una causa di estinzione del reato che opera di diritto. Quando il giudice d’appello ha emesso la sua pronuncia, lo Stato aveva già perso il suo potere di punire l’imputato per quel fatto specifico. Di conseguenza, la sentenza di condanna era viziata e non poteva rimanere in piedi. La Cassazione ha quindi proceduto all’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, dichiarando formalmente l’estinzione del reato. Interessante notare come la Corte abbia anche menzionato che il giudice di primo grado, applicando il minimo della pena, non aveva di fatto dato rilevanza alla contestata recidiva, un dettaglio che tuttavia è passato in secondo piano rispetto alla questione assorbente della prescrizione.
Le Conclusioni
Questa sentenza ribadisce un principio cardine del diritto penale: la certezza del diritto e la necessità di giungere a una decisione giudiziaria entro tempi ragionevoli. La prescrizione reato non è un mero formalismo, ma una garanzia per il cittadino contro l’eccessiva durata dei processi. La decisione della Cassazione sottolinea come il controllo sul rispetto di questi termini sia rigoroso e inderogabile. Per gli operatori del diritto, questo caso è un monito sull’importanza di monitorare costantemente i termini processuali, la cui scadenza può determinare l’esito finale di un procedimento penale, indipendentemente dal merito dell’accusa.
Cosa succede se una sentenza di condanna viene emessa dopo la scadenza del termine di prescrizione?
Secondo questa sentenza, se una condanna viene emessa dopo che il termine di prescrizione del reato è maturato, la sentenza deve essere annullata senza rinvio perché il reato è da considerarsi estinto.
Come si calcola il termine di prescrizione?
Il calcolo parte dalla data di commissione del reato. A questo si aggiunge il termine massimo previsto dalla legge (in questo caso, sette anni e sei mesi), tenendo conto di eventuali periodi di sospensione (come quello di 266 giorni menzionato nel caso) che allungano il tempo necessario per l’estinzione.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza “senza rinvio”?
La Corte ha annullato la sentenza senza rinvio perché, una volta accertata l’estinzione del reato per prescrizione, non c’è più nulla da giudicare nel merito. La questione legale è chiusa definitivamente e non è necessario un nuovo processo.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 1684 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 1684 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 28/09/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da: RAGIONE_SOCIALE (CUI 011YADE) nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 06/12/2022 della CORTE APPELLO di FIRENZE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Visti gli atti e la sentenza impugnata; letti i motivi del ricorso;
rilevato che il primo motivo è fondato, atteso, da un canto, che il giudice primo grado, nell’affermare la penale responsabilità di NOME in ordi al reato ascrittogli, gli ha applicato il minimo della pena edittale, in tal dimostrando di non avere riconosciuto concreta rilevanza alla contestata recidiv reiterata, e, dall’altro, che la sentenza di appello è stata emessa il 6 di 2022, ovvero oltre il termine prescrizionale massimo di sette anni e sei mesi ch tenuto conto della data di commissione del reato, risalente al 17 giugno 2014, della sospensione del decorso della prescrizione, dal 3 maggio 2018 al 2 gennaio 2019, per complessivi 266 giorni, deve intendersi maturato al 12 settembre 2022;
che la segnalata circostanza impone l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata;
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto pe prescrizione.
Così deciso il 28/09/2023.