Prescrizione Reato: Quando il Tempo Annulla la Condanna
L’istituto della prescrizione reato è uno dei pilastri del nostro ordinamento penale, stabilendo che lo Stato non può perseguire un illecito oltre un certo limite di tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 993/2024) offre un chiaro esempio di come questo principio si applichi concretamente, portando all’annullamento di una condanna per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Questo caso dimostra l’importanza cruciale del fattore tempo nel processo penale.
I Fatti di Causa
La vicenda processuale ha origine da una sentenza del Tribunale di Napoli che, nel luglio 2020, aveva dichiarato un individuo penalmente responsabile per due reati: falsa attestazione a un pubblico ufficiale (art. 495 c.p.) e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi (art. 497-bis c.p.). In Appello, la Corte territoriale aveva riformato parzialmente la decisione, dichiarando estinto per prescrizione il primo reato e riducendo la pena per il secondo.
Non soddisfatto, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, sostenendo che anche il reato residuo, quello relativo ai documenti falsi, avrebbe dovuto essere dichiarato estinto per prescrizione. Ed è proprio su questo punto che la Suprema Corte è stata chiamata a pronunciarsi.
La Decisione della Corte di Cassazione e l’impatto della prescrizione reato
La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’imputato, ritenendolo fondato. La decisione si basa su un calcolo matematico e inderogabile dei termini di prescrizione. Il reato di cui all’art. 497-bis c.p. era stato commesso il 26 marzo 2014.
I giudici hanno stabilito che il termine massimo di prescrizione per tale illecito, pari a sette anni e sei mesi, era scaduto il 26 settembre 2021. Questa data è antecedente alla pronuncia della sentenza della Corte d’Appello, emessa il 9 febbraio 2023. Di conseguenza, già al momento del giudizio di secondo grado, lo Stato aveva perso il suo potere punitivo.
Le Motivazioni
La motivazione della Suprema Corte è lineare e ineccepibile. Il Collegio ha verificato che il termine massimo di prescrizione era decorso prima della sentenza impugnata e che, durante il processo, non si erano verificate cause di sospensione che avrebbero potuto allungare tale termine. L’inosservanza di questo dato temporale da parte della Corte d’Appello ha costituito un errore di diritto.
La conseguenza diretta di questa constatazione è stata l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata. L’annullamento ‘senza rinvio’ significa che la vicenda processuale si chiude definitivamente, senza che sia necessario un nuovo giudizio. Il reato è estinto, e ogni effetto penale della condanna viene meno.
Conclusioni
Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la giustizia deve agire entro tempi certi. La prescrizione reato non è un’impunità, ma una garanzia per il cittadino contro la possibilità di rimanere sotto processo per un tempo indefinito. Il caso in esame evidenzia come un attento controllo sui termini processuali sia essenziale e possa determinare l’esito di un giudizio, indipendentemente dall’accertamento della colpevolezza nel merito. Per gli operatori del diritto, è un monito a monitorare costantemente la decorrenza dei termini per tutelare appieno i diritti dei propri assistiti.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna?
La Corte ha annullato la condanna perché il reato di possesso e fabbricazione di documenti falsi si era estinto per prescrizione. Il termine massimo previsto dalla legge per perseguire tale reato era scaduto prima che la Corte d’Appello emettesse la sua sentenza.
Cosa significa che un reato è estinto per prescrizione?
Significa che è trascorso un determinato periodo di tempo dalla commissione del fatto (in questo caso, sette anni e sei mesi) senza che sia intervenuta una sentenza definitiva di condanna. Di conseguenza, lo Stato perde il diritto di punire il colpevole e il processo si conclude.
Qual è stato l’esito finale del processo per l’imputato?
L’esito finale è stato l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna. Ciò significa che il processo è terminato definitivamente e l’imputato non è più soggetto ad alcuna pena per i reati contestati, in quanto legalmente estinti.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 993 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 993 Anno 2024
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 13/12/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a POZZUOLI il 01/09/1965
avverso la sentenza del 09/02/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
che con la sentenza in epigrafe la Corte di appello di Napoli ha riformato, dichiarando non doversi procedere nei confronti dell’imputato per il reato di cui all’art. 495 cod. pen. perché estinto per prescrizione e riducendo la pena inflitta, la sentenza del 16 luglio 2020 del Tribunale di Napoli che aveva affermato la penale responsabilità di NOME COGNOME per il reato di falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità personali proprie o di altri e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi e, ritenuto il vincolo della continuazione, l’aveva condannato alla pena ritenuta di giustizia;
che il motivo del ricorso dell’imputato, che si duole dell’inosservanza della legge penale con riferimento alla mancata dichiarazione di intervenuta prescrizione per il reato di cui all’art. 497 -bis cod. pen., è fondato, atteso che il reato è stato commesso in data 26 marzo 2014 ed il termine massimo di prescrizione, pari ad anni sette e mesi sei, è scaduto in data 26 settembre 2021, prima della pronuncia della sentenza di appello, in assenza di alcuna causa di sospensione del termine;
che, pertanto, la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio per essere il resto estinto per prescrizione;
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per intervenuta prescrizione.
Così deciso il 13/12/2023.