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Prescrizione Reato Immigrazione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9423/2024, ha annullato una condanna per soggiorno irregolare a causa della maturata prescrizione del reato. La sentenza chiarisce che il reato previsto dall’art. 10-bis d.lgs. 286/1998 è una contravvenzione e si prescrive in cinque anni. La Corte ha ricalcolato la pena finale, escludendo quella relativa al reato estinto, evidenziando un errore di calcolo della Corte d’Appello non emendabile per il divieto di reformatio in peius.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato Immigrazione: La Cassazione Annulla la Condanna

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 9423 del 2024 offre un importante chiarimento sulla prescrizione del reato di immigrazione clandestina. La Suprema Corte ha annullato una condanna emessa dalla Corte d’Appello, stabilendo che il reato di soggiorno irregolare, in quanto contravvenzione, era già estinto per il decorso del tempo. Questa decisione non solo ribadisce la natura giuridica dell’illecito, ma tocca anche temi procedurali cruciali come il divieto di reformatio in peius.

I Fatti del Caso: Dal Controllo Stradale alla Cassazione

La vicenda giudiziaria ha origine da un controllo stradale. L’imputato, un cittadino straniero, veniva fermato e trovato in possesso di capi di abbigliamento con marchi contraffatti e materiale audiovisivo privo del contrassegno SIAE. Oltre a ciò, veniva accertato il suo soggiorno irregolare sul territorio nazionale. In primo grado, il Tribunale lo condannava per diversi reati, tra cui ricettazione, introduzione nello Stato di prodotti con segni falsi e soggiorno irregolare. La Corte d’Appello, in seguito, riformava parzialmente la sentenza, assolvendo l’imputato da un’accusa e dichiarando prescritto un altro reato minore, ma confermava la condanna per i reati più gravi, incluso quello relativo alla normativa sull’immigrazione.

La Questione della Prescrizione del Reato di Immigrazione

Il punto centrale del ricorso in Cassazione era la mancata declaratoria di prescrizione per il reato di cui all’art. 10-bis del D.Lgs. 286/1998 (Testo Unico sull’Immigrazione). La difesa sosteneva che tale reato, essendo una contravvenzione, si fosse prescritto nell’arco temporale tra la sentenza di primo grado e quella d’appello.

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente questa tesi. Ha ricordato che il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato è punito con la sola pena dell’ammenda, configurandosi quindi come una contravvenzione. Secondo la normativa applicabile ai fatti, commessi nel 2017, il termine di prescrizione per le contravvenzioni è di quattro anni, estendibile a cinque in presenza di atti interruttivi. Nel caso di specie, tenendo conto anche di un breve periodo di sospensione dovuto all’emergenza pandemica, la prescrizione era maturata nel marzo 2022. La Corte d’Appello, emettendo la sua sentenza nel marzo 2023, avrebbe dovuto dichiarare l’estinzione del reato, ma aveva omesso di farlo.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Cassazione sono lineari e si fondano su una corretta applicazione delle norme sulla prescrizione. I giudici hanno specificato che non vi è alcun dubbio sulla natura contravvenzionale del reato in questione, come stabilito sin dalla sua introduzione con la legge n. 94/2009. Di conseguenza, i termini di prescrizione sono più brevi rispetto a quelli previsti per i delitti. La Suprema Corte, una volta accertata l’impossibilità di una pronuncia assolutoria nel merito ai sensi dell’art. 129, comma 2, c.p.p., ha proceduto all’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata limitatamente al reato prescritto.

Un aspetto interessante riguarda il ricalcolo della pena. La Corte ha notato che i giudici d’appello avevano commesso un errore di calcolo nel determinare la pena finale, applicando una multa inferiore a quella che sarebbe risultata da un calcolo corretto. Tuttavia, in assenza di un ricorso del Pubblico Ministero, questo errore non poteva essere corretto a svantaggio dell’imputato, in virtù del divieto di reformatio in peius. Pertanto, la Cassazione ha dovuto ricalcolare la pena finale sottraendo solo la parte relativa al reato estinto, mantenendo la base di calcolo più favorevole all’imputato derivante dall’errore della corte territoriale.

Le Conclusioni: Ricalcolo della Pena e Principio di Diritto

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per il reato di soggiorno irregolare perché estinto per prescrizione e ha rideterminato la pena finale per i reati residui. La sentenza riafferma un principio fondamentale: i giudici di merito devono sempre verificare d’ufficio il decorso dei termini di prescrizione, specialmente quando, come in questo caso, il termine matura tra un grado di giudizio e l’altro. Inoltre, la decisione consolida l’applicazione del principio del favor rei sia attraverso il divieto di reformatio in peius, che impedisce di correggere errori di calcolo a svantaggio dell’imputato, sia attraverso la corretta applicazione delle norme sulla prescrizione.

Qual è la natura del reato di soggiorno irregolare previsto dall’art. 10-bis d.lgs. 286/1998?
Secondo la sentenza, il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato è una contravvenzione, poiché è punito con la sola pena dell’ammenda.

In quanto tempo si prescrive il reato di soggiorno irregolare?
Essendo una contravvenzione, il reato si prescrive in quattro anni, termine che può essere prolungato fino a un massimo di cinque anni in presenza di atti che interrompono la prescrizione.

Cosa succede se una corte d’appello commette un errore di calcolo della pena a favore dell’imputato?
Se l’unico a impugnare la sentenza è l’imputato, l’errore non può essere corretto a suo svantaggio. In base al principio del divieto di ‘reformatio in peius’, la pena non può essere peggiorata dal giudice dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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