LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione reato evasione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per evasione, dichiarando il reato estinto. Il caso chiarisce il corretto calcolo della prescrizione del reato di evasione in presenza dell’aggravante della recidiva reiterata. La Corte ha stabilito che l’aumento di pena va calcolato sul massimo edittale del reato base (tre anni) e non sul termine minimo di prescrizione (sei anni), anticipando così la data di estinzione del reato e rendendo la condanna d’appello illegittima.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato Evasione: la Cassazione Annulla la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale nel diritto penale: il calcolo della prescrizione del reato di evasione quando è presente l’aggravante della recidiva reiterata. La decisione, accogliendo il ricorso della difesa, ha annullato la condanna emessa dalla Corte di Appello, dichiarando l’estinzione del reato per il decorso dei termini. Questo caso offre importanti chiarimenti su come interpretare le norme che regolano i tempi del processo penale.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un episodio avvenuto il 29 giugno 2012, quando un soggetto, all’epoca agli arresti domiciliari, si allontanava arbitrariamente dalla propria abitazione. Per questo fatto, veniva accusato del delitto di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale, con l’aggravante della recidiva reiterata ed infraquinquiennale.

Il Tribunale di Palermo, con sentenza del 19 gennaio 2023, lo condannava alla pena di un anno di reclusione. La decisione veniva successivamente confermata dalla Corte di Appello di Palermo il 4 aprile 2024. Contro quest’ultima sentenza, il difensore dell’imputato proponeva ricorso per cassazione, sollevando un unico, ma decisivo, motivo: la violazione dell’art. 157 del codice penale in materia di prescrizione.

La Questione sulla Prescrizione del Reato di Evasione

Il cuore del ricorso si concentrava sul calcolo del termine massimo di prescrizione. La difesa sosteneva che, tenendo conto della recidiva qualificata e delle sospensioni del procedimento, il reato si fosse già estinto in una data precedente alla pronuncia della Corte di Appello. In particolare, si evidenziava come la Corte territoriale avesse omesso di motivare su questo punto, nonostante la prescrizione dovesse essere rilevata anche d’ufficio in ogni stato e grado del processo.

La questione giuridica era quindi determinare il metodo corretto per calcolare l’aumento del termine di prescrizione dovuto alla recidiva reiterata. La difesa e, come vedremo, la Cassazione, si sono basate su un principio fondamentale per risolvere il quesito.

Il Calcolo della Prescrizione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Richiamando un proprio precedente orientamento (sentenza n. 16581 del 2019), ha chiarito un principio fondamentale per i reati con pene più basse. Per i delitti puniti con una pena inferiore a sei anni, l’aumento per la recidiva reiterata non va calcolato sul termine minimo di prescrizione (sei anni, come previsto in via generale dall’art. 157 cod. pen.), ma sulla pena massima edittale prevista per il reato specifico.

Nel caso del delitto di evasione (art. 385 cod. pen.), la pena massima edittale è di tre anni di reclusione. È su questa base che si deve calcolare l’aumento per la recidiva e le eventuali interruzioni. Seguendo questo ragionamento, il termine massimo di prescrizione, comprensivo dell’aumento previsto dall’art. 161 cod. pen., era maturato il 29 giugno 2022. Tenendo conto anche delle sospensioni intervenute nel processo, la data ultima per la prescrizione è stata individuata nel 10 febbraio 2024.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte Suprema sono puramente tecniche e giuridiche. La sentenza impugnata, emessa dalla Corte di Appello il 4 aprile 2024, è stata pronunciata quando il reato era già estinto. La Corte di Appello avrebbe dovuto, anche d’ufficio, rilevare il decorso del termine di prescrizione e dichiarare l’improcedibilità dell’azione penale. L’errore nel calcolo, basato presumibilmente sul termine minimo di sei anni anziché sulla pena edittale di tre anni, ha portato a una condanna illegittima. La Cassazione, correggendo questo errore, ha applicato correttamente la legge, riaffermando che il calcolo della prescrizione deve essere ancorato alla specifica gravità del reato-base, come riflessa nella sua pena massima edittale, e non a un termine minimo astratto.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza ha annullato senza rinvio la decisione della Corte di Appello. La conseguenza pratica è la declaratoria di improcedibilità per estinzione del reato per prescrizione. Questa pronuncia ribadisce l’importanza di un calcolo rigoroso e corretto dei termini processuali, a garanzia dei diritti dell’imputato. Stabilisce un punto fermo per i casi di evasione aggravati da recidiva, indicando che l’aumento di prescrizione deve essere proporzionato alla pena massima prevista per il reato e non a soglie minime generali, garantendo così una maggiore aderenza al principio di proporzionalità.

Come si calcola la prescrizione per il reato di evasione in caso di recidiva reiterata?
L’aumento del termine di prescrizione per la recidiva reiterata deve essere calcolato sulla pena massima edittale prevista per il reato di evasione (tre anni di reclusione), e non sul termine minimo generale di prescrizione di sei anni.

Perché la sentenza della Corte di Appello è stata annullata?
È stata annullata perché, al momento della sua pronuncia (4 aprile 2024), il reato era già estinto per prescrizione, essendo il termine ultimo maturato il 10 febbraio 2024. La Corte di Appello avrebbe dovuto dichiarare l’improcedibilità dell’azione penale.

Qual è la conseguenza finale della decisione della Cassazione?
La conseguenza è l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna e la declaratoria di improcedibilità dell’azione penale. Ciò significa che il procedimento penale si chiude definitivamente e il reato si considera estinto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati