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Prescrizione reato e sequestro: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Pubblico Ministero contro una sentenza di estinzione per prescrizione del reato di occupazione abusiva. È stato chiarito che il sequestro dell’area, avvenuto in precedenza, ha interrotto la permanenza del reato, rendendo corretta la decisione del tribunale sulla maturata prescrizione del reato stesso.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Prescrizione reato e occupazione abusiva: quando il sequestro ferma il tempo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sul calcolo della prescrizione reato in caso di occupazione abusiva di area demaniale. La Corte ha stabilito che il sequestro dell’immobile interrompe la permanenza della condotta illecita, facendo decorrere da quel momento i termini per la prescrizione, a prescindere da quanto contestato nel capo d’imputazione.

I fatti del caso

Il caso trae origine da un procedimento per occupazione abusiva di un’area demaniale, protrattasi, secondo l’accusa, fino al giugno 2023. Il Tribunale di primo grado aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta estinzione del reato a causa della prescrizione.

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica proponeva ricorso per cassazione. La tesi dell’accusa era che il giudice avesse erroneamente applicato le regole sulla decorrenza della prescrizione proprie dell’abuso edilizio (che si ferma con il sequestro o la fine dei lavori) anziché quelle specifiche del reato di occupazione abusiva. Quest’ultimo è un reato permanente, la cui consumazione si protrae finché dura l’utilizzo illegittimo del bene.

La prescrizione del reato secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, ritenendolo manifestamente infondato. I giudici hanno sottolineato come l’elemento centrale e decisivo della vicenda fosse l’intervenuto sequestro dell’area, avvenuto nel 2011. Questo evento, non contestato neppure dalla pubblica accusa, ha di fatto interrotto l’effettività dell’occupazione sine titulo.

La Cassazione ha spiegato che, sebbene il capo d’imputazione contestasse la permanenza del reato fino al 2023, tale contestazione deve sempre essere vagliata alla luce delle risultanze istruttorie. Nel caso specifico, l’evidenza del sequestro del 2011 costituiva un fatto dirimente che ha interrotto la condotta criminosa. L’accusa, d’altra parte, non ha fornito alcuna prova di un evento successivo al sequestro che potesse aver ripristinato l’occupazione abusiva.

Le motivazioni

La decisione si fonda sulla distinzione tra la contestazione formale e la realtà fattuale emersa nel processo. Per la Corte, il sequestro è un atto che sottrae la disponibilità del bene all’occupante, interrompendo così la condotta permanente che caratterizza il reato. Da quel preciso momento, inizia a decorrere il termine di prescrizione. Il tribunale di merito, valorizzando la circostanza del sequestro del 2011, ha correttamente applicato i principi di legge, concludendo per la maturata prescrizione del reato.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: nel calcolo della prescrizione per i reati permanenti, è cruciale identificare il momento esatto in cui cessa la condotta antigiuridica. Un provvedimento dell’autorità giudiziaria come il sequestro, che spoglia l’imputato del possesso del bene, è idoneo a segnare tale momento. Pertanto, la data indicata nel capo di imputazione non è vincolante se le prove processuali dimostrano una diversa realtà fattuale, come l’intervenuta interruzione dell’occupazione a seguito del sequestro.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il reato di occupazione abusiva di un’area demaniale?
La prescrizione inizia a decorrere dal momento in cui cessa la condotta illecita, cioè quando termina l’illegittimo uso del bene arbitrariamente occupato.

Un sequestro dell’area può interrompere la permanenza del reato di occupazione abusiva?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il sequestro dell’area è un evento idoneo a interrompere l’effettività dell’occupazione, facendo cessare la permanenza del reato e dando inizio al decorso dei termini di prescrizione.

La data di cessazione del reato indicata nel capo d’imputazione è sempre vincolante per il giudice?
No, la contestazione deve essere sempre valutata alla luce delle emergenze istruttorie. Se le prove, come un verbale di sequestro, dimostrano che la condotta illecita è cessata in una data anteriore, il giudice deve tenerne conto per il calcolo della prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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