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Prescrizione reato e sciopero: la Cassazione chiarisce

Un imputato ricorre in Cassazione sostenendo l’avvenuta prescrizione del reato di falso. La Suprema Corte dichiara il ricorso inammissibile, chiarendo che i rinvii per astensione degli avvocati sospendono la prescrizione per l’intera durata del rinvio, non solo per 60 giorni. Poiché il ricorso è inammissibile, la Corte non può dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione maturata successivamente alla sentenza d’appello.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato e Sciopero Avvocati: Quando il Tempo si Ferma

La prescrizione del reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, ma il suo calcolo può essere complesso, specialmente quando intervengono cause di sospensione come lo sciopero degli avvocati. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito principi cruciali su come tali eventi influenzino la decorrenza dei termini e sulle conseguenze di un ricorso inammissibile. Analizziamo la decisione per comprendere meglio questi meccanismi.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Milano per il reato di falso (artt. 110, 477 e 482 c.p.), presentava ricorso per cassazione. L’unico motivo di doglianza era l’asserita estinzione del reato per intervenuta prescrizione. La difesa sosteneva che, nonostante alcuni rinvii delle udienze, il tempo massimo previsto dalla legge per la punibilità del fatto fosse ormai trascorso.

La Questione Giuridica: Sospensione della Prescrizione Reato per Astensione

Il nodo centrale della questione riguardava il calcolo della sospensione della prescrizione a seguito di due rinvii del processo, entrambi causati dall’adesione del difensore a un’astensione collettiva dalle udienze (comunemente detto “sciopero degli avvocati”). La difesa implicitamente riteneva che la sospensione dovesse essere limitata, mentre la Procura Generale e la stessa Corte avevano una visione differente, basata su un orientamento consolidato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettando completamente la tesi difensiva. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi interconnessi: il corretto calcolo del periodo di sospensione e gli effetti preclusivi derivanti dall’inammissibilità del ricorso stesso.

Il Calcolo dei Termini di Sospensione

La Corte ha specificato che, secondo la giurisprudenza pacifica delle Sezioni Unite, i rinvii disposti per l’adesione del difensore all’astensione collettiva comportano la sospensione della prescrizione per l’intera durata del rinvio. Non si applica, in questi casi, il limite massimo di sessanta giorni previsto per altre ipotesi.

Nel caso specifico, i periodi di sospensione sono stati calcolati come segue:

* 84 giorni per il rinvio dal 27 giugno 2022 al 19 settembre 2022.
* 92 giorni per il rinvio dal 5 novembre 2024 al 5 febbraio 2025.

Sommando un totale di 176 giorni di sospensione al termine ordinario di prescrizione, la Corte ha concluso che il reato non si era ancora prescritto al momento della pronuncia della sentenza d’appello (5 febbraio 2025).

L’Effetto dell’Inammissibilità sulla Prescrizione Reato

Qui emerge il secondo principio chiave. La Corte ha chiarito che l’inammissibilità del ricorso per cassazione impedisce la formazione di un valido rapporto di impugnazione. Di conseguenza, preclude alla Corte stessa la possibilità di rilevare e dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione maturata successivamente alla data della sentenza impugnata. In pratica, l’inammissibilità “congela” la situazione giuridica al momento della decisione di secondo grado, impedendo all’imputato di beneficiare del tempo trascorso durante il giudizio di legittimità.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte si radicano in principi giuridici consolidati. In primo luogo, il richiamo alle Sezioni Unite (sent. n. 1021/2001) sul calcolo della sospensione per sciopero degli avvocati non lascia spazio a interpretazioni alternative: la sospensione copre tutto l’arco temporale del rinvio. Questa regola mira a bilanciare il diritto di protesta della categoria forense con l’esigenza di non vanificare l’azione penale. In secondo luogo, la Corte ha applicato un altro fondamentale principio enunciato dalle Sezioni Unite (sent. n. 32/2000), secondo cui l’inammissibilità del ricorso, essendo un vizio originario dell’atto, non consente al giudice dell’impugnazione di pronunciarsi su questioni che presuppongono un valido rapporto processuale, come la prescrizione maturata in un momento successivo.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza riafferma con chiarezza due lezioni importanti. La prima è che la partecipazione di un difensore a un’astensione collettiva ha l’effetto di “fermare” il tempo ai fini della prescrizione per tutta la durata del rinvio concesso. La seconda, e forse più significativa, è che la proposizione di un ricorso per cassazione manifestamente infondato o privo dei requisiti di legge si rivela una strategia controproducente. Non solo non permette di ottenere una revisione del merito, ma impedisce anche di beneficiare dell’eventuale maturare della prescrizione durante i tempi, spesso lunghi, del giudizio di legittimità. La decisione sottolinea quindi l’importanza di presentare ricorsi solidi e ben argomentati, poiché un’impugnazione inammissibile rende definitiva la condanna e blocca ogni possibile via d’uscita legata al decorso del tempo.

Lo sciopero degli avvocati come incide sulla prescrizione del reato?
Secondo la Corte di Cassazione, l’adesione del difensore a un’astensione collettiva (sciopero) che causa il rinvio di un’udienza comporta la sospensione del corso della prescrizione per tutto il periodo del rinvio, non solo per un massimo di 60 giorni.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile perché sollevava un motivo infondato riguardo al calcolo della prescrizione. La Corte ha stabilito che la questione di diritto era stata erroneamente interpretata dall’appellante, rendendo il motivo di ricorso non valido ai fini di una disamina nel merito.

Se la prescrizione matura dopo la sentenza d’appello, la Cassazione può dichiararla?
No. Se il ricorso per cassazione è inammissibile, non si instaura un valido rapporto processuale. Di conseguenza, la Corte non può rilevare e dichiarare la prescrizione del reato maturata dopo la data della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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