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Prescrizione reato e recidiva: la Cassazione chiarisce

Un individuo, condannato per tentato furto aggravato, ha presentato ricorso sostenendo l’estinzione del delitto per prescrizione reato. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che la recidiva reiterata e specifica, essendo una circostanza aggravante ad effetto speciale, deve essere sempre considerata nel calcolo dei termini di prescrizione, prolungandoli. La Corte ha quindi confermato che il reato non era prescritto al momento della sentenza d’appello.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato e Recidiva: Quando e Come si Calcola

Il calcolo della prescrizione reato è un tema cruciale nel diritto penale, poiché determina il limite di tempo entro cui lo Stato può perseguire un illecito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 1946 del 2024, offre chiarimenti fondamentali su come la recidiva, anche se facoltativa, influenzi questo calcolo. Analizziamo la decisione per comprendere i principi applicati e le loro conseguenze pratiche.

Il Caso: Tentato Furto Aggravato e il Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da una condanna per tentato furto pluriaggravato, commesso nel gennaio 2015. La sentenza di primo grado, emessa nel gennaio 2016, veniva confermata dalla Corte d’Appello nel settembre 2022. L’imputato proponeva quindi ricorso per Cassazione, basandolo su due motivi principali:

1. Erronea applicazione della legge in materia di prescrizione: Secondo la difesa, il reato si sarebbe già estinto per prescrizione prima della pronuncia d’appello. Si sosteneva che nel calcolo non si dovesse tenere conto della recidiva contestata (reiterata e specifica), in quanto circostanza aggravante facoltativa.
2. Vizio di motivazione: Veniva contestata la sussistenza di una delle aggravanti, quella della violenza sulle cose, sostenendo che non vi fosse prova che l’imputato e i suoi complici avessero effettivamente tagliato la rete di recinzione per entrare nella proprietà.

Successivamente, la difesa presentava motivi aggiunti, argomentando che la recidiva avrebbe dovuto essere esclusa poiché basata su precedenti penali le cui pene erano già estinte.

Il Calcolo della Prescrizione Reato in Presenza di Recidiva

Il cuore della controversia risiede nel calcolo della prescrizione reato. La difesa sosteneva che il termine ordinario, pur allungato per via degli atti interruttivi, fosse scaduto il 7 settembre 2022, pochi giorni prima della sentenza d’appello del 13 settembre 2022. Questo calcolo, però, non teneva conto dell’aumento di pena derivante dalla recidiva qualificata.

La Corte di Cassazione ha rigettato questa tesi, affermando un principio consolidato: ai fini della determinazione del tempo necessario a prescrivere, si deve considerare la pena massima edittale del reato, aumentata per le circostanze aggravanti ad effetto speciale. La recidiva reiterata e specifica, ai sensi dell’art. 99, comma 4, c.p., è proprio una di queste. Tale circostanza comporta un aumento di pena di due terzi e, pertanto, incide direttamente sul calcolo della prescrizione, a prescindere dal fatto che la sua applicazione in concreto sia facoltativa per il giudice.

Altri Motivi di Ricorso: Inammissibilità e Logicità della Motivazione

La Corte ha affrontato anche gli altri motivi di ricorso, dichiarandoli inammissibili o infondati.

* Sull’aggravante della violenza sulle cose: I giudici hanno ritenuto la motivazione della Corte d’Appello congrua e logica. Le prove raccolte (orme fresche, una seconda recinzione forata, il possesso di strumenti idonei al taglio) costituivano un quadro indiziario sufficiente a ritenere gli imputati responsabili del danneggiamento, escludendo la possibilità di una rilettura dei fatti in sede di legittimità.
* Sulla richiesta di esclusione della recidiva: La richiesta, presentata con motivi aggiunti, è stata dichiarata inammissibile. La Corte ha ricordato che non possono essere dedotte in Cassazione questioni non prospettate nei motivi di appello, a meno che non siano rilevabili d’ufficio. L’esclusione della recidiva per estinzione delle pene precedenti è una questione che deve essere specificamente sollevata nel giudizio di merito.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione ribadendo che l’art. 157 c.p. non distingue tra circostanze aggravanti obbligatorie e facoltative ai fini del calcolo della prescrizione. Ciò che conta è che l’aggravante sia stata formalmente contestata. In particolare, quando si tratta di un’aggravante ad effetto speciale, come la recidiva qualificata, l’aumento di pena che essa comporta deve essere sommato alla pena massima prevista per il reato base. Questo determina un nuovo massimo edittale, che diventa il riferimento per calcolare il termine di prescrizione.
Nel caso di specie, sommando l’aumento per la recidiva alla pena massima per il tentato furto aggravato, il termine di prescrizione ordinario risultava essere di otto anni, sei mesi e venti giorni. Di conseguenza, alla data della sentenza d’appello, tale termine non era affatto decorso. Anzi, considerando le interruzioni, non era decorso neanche al momento della decisione della Cassazione stessa. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile.

Conclusioni: L’Impatto della Recidiva sulla Prescrizione

Questa sentenza conferma un punto fondamentale: la contestazione di una recidiva qualificata ha un impatto diretto e significativo sui tempi della prescrizione reato. Anche se il giudice di merito può decidere di non applicare l’aumento di pena o di bilanciarla con eventuali attenuanti, la sua mera contestazione è sufficiente a estendere il termine massimo entro cui il reato può essere perseguito. Questa decisione sottolinea l’importanza di una corretta valutazione di tutte le circostanze contestate fin dalle prime fasi del procedimento penale, data la loro influenza determinante sulla potenziale estinzione del reato.

La recidiva, anche se facoltativa, va considerata nel calcolo della prescrizione del reato?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che, ai fini del calcolo del tempo necessario a prescrivere, si deve tenere conto di tutte le aggravanti contestate, incluse quelle facoltative. Se l’aggravante è ‘ad effetto speciale’, come la recidiva reiterata e specifica, l’aumento di pena previsto incide sul calcolo del termine di prescrizione, allungandolo.

È possibile contestare per la prima volta in Cassazione la sussistenza della recidiva perché basata su pene estinte?
No. La Corte ha dichiarato tale richiesta inammissibile, poiché la questione non era stata sollevata nei motivi d’appello. Le questioni relative all’esclusione della recidiva devono essere oggetto di espressa deduzione nell’atto di impugnazione di merito e non possono essere proposte per la prima volta in sede di legittimità.

Come viene calcolato il termine di prescrizione quando concorrono più aggravanti ad effetto speciale, come la recidiva qualificata?
Si deve avere riguardo all’aumento di pena massimo previsto dall’art. 63, comma 4, c.p. Questo aumento va sommato alla pena massima prevista per il reato base per determinare il nuovo massimo edittale su cui calcolare il termine ordinario di prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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