LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione reato e recidiva: il calcolo corretto

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 03/12/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato per ricettazione. Il ricorso era basato su un errato calcolo della prescrizione del reato, che non teneva conto della recidiva reiterata. La Corte ha ribadito che, ai fini della prescrizione, si deve considerare la recidiva anche se giudicata subvalente rispetto alle attenuanti nel bilanciamento ex art. 69 c.p., poiché l’art. 157, comma 3, c.p. esclude l’incidenza di tale giudizio sul calcolo della pena massima.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato e Recidiva: La Cassazione Fa Chiarezza sul Calcolo

La corretta determinazione del tempo necessario per la prescrizione reato è un tema cruciale nel diritto penale, spesso oggetto di complesse interpretazioni. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento su come la recidiva, anche se considerata meno grave delle attenuanti, influenzi questo calcolo. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello che aveva condannato un individuo per il reato di ricettazione. La difesa del ricorrente sosteneva che la Corte territoriale avesse commesso un errore di diritto, omettendo di dichiarare l’avvenuta prescrizione del reato.

Il punto centrale del ricorso era l’errata interpretazione del calcolo del tempo necessario a prescrivere. Secondo la difesa, non si sarebbe dovuto tenere conto della recidiva reiterata contestata, poiché nel giudizio di merito era stata ritenuta ‘subvalente’ rispetto alla circostanza attenuante della particolare tenuità del fatto (prevista dall’art. 648, comma quarto, c.p.). In sostanza, si affermava che, essendo la recidiva stata ‘superata’ dalle attenuanti, non dovesse più incidere sull’aumento del termine di prescrizione.

L’impatto della Recidiva sulla Prescrizione Reato

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, rigettando completamente la tesi difensiva. I giudici hanno chiarito che l’interpretazione proposta era in palese contrasto sia con la normativa di riferimento, in particolare l’art. 157 del codice penale, sia con la consolidata giurisprudenza di legittimità.

La decisione della Corte si fonda su due principi cardine, ribaditi con fermezza nell’ordinanza.

Le Motivazioni della Decisione

In primo luogo, la Corte ha ricordato che l’ipotesi di ricettazione di particolare tenuità non è un reato autonomo, ma una circostanza attenuante. Come tale, rientra a pieno titolo nel giudizio di bilanciamento con le circostanze aggravanti, inclusa la recidiva, secondo quanto previsto dall’art. 69 del codice penale.

In secondo luogo, e questo è il punto decisivo, la Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: ai fini del calcolo della prescrizione reato, si deve sempre tenere conto della recidiva ad effetto speciale, anche quando questa sia stata ritenuta subvalente nel giudizio di bilanciamento con le attenuanti.

La ragione di questa regola risiede nel testo dell’art. 157, comma terzo, del codice penale. Questa norma esclude espressamente che il giudizio di comparazione tra circostanze (ex art. 69 c.p.) possa avere incidenza sulla determinazione della pena massima del reato, che è il parametro utilizzato per calcolare il termine di prescrizione. In altre parole, il bilanciamento tra attenuanti e aggravanti serve a determinare la pena concreta da infliggere, ma non modifica il tetto massimo edittale del reato ai fini della prescrizione.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro e rigoroso. La valutazione di subvalenza della recidiva rispetto alle attenuanti non ‘cancella’ la recidiva stessa dal calcolo del tempo necessario a prescrivere. La recidiva, una volta contestata, continua a produrre i suoi effetti sull’aumento dei termini di prescrizione, indipendentemente dal suo peso nel bilanciamento finale per la commisurazione della pena.

Questa decisione sottolinea l’importanza di una corretta applicazione delle norme sulla prescrizione, evitando interpretazioni che possano portare a un’errata estinzione del reato. Per gli operatori del diritto, è un monito a distinguere nettamente tra il piano della commisurazione della pena e quello, autonomo, del calcolo della prescrizione. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La recidiva considerata ‘subvalente’ nel giudizio di bilanciamento incide sul calcolo della prescrizione del reato?
Sì, secondo la Corte di Cassazione la recidiva, anche se ritenuta subvalente rispetto alle circostanze attenuanti nel giudizio di bilanciamento, deve essere sempre considerata ai fini del calcolo del tempo necessario alla prescrizione del reato, in quanto l’art. 157, comma 3, c.p. esclude che tale bilanciamento influisca sulla pena massima del reato.

L’ipotesi di ricettazione per ‘particolare tenuità del fatto’ è un reato autonomo?
No, l’ordinanza chiarisce che l’ipotesi prevista dall’art. 648, comma 4, c.p. (fatto di particolare tenuità) non è una figura autonoma di reato, ma una circostanza attenuante speciale del reato di ricettazione.

Qual è l’effetto della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la conferma della decisione impugnata e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati