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Prescrizione reato e Orlando: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che contestava il calcolo della prescrizione del reato. La Corte chiarisce il principio di successione delle leggi nel tempo, affermando che per i reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, si applica la disciplina sulla sospensione della prescrizione introdotta dalla c.d. ‘legge Orlando’ (L. 103/2017), e non la successiva e più favorevole L. 134/2021. La decisione si allinea a un recente pronunciamento delle Sezioni Unite.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: la Legge Orlando si applica ai reati fino al 2019

La disciplina della prescrizione del reato è uno degli argomenti più dibattuti e soggetti a modifiche nel panorama giuridico italiano. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sulla successione delle leggi nel tempo, in particolare riguardo all’applicazione della cosiddetta ‘legge Orlando’ (L. 103/2017) rispetto alle novità introdotte dalla riforma Cartabia (L. 134/2021). La Corte ha stabilito un preciso spartiacque temporale, confermando che la vecchia disciplina sulla sospensione della prescrizione continua ad applicarsi ai reati commessi fino al 31 dicembre 2019.

La vicenda processuale

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato, condannato dalla Corte d’Appello per un reato commesso nel giugno 2019. L’imputato, tramite il suo difensore, ha sollevato un unico motivo di ricorso in Cassazione: la violazione dell’articolo 2, comma 4, del codice penale, che sancisce il principio del favor rei, ovvero l’applicazione della legge successiva più favorevole.

Secondo la tesi difensiva, la Corte d’Appello avrebbe errato nel calcolare i termini di prescrizione, tenendo conto di un periodo di sospensione di oltre sei mesi previsto dalla ‘legge Orlando’. Tale disposizione, sosteneva il ricorrente, era stata abrogata dalla L. 134/2021, la quale avrebbe dovuto essere applicata in quanto più vantaggiosa. Di conseguenza, il reato sarebbe dovuto essere dichiarato estinto per prescrizione.

L’impatto della legge Orlando sulla prescrizione del reato

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. Gli Ermellini hanno smontato la tesi del ricorrente, qualificandola come in palese contrasto con il dato normativo e con la consolidata giurisprudenza di legittimità.

La Corte ha ribadito che il reato, commesso nel giugno 2019, ricade pienamente nel campo di applicazione temporale della ‘legge Orlando’. Quest’ultima ha introdotto specifiche cause di sospensione del corso della prescrizione, che si applicano a tutti i reati commessi tra il 3 agosto 2017 (data della sua entrata in vigore) e il 31 dicembre 2019.

Le motivazioni

Il fulcro della decisione risiede nel richiamo a un recentissimo e dirimente intervento delle Sezioni Unite della stessa Corte di Cassazione. Con una decisione del dicembre 2024, le Sezioni Unite hanno risolto il contrasto giurisprudenziale, stabilendo un chiaro criterio temporale:

1. Per i reati commessi dal 3 agosto 2017 al 31 dicembre 2019, si applica la disciplina sulla sospensione della prescrizione del reato introdotta dalla legge n. 103/2017 (legge Orlando).
2. Per i reati commessi a partire dal 1° gennaio 2020, trova applicazione la nuova disciplina introdotta dalla legge n. 134/2021 (riforma Cartabia).

Questa interpretazione, basata sul principio tempus regit actum, lega la disciplina applicabile al momento in cui il reato è stato commesso. Pertanto, la Corte d’Appello aveva correttamente calcolato il periodo di sospensione secondo la legge Orlando, concludendo che il reato non era ancora prescritto al momento della pronuncia della sentenza impugnata. La manifesta infondatezza del ricorso ha inoltre precluso alla Cassazione la possibilità di valutare un’eventuale prescrizione maturata successivamente, poiché l’inammissibilità impedisce la formazione di un valido rapporto processuale.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un principio di diritto di notevole importanza pratica. Essa chiarisce definitivamente quale sia il regime di prescrizione applicabile ai reati commessi nel periodo di transizione tra la legge Orlando e la riforma Cartabia. Per avvocati e imputati, ciò significa che per tutti i procedimenti relativi a fatti avvenuti fino al 31 dicembre 2019, i calcoli sulla prescrizione devono tenere conto delle cause di sospensione introdotte dalla legge 103/2017. La decisione riafferma la stabilità e la certezza del diritto, ancorando la disciplina della prescrizione al momento della commissione del fatto e limitando l’operatività del principio del favor rei in questo specifico contesto di successione di leggi processuali.

Quale legge regola la prescrizione del reato per i fatti commessi nel 2019?
Per i reati commessi nel periodo tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019, la disciplina applicabile per la sospensione della prescrizione è quella introdotta dalla Legge n. 103/2017, nota come ‘legge Orlando’.

Perché non è stato applicato il principio del favor rei, che prevede l’applicazione della legge successiva più favorevole?
Il principio del favor rei non è stato applicato perché le Sezioni Unite della Corte di Cassazione hanno stabilito che la disciplina della prescrizione è regolata dal principio ‘tempus regit actum’, ovvero dalla legge in vigore al momento della commissione del reato. La successiva L. 134/2021 si applica solo ai reati commessi dal 1° gennaio 2020 in poi.

Se un ricorso per cassazione è manifestamente infondato, la Corte può comunque dichiarare la prescrizione del reato maturata nel frattempo?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione, l’inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza impedisce la costituzione di un valido rapporto di impugnazione. Di conseguenza, la Corte non può rilevare e dichiarare cause di non punibilità, come la prescrizione, che siano maturate successivamente alla sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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