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Prescrizione reato di truffa: la Cassazione decide

Un socio di un’agenzia di viaggi era stato condannato per truffa continuata per viaggi mai organizzati. La Corte di Cassazione ha annullato la condanna penale a causa della intervenuta prescrizione reato di truffa, calcolata a partire dall’ultimo episodio contestato. Tuttavia, poiché la prescrizione è maturata dopo la sentenza di primo grado, la Corte ha confermato le statuizioni civili, obbligando l’imputato al risarcimento dei danni in favore delle vittime.

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Pubblicato il 20 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato di Truffa: Condanna Annullata ma Danni da Pagare

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20991 del 2024, ha affrontato un interessante caso relativo alla prescrizione reato di truffa in un contesto societario. La pronuncia chiarisce un principio fondamentale: l’estinzione del reato per decorrenza dei termini non cancella automaticamente l’obbligo di risarcire le vittime, se la prescrizione interviene dopo la condanna di primo grado. Analizziamo i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Processo

Il caso riguardava il socio accomandatario di un’agenzia di viaggi, condannato nei primi due gradi di giudizio per truffa continuata in concorso con la moglie, gestore di fatto dell’agenzia. L’accusa era di aver garantito e incassato pagamenti per viaggi che non sarebbero mai stati organizzati.

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo, tra le varie motivazioni, la propria estraneità ai fatti, attribuendo l’intera gestione alla coniuge. Principalmente, però, ha eccepito l’avvenuta estinzione del reato per prescrizione, sostenendo che il termine massimo fosse già scaduto prima della sentenza d’appello.

La Posizione della Difesa

La difesa ha cercato di smontare l’impianto accusatorio, argomentando che il ruolo dell’imputato fosse marginale e che la sua responsabilità non potesse essere dedotta dalla sola qualifica di socio. Inoltre, ha sottolineato come la vicenda fosse riconducibile a un mero inadempimento contrattuale dovuto a difficoltà finanziarie, piuttosto che a un piano truffaldino preordinato. Il punto cruciale del ricorso, tuttavia, è rimasto quello relativo alla prescrizione.

Le Motivazioni della Cassazione sul Reato di Truffa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i motivi relativi alla responsabilità penale, ritenendo che la Corte d’Appello avesse correttamente motivato la condanna sulla base di una serie di elementi concordanti: il ruolo formale nella società, il rapporto familiare con l’altro imputato, il fatto che somme provenienti dalle truffe fossero confluite su un conto a lui intestato e che alcune vittime si fossero rivolte direttamente a lui per la restituzione del denaro.

Il cuore della decisione, però, risiede nell’accoglimento del motivo sulla prescrizione reato di truffa. I giudici hanno ricostruito il calcolo dei termini, partendo dalla data di cessazione della condotta criminosa (individuata nel febbraio 2016). Applicando le norme sulla prescrizione, e tenendo conto delle sospensioni, la Corte ha stabilito che il reato si era estinto il 2 settembre 2023, data antecedente a quella della sentenza d’appello (6 ottobre 2023).

La Conferma delle Statuizioni Civili

Nonostante l’annullamento della condanna penale, la Cassazione ha confermato le statuizioni civili. Questo passaggio è fondamentale e si basa sull’applicazione dell’articolo 578 del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che, quando un reato si estingue per prescrizione dopo una sentenza di condanna (in questo caso, quella di primo grado), il giudice dell’impugnazione è comunque tenuto a pronunciarsi sugli effetti civili. Poiché i giudici di merito avevano accertato correttamente la responsabilità dell’imputato ai fini del risarcimento del danno, tale obbligo rimane valido.

Le Conclusioni

La sentenza in esame offre due importanti lezioni. La prima è di natura processuale: la prescrizione reato di truffa estingue la punibilità penale, ma non necessariamente le conseguenze economiche per chi ha commesso il fatto. La seconda è che la responsabilità per il risarcimento del danno, una volta accertata in un giudizio di primo grado, ‘resiste’ alla prescrizione del reato maturata nelle fasi successive del processo. Questa decisione riafferma la tutela delle vittime, garantendo loro la possibilità di ottenere un ristoro economico anche quando, per il decorso del tempo, l’autore del reato non può più essere punito penalmente.

Perché la condanna penale per truffa è stata annullata?
La condanna penale è stata annullata perché il reato è risultato estinto per prescrizione. La Corte di Cassazione ha calcolato che il termine massimo previsto dalla legge per perseguire il reato era scaduto prima che venisse emessa la sentenza d’appello.

Se il reato è prescritto, perché l’imputato deve comunque risarcire le vittime?
L’imputato deve comunque risarcire le vittime perché la prescrizione è intervenuta dopo la sentenza di condanna di primo grado. In base all’art. 578 del codice di procedura penale, se il giudice ha già accertato la responsabilità ai fini civili, la condanna al risarcimento del danno rimane valida anche se il reato si estingue per prescrizione.

Come viene calcolato l’inizio della prescrizione per un reato che si protrae nel tempo?
Per un reato contestato come commesso genericamente ‘fino a’ un certo mese (in questo caso, ‘fino al febbraio 2016’), il termine di prescrizione inizia a decorrere dal primo giorno utile di quel mese (1° febbraio 2016). Questo calcolo viene fatto in applicazione del principio del ‘favor rei’, ovvero la regola più favorevole all’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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