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Prescrizione reato: conta la lettura del dispositivo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso relativo alla prescrizione reato. L’imputato sosteneva che il termine fosse scaduto tra la lettura del dispositivo e il deposito delle motivazioni. La Corte ribadisce il principio consolidato secondo cui, ai fini del calcolo, vale il momento della lettura del dispositivo della sentenza di condanna, data in cui, nel caso di specie, il reato non era ancora prescritto.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: Fa Fede il Dispositivo o il Deposito della Sentenza?

La determinazione del momento esatto in cui si interrompe la prescrizione reato è un tema cruciale nel diritto penale, con implicazioni dirette sull’esito di un processo. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante conferma su un principio giurisprudenziale consolidato, chiarendo se a rilevare sia la data di lettura del dispositivo in udienza o quella successiva del deposito delle motivazioni della sentenza. Analizziamo questa decisione per comprendere le sue fondamenta giuridiche e le conseguenze pratiche.

Il Caso: Un Ricorso Basato sui Tempi della Giustizia

Un imputato, condannato dalla Corte d’Appello di Palermo per reati risalenti al maggio 2019, ha presentato ricorso in Cassazione. L’unico motivo di doglianza era la presunta estinzione dei reati per intervenuta prescrizione. Secondo la tesi difensiva, il termine massimo di prescrizione sarebbe scaduto nell’intervallo di tempo intercorso tra la lettura del dispositivo della sentenza di condanna d’appello e il successivo deposito della sua motivazione scritta.

La Questione sulla Prescrizione Reato: Lettura vs. Deposito

La questione giuridica sollevata è fondamentale: quale dei due momenti processuali determina l’interruzione definitiva del corso della prescrizione? La difesa sosteneva che, non essendo la sentenza completa fino al deposito delle motivazioni, solo quest’ultimo atto potesse avere efficacia interruttiva. Se questa tesi fosse stata accolta, i reati contestati all’imputato sarebbero risultati estinti, vanificando la condanna di secondo grado.

Il Principio di Diritto sulla Prescrizione Reato

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso manifestamente infondato, ha rigettato completamente la tesi difensiva. Gli Ermellini hanno ribadito un orientamento giurisprudenziale pacifico e consolidato, citando un precedente specifico (Sez. 2, n. 46261 del 18/09/2019). Il principio affermato è chiaro e inequivocabile: ai fini del computo della prescrizione, rileva il momento della lettura del dispositivo della sentenza di condanna e non quello, successivo, del deposito della stessa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Le motivazioni della Corte si fondano sulla natura stessa dell’atto processuale della lettura del dispositivo. Questo momento rappresenta la decisione del giudice, l’atto con cui l’organo giurisdizionale definisce il giudizio e stabilisce la colpevolezza e la pena. Sebbene la motivazione espliciti il ragionamento logico-giuridico che sorregge la decisione, è con la pubblica lettura del dispositivo che la volontà del giudice si manifesta e produce i suoi effetti giuridici immediati, inclusa l’interruzione del termine di prescrizione. Nel caso di specie, la Corte ha verificato che alla data del 24 aprile 2024, giorno in cui la Corte d’Appello ha letto il dispositivo di condanna, il termine necessario per la prescrizione dei reati (commessi il 23 maggio 2019) non era ancora spirato. Pertanto, l’argomentazione del ricorrente è stata ritenuta priva di qualsiasi fondamento giuridico.

Le Conclusioni: Un Punto Fermo per il Calcolo dei Termini

La decisione in commento consolida una certezza fondamentale per tutti gli operatori del diritto. Stabilire che la prescrizione si interrompe con la lettura del dispositivo garantisce uniformità e previene manovre dilatorie o incertezze legate ai tempi, talvolta lunghi, necessari per il deposito delle motivazioni. Per l’imputato, ciò significa che l’esito del processo è segnato al momento della decisione letta in aula. Per il sistema giudiziario, rappresenta un baluardo contro l’estinzione dei reati per cavilli procedurali. L’ordinanza, dichiarando inammissibile il ricorso, ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, riaffermando con forza un principio cardine della procedura penale.

Per calcolare la prescrizione di un reato, quale momento è decisivo: la lettura del dispositivo o il deposito della sentenza?
Secondo la Corte di Cassazione, il momento decisivo ai fini del computo della prescrizione è la lettura del dispositivo della sentenza di condanna in udienza, e non il successivo deposito delle motivazioni.

Può un reato estinguersi per prescrizione nel periodo tra la lettura del dispositivo e il deposito delle motivazioni?
No. La Corte ha escluso questa possibilità, ribadendo che l’effetto interruttivo della prescrizione si produce al momento della lettura del dispositivo. Pertanto, se il reato non è prescritto a quella data, non può estinguersi successivamente in attesa del deposito della sentenza.

Qual è stato l’esito del ricorso basato sulla presunta prescrizione maturata dopo la lettura del dispositivo?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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