Sentenza di Cassazione Penale Sez. 5 Num. 23165 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 5 Num. 23165 Anno 2025
Presidente: NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 16/05/2025
SENTENZA
sul ricorso proposto da: NOME nata a COSENZA il 29/10/1961 parte civile: NOME avverso la sentenza del 01/10/2024 della Corte d’appello di Catanzaro Visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, NOME COGNOME che ha concluso chiedendo annullarsi la sentenza impugnata per intervenuta prescrizione.
RITENUTO IN FATTO
1.Con sentenza del 1.10.2024, la Corte di Appello di Catanzaro, all’esito di trattazione orale, ha confermato la pronuncia emessa in primo grado nei confronti di NOMECOGNOME che l’aveva dichiarata colpevole del reato dì bancarotta fraudolenta patrimoniale in relazione alla distrazione di rimanenze di merci per euro 136.366,31.
2.Avverso la suindicata sentenza, ricorre per cassazione l’imputata, tramite il difensore di fiducia, deducendo tre motivi di seguito enunciati nei limiti di cui all’ 173, comma 1, disp. att. cod. proc. pen.
2.1.Col primo motivo deduce l’erronea applicazione delle norme sulla prescrizione, lamentando che la Corte di appello abbia omesso di rilevare la decorrenza del termine massimo di prescrizione del reato (pari a dodici anni e mezzo), sebbene intervenuta in data 21.9.2024, ossia prima della pronuncia della sentenza di secondo grado. Ed invero, erroneamente la Corte di merito ha ritenuto che il rinvio disposto all’udienza del 14.9.2021 non fosse intervenuto per esigenze di acquisizione della prova ma su richiesta della difesa che si era invece limitata a rappresentare l’assenza del consulente della difesa, peraltro regolarmente citato.
2.2.Col secondo motivo deduce l’erronea applicazione dell’art. 216, comma 1, n. 1 L.F. Con l’atto di appello, nel richiedere la riqualificazione del reato in quell cui all’art. 2621 c.c., si era osservato come – in mancanza di un inventario fisico che potesse riscontrare la correttezza dell’importo del valore delle rimanenze asseritamente distratte per come indicato nel bilancio al 31/10/2010 – il Tribunale avrebbe dovuto, oltre a non ritenere raggiunta la prova inequivocabile della contestata distrazione, interrogarsi circa l’attendibilità del predetto bilancio c Invece, anche la Corta distrettuale, senza fornire argomentazione a riguardo, ha ritenuto esatto.
2.3.Col terzo motivo deduce la mancanza di motivazione in relazione alle eccepita riqualificazione del reato.
Il ricorso, proposto successivamente al 30.6.2024, è stato trattato – ai sensi dell’art. 611 come modificato dal d.lgs. del 10.10.2022 n. 150 e successive integrazioni – in assenza di richiesta di trattazione orale, senza l’intervento de parti che hanno così concluso per iscritto:
il Sostituto Procuratore Generale presso questa Corte ha concluso chiedendo annullarsi la sentenza impugnata per essersi il reato prescritto anteriormente alla pronuncia della sentenza di appello;
il difensore dell’imputato ha insistito nell’accoglimento del ricorso.
CONSIDERATO IN DIRITTO
1.11 ricorso è fondato limitatamente agli effetti penali, dovendosi rilevare, in accoglimento del primo motivo di ricorso, l’intervenuta prescrizione del reato; esso è, invece, inammissibile agli effetti civili.
1.1.E, invero, ammissibile il ricorso per cassazione con il quale si deduce, anche con un unico motivo, l’intervenuta estinzione del reato per prescrizione maturata prima della sentenza impugnata ed erroneamente non dichiarata dal giudice di merito, integrando tale doglianza un motivo consentito ai sensi dell’art.
606, comma primo, lett. b) cod. proc. pen. (Sez. U, Sentenza n. 12602 del 17/12/2015, dep. 25/03/2016, COGNOME Rv. 266819 – 01).
Consegue che deve essere accolta l’eccezione di prescrizione sollevata col primo motivo di ricorso. Il reato qui contestato, e ritenuto, è infatti quello d all’art. 216 1.f. punito con la pena massima di anni dieci di reclusione, sicché termine massimo di prescrizione, determinato ai sensi degli artt. 157 e 161 cod. pen., è pari ad anni dodici e mesi sei – in mancanza di aggravanti rilevanti a tal fin – con la conseguenza che, in assenza di periodi di sospensione (non potendosi prendere in considerazione il rinvio disposto all’udienza del 14.9.2021 per ragioni istruttorie, ossia per escutere il consulente tecnico della difesa, e non su istanz difensiva), tale termine è decorso in data 21.9.2024 (prima della sentenza di appello emessa il 1.10.2024).
Rimane da precisare, quanto alla valutazione che compete in caso di maturazione del termine di prescrizione, essendovi stata condanna, in primo grado, al risarcimento del danno in favore della costituita parte civile (cfr. Sez. U, n. 354 del 28/05/2009, Rv. 244273 – 01, nonché la recente pronuncia Sez. U, n. 36208 del 28/03/2024, Calpitano Rv. 286880 – 01), che, nel caso di specie, prevale, agli effetti penali, la declaratoria di prescrizione nei termini suindicati dal momento ch le deduzioni svolte col secondo e terzo motivo in punto di erronea applicazione dell’art. 216 Lf. e di riqualificazione giuridica del fatto al più come falso in bila che potrebbero rilevare agli effetti penali oltre che a quelli civili – sono aspecifi Esse non considerano quanto ricostruito dai giudici di merito nelle conformi pronunce di primo e secondo grado che hanno, in buona sostanza, escluso, con argomenti congrui ed adeguati, che ciò che è rappresentato nel bilancio al 31.10.2010 fosse falso, risultando il suo contenuto anche avvalorato dal rinvenimento, da parte di un terzo, di cospicui beni della società fallita n magazzino che l’ente aveva in precedenza avuto in locazione, beni che non risultavano ricompresí nell’inventario in precedenza allegato alla domanda di concordato (col quale era stato operato il confronto rispetto al bilancio a 31.10.2010). Corte di Cassazione – copia non ufficiale
Sicché a questa Corte non resta che dichiarare la prescrizione, non emergendo elementi idonei neppure a porre in dubbio la vicenda accusatoria come ricostruita nelle conformi pronunce di primo e secondo grado e non oggetto di rilievi dirimenti neanche col ricorso in scrutinio (cfr. al riguardo Sez. U, Sentenza n. 36208 del 28/03/2024, Calpitano Rv. 286880 – 01; Sez. U, Sentenza n. 35490 del 28/05/2009, COGNOME, Rv. 244273 – 01).
Permanendo le statuizionì civili, trattandosi dì prescrizione non maturata nel primo grado del giudizio, residua da precisare che i due motivi proposti che
potrebbero avere riflessi anche ai fini della responsabilità civile – peraltro n oggetto di specifiche doglianze – sono, come già anticipato, proprio inammissibili
per genericità (non possono, per essi, che valere le medesime considerazioni già
svolte).
2. Dalle ragioni sin qui esposte deriva che la sentenza impugnata deve essere annullata agli effetti penali per essere il reato estinto per prescrizione, e ch
ricorso deve essere dichiarato inammissibile agli effetti civili.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata agli effetti penali per essere il reato estinto per prescrizione. Dichiara inammissibile il ricorso agli effetti civili.
Così deciso il 16/5/2025.