Prescrizione Reato: Quando il Tempo Annulla la Condanna (Caso ex Art. 707 c.p.)
La prescrizione del reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, che sancisce come il trascorrere del tempo possa estinguere la pretesa punitiva dello Stato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato questo principio, annullando una condanna per il reato di possesso ingiustificato di valori. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione per capire come e quando il tempo può giocare un ruolo decisivo nell’esito di un processo penale.
I Fatti del Processo
Il caso ha origine dalla condanna di un uomo da parte del Tribunale di Pescara per il reato previsto dall’art. 707 del codice penale, ovvero il possesso ingiustificato di valori da parte di persona già condannata per delitti contro il patrimonio. La decisione era stata successivamente confermata dalla Corte di Appello di L’Aquila.
L’imputato, non rassegnandosi alla duplice condanna, ha proposto ricorso per Cassazione tramite il proprio difensore, affidandosi a due principali motivi di doglianza.
I Motivi del Ricorso e la Prescrizione del Reato
Il ricorrente ha sollevato due questioni distinte:
1. Vizio di motivazione: Sosteneva che i fatti, così come ricostruiti nei gradi di merito, non integrassero gli elementi costitutivi del reato contestato. In pratica, contestava la correttezza della valutazione delle prove e della logica seguita dai giudici.
2. Violazione di legge per intervenuta prescrizione: L’imputato eccepiva che il reato si fosse già estinto per prescrizione prima ancora della sentenza d’appello.
La Corte di Cassazione ha trattato i due motivi in modo differente. Il primo è stato dichiarato inammissibile, in quanto si risolveva in una richiesta di rivalutazione delle prove, attività preclusa al giudice di legittimità. Il secondo motivo, invece, è stato accolto.
La Decisione della Cassazione sull’Estinzione del Reato
La Suprema Corte ha concentrato la sua analisi sul calcolo dei termini di prescrizione. Il reato in questione, una contravvenzione, era stato commesso in data 14/10/2017.
Applicando le norme del codice penale (artt. 157 e 161), e verificata l’assenza di cause di sospensione del corso della prescrizione, i giudici hanno stabilito che il termine massimo necessario per la maturazione della prescrizione era interamente decorso il 14/10/2022.
Questo dato è stato decisivo. La sentenza della Corte di Appello impugnata era stata pronunciata il 20/12/2022, ovvero oltre due mesi dopo l’avvenuta estinzione del reato. Di fronte a questa evidenza, la Cassazione non ha potuto fare altro che prenderne atto.
Le Motivazioni della Corte
La motivazione della sentenza è netta e si basa su un calcolo matematico-giuridico. Una volta accertato che il termine di prescrizione era scaduto, il potere dello Stato di perseguire e punire quel fatto si era esaurito. La sentenza d’appello, essendo stata emessa su un reato già estinto, era quindi illegittima e doveva essere annullata. La Corte ha pertanto pronunciato l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, perché il reato era estinto per prescrizione.
Le Conclusioni
Questa pronuncia ribadisce un principio cardine dello stato di diritto: la giustizia deve essere celere. La prescrizione serve a garantire la certezza del diritto e a evitare che un cittadino resti indefinitamente sotto la spada di Damocle di un procedimento penale. Per gli operatori del diritto, questo caso sottolinea l’importanza di monitorare costantemente i termini di prescrizione, in quanto possono rappresentare un motivo risolutivo per l’esito del processo, anche in Cassazione. Per il cittadino, è la conferma che il passare del tempo, in assenza di una risposta definitiva da parte della giustizia, può portare all’estinzione dell’azione penale.
Che cos’è la prescrizione di un reato?
È un istituto giuridico che determina l’estinzione di un reato a causa del trascorrere di un determinato periodo di tempo dalla sua commissione, senza che sia intervenuta una sentenza di condanna irrevocabile. Si fonda sull’esigenza di certezza dei rapporti giuridici.
Perché la condanna è stata annullata in questo caso specifico?
La condanna è stata annullata perché la Corte di Cassazione ha calcolato che il termine massimo di prescrizione per il reato contestato era scaduto il 14 ottobre 2022. La sentenza della Corte di Appello, essendo stata emessa successivamente, il 20 dicembre 2022, è stata pronunciata quando il reato era già legalmente estinto.
È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No. Come chiarito in questa sentenza, la Corte di Cassazione ha il compito di verificare la corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità) e non di riesaminare le prove o la ricostruzione dei fatti (giudizio di merito). Un motivo di ricorso che mira a una rivalutazione delle prove è considerato inammissibile.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 1983 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 2 Num. 1983 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 16/11/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA in ALBANIA avverso la sentenza del 20/12/2022 della CORTE DI APPELLO DI L’AQUILA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
letta la requisitoria del Pubblico ministero, nella persona del AVV_NOTAIO Procuratore generale NOME AVV_NOTAIO, che ha concluso per l’annullamento senza rinvio perché il reato è estinto per prescrizione.
RITENUTO IN FATTO
NOME, per il tramite del proprio difensore, impugna la sentenza in data 20/12/2022 della Corte di appello di L’Aquila, che ha confermato la sentenza in data 10/02/2020 del Tribunale di Pescara, che lo aveva condannato per il reato di cui all’art. 707 cod. pen..
Deduce:
1.1. Vizio di motivazione in relazione alla sussistenza del reato.
Con il primo motivo il ricorrente sostiene che il fatto così come ricostruito non rappresenta gli elementi costitutivi del reato di cui all’art. 707 cod. pen..
A sostegno dell’assunto illustra e compendia le emergenze processuali.
1.2. Violazione di legge in relazione alla prescrizione che, secondo il ricorrente, era già maturata in sede di appello.
CONSIDERATO IN FATTO
Il primo motivo di ricorso è inammissibile perché propone questioni non consentite.
Con esso il ricorrente contesta la correttezza della motivazione posta a base della dichiarazione di responsabilità per il reato di cui all’art. 707 cod. pen. e si risolve in una rivalutazione delle fonti probatorie, ossia in una rilettura delle emergenze processuali alternativa a quella ritenuta dai giudici di merito, così risultando estranee al sindacato di legittimità.
Il secondo motivo di ricorso è fondato.
Invero, avendo riguardo alla data di commissione del reato (14/10/2017), alla natura contravvenzionale del reato di cui all’art.07 cod. pen. e applicando gli artt. 157 e 161 cod. pen., in assenza di causa di sospensione, il termine necessario alla maturazione della prescrizione è interamente decorso il 14/10/2022, in data anteriore alla pronuncia della sentenza impugnata.
Da qui l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per prescrizione.
Così deciso il 16/11/2023