Prescrizione del Reato: Quando la Sentenza d’Appello Arriva Troppo Tardi
La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 31099 del 2024, offre un importante chiarimento su un principio cardine del nostro sistema giuridico: la prescrizione del reato. Il caso in esame dimostra come il decorso del tempo possa avere un impatto decisivo sull’esito di un procedimento penale, prevalendo anche su una valutazione di merito come l’assoluzione per particolare tenuità del fatto. Analizziamo insieme la vicenda e le ragioni che hanno portato la Suprema Corte ad annullare la sentenza di secondo grado.
I Fatti del Processo: Dall’Assoluzione al Ricorso del Procuratore
La vicenda processuale ha origine da un procedimento a carico di un imputato per il delitto di falso ideologico in atto pubblico. In primo grado, era intervenuta una condanna. Successivamente, la Corte d’Appello, in riforma della prima sentenza, aveva assolto l’imputato applicando la causa di non punibilità della particolare tenuità del fatto.
Tuttavia, contro questa decisione ha proposto ricorso per cassazione il Procuratore Generale presso la stessa Corte d’Appello. Il motivo del ricorso non contestava l’assoluzione in sé, ma la sua motivazione. Secondo il Procuratore, il giudice di secondo grado avrebbe dovuto, prima di ogni altra valutazione, dichiarare l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione, maturata prima della data della sentenza d’appello.
La Questione Giuridica e la Tempistica della Prescrizione del Reato
Il cuore della questione risiede nel calcolo esatto dei termini di prescrizione. La Corte di Cassazione ha verificato che il reato, commesso il 14 gennaio 2016, si sarebbe estinto il 18 settembre 2023. Questo calcolo tiene conto del termine massimo di prescrizione di sette anni e sei mesi, a cui sono stati aggiunti 64 giorni di sospensione dovuti alla normativa emergenziale.
La sentenza della Corte d’Appello, invece, era stata emessa il 28 novembre 2023, ovvero più di due mesi dopo il compimento del termine di prescrizione. Questo scarto temporale si è rivelato decisivo.
Le Motivazioni della Cassazione
La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso del Procuratore Generale fondato. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio fondamentale: quando una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, matura prima della sentenza, il giudice ha l’obbligo di rilevarla e dichiararla immediatamente. Questa declaratoria prevale su qualsiasi valutazione di merito, inclusa quella relativa alla tenuità del fatto.
La Corte d’Appello, pertanto, ha commesso un errore di diritto nel pronunciare un’assoluzione nel merito invece di prendere atto dell’avvenuta estinzione del reato. La prescrizione, infatti, opera come una sorta di “tagliola” processuale che impedisce al giudice di proseguire nell’esame della colpevolezza o della non punibilità dell’imputato.
Le Conclusioni: Annullamento Senza Rinvio e le Implicazioni Pratiche
In virtù di queste considerazioni, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata. La formula “annullamento senza rinvio” significa che la vicenda processuale si chiude definitivamente, senza la necessità di un nuovo giudizio di appello. La Corte stessa ha direttamente dichiarato l’estinzione del reato per prescrizione.
Questa decisione sottolinea l’importanza per i giudici di merito di verificare sempre, come prima cosa, la potenziale maturazione dei termini di prescrizione. Dal punto di vista pratico, per l’imputato, sebbene il risultato finale (la non punibilità) possa sembrare simile, la formula giuridica è sostanzialmente diversa e rispecchia la corretta applicazione della legge penale e processuale.
Cosa succede se la prescrizione del reato matura prima della sentenza di appello?
La Corte di Cassazione ha stabilito che la sentenza di appello deve essere annullata senza rinvio, dichiarando l’estinzione del reato per prescrizione. Il giudice d’appello avrebbe dovuto rilevare la prescrizione e non pronunciarsi nel merito.
Perché il Procuratore Generale ha fatto ricorso contro una sentenza di assoluzione?
Sebbene la sentenza di appello avesse assolto l’imputato per “particolare tenuità del fatto”, il Procuratore Generale ha fatto ricorso per far prevalere la causa di estinzione del reato per prescrizione, che era maturata prima della decisione di appello e che rappresenta una formula giuridicamente corretta e prioritaria.
Come si calcola il termine di prescrizione in questo caso?
Il termine è stato calcolato partendo dalla data di commissione del reato (14 gennaio 2016). Al periodo base di sette anni e sei mesi sono stati aggiunti 64 giorni di sospensione dei termini processuali previsti da normative emergenziali, portando la data di maturazione al 18 settembre 2023.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 31099 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 31099 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 08/07/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da: PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D’APPELLO DI CALTANISSETTA nel procedimento a carico di: COGNOME NOME nato a PIAZZA ARMERINA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 28/11/2023 della CORTE APPELLO di CALTANISSETTA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RG 16232/2024 GLYPH
NOME COGNOME
GLYPH
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Il Procuratore generale presso la Corte di appello di Caltanissetta ricorre avverso sentenza della Corte di appello di Caltanissetta, che, in riforma della sentenza di primo grad ha assolto NOME COGNOME per il delitto di cui agli artt, 479, 48, 61 n. 2 cod. pen. per particolare tenuità del fatto.
AVV_NOTAIO ha tempestivamente depositato memoria nell’interesse dell’imputato, che contiene argomentazioni adesive a quelle del Procuratore generale ricorrente.
Il ricorso, articolato in un unico motivo, denunzia inosservanza o erronea applicazion della legge penale in ordine alla mancata dichiarazione di estinzione del reato per intervenut prescrizione, maturata prima della sentenza di appello.
Il ricorso è fondato.
Effettivamente, la prescrizione è maturata il 18 settembre 2023, prima della sentenza di appello, in particolare decorsi sette anni e sei mesi dal 14 gennaio 2016, cui vanno aggiunt 64 giorni per la sospensione legata alla normativa ennergenziale.
Ne discende l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.
P. Q. M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata perché il reato è estinto per prescrizione.
Così deciso 1’8 luglio 2024