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Prescrizione reato: annullata condanna per rissa

La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio una sentenza di condanna per il reato di rissa. La decisione non si basa sul merito della vicenda, ma sull’intervenuta prescrizione del reato. L’imputato aveva impugnato la sentenza d’appello lamentando l’errata acquisizione delle dichiarazioni di un testimone irreperibile. La Suprema Corte, pur ritenendo l’eccezione non infondata, ha rilevato d’ufficio il decorso del termine massimo di prescrizione, dichiarando estinto il reato e annullando la condanna.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione del Reato: La Cassazione Annulla Condanna per Rissa

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha annullato una condanna per rissa non entrando nel merito della colpevolezza dell’imputato, ma a causa dell’intervenuta prescrizione del reato. Questo caso offre uno spunto fondamentale per comprendere come il fattore tempo possa essere determinante nell’esito di un processo penale, a volte più delle stesse prove.

I Fatti del Processo

La vicenda giudiziaria ha origine da un episodio di rissa avvenuto il 1° luglio 2016. L’imputato era stato condannato in primo grado e la sua condanna era stata confermata dalla Corte di Appello di Bologna, sebbene fosse stato assolto da un’accusa connessa di danneggiamento con conseguente rideterminazione della pena.

Contro la sentenza di secondo grado, la difesa proponeva ricorso in Cassazione, affidandosi a un unico, specifico motivo di natura procedurale.

Il Motivo del Ricorso: L’Utilizzo delle Dichiarazioni del Testimone

Il fulcro del ricorso verteva sulla violazione dell’articolo 512 del codice di procedura penale. Secondo la difesa, le dichiarazioni rese durante le indagini dalla persona offesa, un cittadino straniero senza fissa dimora, erano state erroneamente ammesse al processo. La legge, infatti, consente l’utilizzo di tali atti solo se l’irreperibilità del testimone al momento del dibattimento non era prevedibile.

La difesa sosteneva due punti chiave:
1. Le ricerche del testimone non erano state sufficientemente approfondite.
2. L’irreperibilità era, di fatto, prevedibile, dato che si trattava di un soggetto privo di una dimora stabile.

La Decisione della Corte sulla Prescrizione del Reato

La Corte di Cassazione ha ritenuto il motivo di ricorso non manifestamente infondato, in particolare riguardo alla prevedibilità dell’assenza del testimone. Tuttavia, prima di poter analizzare a fondo questa complessa questione procedurale, i giudici hanno dovuto affrontare un ostacolo insormontabile: il tempo.

I giudici hanno calcolato che il termine massimo di prescrizione per il reato di rissa contestato sarebbe maturato il 1° luglio 2024. Poiché non risultavano periodi di sospensione del processo che potessero allungare tale termine, la Corte si è trovata di fronte a una causa di estinzione del reato imminente e certa.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento: il giudice ha il dovere di dichiarare immediatamente l’esistenza di una causa di non punibilità, come la prescrizione del reato, a meno che non emergano prove evidenti per un’assoluzione nel merito (ai sensi dell’art. 129, comma 2, c.p.p.).

Nel caso specifico, non sussistevano elementi per una simile assoluzione piena. Di conseguenza, la questione procedurale sollevata dalla difesa, sebbene potenzialmente fondata, è diventata irrilevante. L’estinzione del reato per prescrizione ha la precedenza e impone la chiusura del processo. Per questo motivo, la Corte ha pronunciato l’annullamento senza rinvio della sentenza di condanna.

Conclusioni

Questa sentenza dimostra in modo emblematico come la durata dei processi penali possa incidere in modo definitivo sul loro esito. La prescrizione del reato agisce come un meccanismo di garanzia che impedisce a un cittadino di rimanere sotto processo per un tempo indefinito, ma può anche portare all’estinzione di procedimenti senza che si giunga a una verità processuale sul fatto. La decisione sottolinea l’importanza per il sistema giudiziario di assicurare una ragionevole durata dei processi, per evitare che il decorso del tempo vanifichi l’accertamento delle responsabilità.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la condanna per rissa?
La condanna è stata annullata perché il reato è stato dichiarato estinto per prescrizione, essendo trascorso il tempo massimo previsto dalla legge per perseguire quel crimine senza una sentenza definitiva.

Cosa significa che un reato è estinto per prescrizione?
Significa che lo Stato ha perso il diritto di punire il responsabile a causa del lungo tempo trascorso dalla commissione del fatto. Di conseguenza, il processo penale deve essere interrotto e la condanna, se non definitiva, viene annullata.

La Corte ha deciso se le dichiarazioni del testimone assente erano utilizzabili?
No, la Corte non è entrata nel merito di questa questione. Ha stabilito che il problema della prescrizione era prioritario e, una volta accertata l’estinzione del reato, ha annullato la sentenza senza bisogno di esaminare gli altri motivi del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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