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Prescrizione reato: annullamento senza rinvio

Un imputato, condannato per furto aggravato, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, tuttavia, ha rilevato l’avvenuta prescrizione del reato, maturata prima della sentenza d’appello. Di conseguenza, ha annullato la condanna senza esaminare i motivi del ricorso, applicando il principio della immediata declaratoria delle cause di estinzione del reato. La decisione sottolinea come la prescrizione del reato prevalga su ogni altra valutazione nel merito del processo.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: Quando la Causa Estintiva Vince sull’Appello

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11069 del 2025, riafferma un principio cardine del nostro ordinamento processuale: l’intervenuta prescrizione del reato impone l’annullamento della sentenza di condanna, rendendo superfluo l’esame dei motivi di ricorso. Questa decisione evidenzia la prevalenza delle cause di estinzione del reato sulle questioni di merito, anche in presenza di un’impugnazione fondata su presunti vizi della sentenza.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una condanna per furto aggravato, commesso il 30 settembre 2016, emessa dal Tribunale di Pescara e successivamente confermata dalla Corte di Appello de L’Aquila. L’imputato, tramite il proprio difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando diversi vizi della sentenza di secondo grado.

Tuttavia, prima che la Suprema Corte potesse entrare nel merito delle doglianze, ha rilevato un fatto decisivo: il termine massimo di prescrizione per il reato contestato era maturato il 30 marzo 2024, data antecedente alla stessa pronuncia della sentenza d’appello impugnata.

I Motivi del Ricorso e la Prescrizione del Reato

La difesa aveva articolato il ricorso in cinque distinti motivi, tra cui:

* Mancanza di motivazione su specifici punti.
* Travisamento della testimonianza di un operante di polizia giudiziaria.
* Inosservanza di norme procedurali in materia di testimonianza.
* Mancanza di motivazione sul diniego di un’attenuante.
* Omessa pronuncia sulla richiesta di dichiarare la prescrizione.

Nonostante la potenziale fondatezza di tali motivi, la Corte di Cassazione ha ritenuto il loro esame assorbito e superfluo. Il Collegio ha infatti applicato il principio consolidato secondo cui, una volta accertata la presenza di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione, il giudice ha l’obbligo di dichiararla immediatamente, ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale.

Il Principio dell’Immediata Declaratoria

La Corte ha richiamato l’orientamento delle Sezioni Unite, secondo cui l’inevitabile rinvio al giudice di merito, che conseguirebbe all’accoglimento di un motivo di ricorso, è incompatibile con il principio dell’immediata applicabilità della causa estintiva. In altre parole, non ha senso annullare una sentenza per un vizio di forma o di sostanza e rimandarla a un altro giudice, se il processo deve comunque concludersi con una declaratoria di estinzione del reato.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha motivato la sua decisione basandosi su due pilastri fondamentali della giurisprudenza di legittimità. In primo luogo, la sussistenza di una causa di estinzione del reato, quale è la prescrizione, prevale su eventuali nullità o vizi di motivazione della sentenza impugnata. Questo perché la finalità del processo penale viene meno nel momento in cui lo Stato perde il suo interesse a punire a causa del decorso del tempo.

In secondo luogo, la Corte ha specificato che non ricorrevano le condizioni per una pronuncia di assoluzione nel merito, come previsto dal secondo comma dell’art. 129 c.p.p. Tale norma impone al giudice di assolvere l’imputato solo quando, dagli atti, emerga in modo evidente la sua innocenza. Nel caso di specie, la lettura delle sentenze di merito e degli atti di impugnazione non faceva emergere circostanze tali da imporre un proscioglimento pieno. Di conseguenza, non potendo assolvere nel merito, la Corte non ha potuto fare altro che prendere atto della maturata prescrizione.

Le Conclusioni

La sentenza in esame ribadisce con forza la centralità dell’istituto della prescrizione nel sistema penale. La decisione di annullare la sentenza senza rinvio perché il reato è estinto per prescrizione conferma che l’accertamento di una causa estintiva ha carattere prioritario e pregiudiziale rispetto a qualsiasi altra valutazione, inclusa quella relativa ai motivi di impugnazione. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la verifica dei termini di prescrizione è un’attività cruciale in ogni stato e grado del procedimento, potendo determinare l’esito del giudizio a prescindere dalla fondatezza delle accuse o delle difese.

Se il reato si prescrive, i motivi di ricorso vengono comunque esaminati?
No. Secondo la sentenza, qualora risulti una causa di estinzione del reato come la prescrizione, il suo accertamento prevale e rende superfluo l’esame dei motivi di ricorso, in quanto il processo deve concludersi con la declaratoria di estinzione.

Cosa significa “annullamento senza rinvio”?
Significa che la Corte di Cassazione annulla la decisione impugnata in via definitiva, senza che sia necessario un nuovo giudizio da parte di un altro giudice. In questo caso, l’annullamento è disposto perché il reato non è più punibile a causa della prescrizione.

Perché la Corte non ha assolto l’imputato nel merito nonostante l’annullamento della condanna?
La Corte può assolvere nel merito solo se dagli atti processuali emerge in modo evidente (ictu oculi) la prova dell’innocenza dell’imputato. In assenza di tale evidenza, e in presenza di una causa estintiva, il giudice è tenuto a dichiarare la prescrizione del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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