Prescrizione del Reato: Quando la Cassazione Annulla la Sentenza
La prescrizione del reato è un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale che sancisce l’estinzione di un illecito a causa del trascorrere del tempo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 36650/2024, offre un chiaro esempio di come questo principio operi nella pratica, portando all’annullamento di una condanna senza la necessità di un nuovo processo. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.
I Fatti del Processo
Il caso ha origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Prato nel marzo 2021. L’imputato contestava la violazione di norme procedurali, sollevando un motivo di ricorso ritenuto dalla Suprema Corte non manifestamente infondato. Questo primo passaggio è cruciale: l’ammissibilità del ricorso ha permesso alla Corte di esaminare lo stato del procedimento.
La Decisione della Corte e la Prescrizione del Reato
Una volta instaurato un valido rapporto di impugnazione, la Corte di Cassazione ha il dovere di verificare d’ufficio la presenza di cause di estinzione del reato, come la prescrizione del reato. Nel caso specifico, l’illecito contestato era una contravvenzione che si era consumata il 7 maggio 2018.
La Corte ha quindi proceduto al calcolo del tempo necessario per la prescrizione. In questo calcolo è stato incluso un elemento particolare: la sospensione dei termini processuali di 64 giorni, introdotta dalla legislazione emergenziale per la pandemia (D.L. n. 18/2020). Nonostante questa sospensione, che di fatto allunga i tempi, la Corte ha accertato che il termine massimo di prescrizione era comunque decorso.
Le Motivazioni
La motivazione della sentenza è lineare e si fonda su un principio cardine della procedura penale. In primo luogo, la Corte ha stabilito, richiamando una pronuncia delle Sezioni Unite, che un ricorso non palesemente infondato è sufficiente per avviare un valido giudizio di impugnazione. Questo apre la porta all’esame di tutte le questioni rilevabili d’ufficio.
In secondo luogo, e questo è il cuore della decisione, una volta accertata l’ammissibilità del ricorso, la constatazione dell’avvenuta prescrizione del reato diventa un atto dovuto e prioritario. La Corte non entra nel merito degli altri motivi di ricorso perché la prescrizione estingue il reato stesso, rendendo superfluo ogni altro accertamento sulla colpevolezza dell’imputato. La conseguenza inevitabile, in questi casi, è l’annullamento della sentenza impugnata ‘senza rinvio’, poiché non vi è più nulla da giudicare.
Le Conclusioni
La sentenza n. 36650/2024 ribadisce un principio fondamentale: la prescrizione del reato è una causa di estinzione che prevale su ogni altra valutazione di merito, a condizione che l’impugnazione sia ammissibile. Questa decisione sottolinea l’importanza del fattore tempo nel processo penale e garantisce che nessuna persona possa rimanere indefinitamente sotto processo per un reato. Per gli operatori del diritto, è un monito a monitorare costantemente i termini di prescrizione, un fattore che può determinare l’esito finale di un procedimento penale, indipendentemente dalla fondatezza dell’accusa.
Cosa succede se il reato si prescrive mentre è in corso un ricorso in Cassazione?
Se il ricorso è ammissibile, la Corte di Cassazione ha l’obbligo di rilevare la prescrizione e di dichiarare l’estinzione del reato, annullando la sentenza impugnata senza rinvio.
La sospensione dei termini processuali per l’emergenza Covid-19 ha influito sulla prescrizione?
Sì, la sentenza conferma che il periodo di sospensione previsto dalla legislazione emergenziale (in questo caso, 64 giorni) deve essere aggiunto al normale termine di prescrizione, posticipandone la scadenza.
Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza ‘senza rinvio’?
L’annullamento è avvenuto ‘senza rinvio’ perché la prescrizione estingue il reato in modo definitivo. Non essendoci più un reato da giudicare, non è necessario un nuovo processo davanti a un altro giudice, e la decisione della Cassazione chiude il caso.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 36650 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 7 Num. 36650 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 13/09/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 10/03/2021 del TRIBUNALE di PRATO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che il primo motivo del ricorso proposto da COGNOME, che deduce la violazione di legge in relazione all’art. 442, comma 2, cod. proc. pen. non è manifestamente infondato, sicché, potendosi instaurare un valido rapporto di impugnazione (cfr. Sez. U, n. 32 del 22/11/2000, D. L., Rv. 217266), occorre prendere atto dell’intervenuta prescrizione della contestata contravvenzione, consumatasi il 7 maggio 2018, anche considerando la sospensione di 64 giorni prevista dall’art. 83, comma 4, D.L. 17 marzo 2020, n. 18, convertito con modificazioni dalla L. 24 aprile 2020, n. 27;
conseguentemente, la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio per essere il reato estinto per prescrizione
P. Q. M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata per essere il reato estinto per prescrizione.
Così deciso in Roma, il 13 settembre 2024.