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Prescrizione reato: annullamento parziale in Cassazione

La Corte di Cassazione annulla parzialmente una sentenza di condanna, dichiarando l’estinzione di un reato contravvenzionale per intervenuta prescrizione. Di conseguenza, viene eliminata la relativa pena. Il ricorso dell’imputato riguardo al reato più grave di ricettazione viene invece dichiarato inammissibile, poiché i motivi sono stati ritenuti generici e ripetitivi di argomentazioni già respinte in appello. La sentenza chiarisce che l’avvenuta prescrizione del reato minore rende irrilevante la discussione sulla continuazione tra i reati.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reato: La Cassazione Annulla la Pena per Decorrenza dei Termini

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 21962 del 2024, offre un importante chiarimento sugli effetti della prescrizione reato nel corso del giudizio di legittimità. Anche quando un ricorso è in gran parte inammissibile, la Corte ha il dovere di rilevare d’ufficio l’estinzione del reato e di annullare la relativa condanna. Questo caso specifico riguarda un imputato condannato per ricettazione e possesso di arnesi atti allo scasso, dove solo per il secondo reato è intervenuta la prescrizione.

I Fatti del Processo

L’imputato era stato condannato in primo grado dal Tribunale e la sentenza era stata confermata dalla Corte di Appello. Le accuse erano due: il delitto di ricettazione in concorso (capo A) e la contravvenzione di possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli (capo B). La condanna prevedeva una pena detentiva per il primo reato e una pena di arresto per il secondo. Contro la decisione della Corte di Appello, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa ha articolato il ricorso su tre motivi principali:
1. Mancata assoluzione: Si contestava la mancata applicazione della formula assolutoria per insufficienza di prove.
2. Errata qualificazione giuridica: Si sosteneva che i fatti dovessero essere qualificati come furto piuttosto che come ricettazione.
3. Mancato riconoscimento delle attenuanti generiche e della continuazione: Si lamentava il diniego delle attenuanti e del vincolo della continuazione tra i due reati, che avrebbe comportato un trattamento sanzionatorio più favorevole.

La Prescrizione del Reato e la Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha esaminato i motivi del ricorso, giungendo a conclusioni diverse per i due capi d’imputazione. Mentre la maggior parte dei motivi sono stati giudicati inammissibili, la Corte si è soffermata d’ufficio sulla questione della prescrizione reato per la contravvenzione.

Inammissibilità degli Altri Motivi

I primi due motivi sono stati dichiarati inammissibili perché ritenuti generici e meramente ripetitivi di questioni già sollevate e respinte nei gradi di merito. La Corte ha ribadito il principio secondo cui un ricorso è inammissibile se non si confronta specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, limitandosi a riproporre le stesse censure.

Diniego delle Attenuanti Generiche

Anche il motivo relativo al diniego delle attenuanti generiche è stato ritenuto infondato. La Suprema Corte ha confermato che la valutazione dei precedenti penali dell’imputato è un elemento sufficiente per giustificare la negazione di tale beneficio. Il giudice di merito, infatti, può basare la sua decisione anche su un solo elemento negativo ritenuto prevalente, formulando un giudizio di disvalore sulla personalità del reo.

Le Motivazioni

La parte cruciale della sentenza riguarda l’analisi del reato contravvenzionale (capo B). La Corte ha rilevato che, tenuto conto della data di commissione del fatto, il termine massimo di prescrizione era già scaduto prima della pronuncia della sentenza d’appello. La prescrizione è una causa di estinzione del reato che opera di diritto e deve essere rilevata in ogni stato e grado del processo. Di conseguenza, il “silenzio” della Corte territoriale sulla richiesta di continuazione è divenuto irrilevante. La prescrizione ha infatti fatto venir meno uno dei due reati, eliminando il presupposto stesso per poter discutere del vincolo della continuazione.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata limitatamente al capo B, poiché il reato era estinto per prescrizione. Ha quindi eliminato la relativa pena di tre mesi di arresto. Per il resto, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, confermando la condanna per il reato di ricettazione. Questa decisione sottolinea un principio fondamentale del nostro ordinamento: la prescrizione prevale e deve essere dichiarata anche a fronte di un ricorso altrimenti inammissibile, con l’effetto di cancellare la condanna e la pena per il reato estinto.

Cosa succede se un reato si prescrive durante il processo di appello o di cassazione?
Se un reato si estingue per prescrizione, la Corte deve annullare la relativa condanna senza rinvio ed eliminare la pena corrispondente, anche se il ricorso per altri motivi viene dichiarato inammissibile.

Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile se ripete le stesse argomentazioni dell’appello?
Sì, il ricorso è considerato aspecifico e quindi inammissibile se si limita a riproporre le stesse doglianze già presentate al giudice d’appello, senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza impugnata.

È sufficiente avere precedenti penali per vedersi negare le attenuanti generiche?
Sì, secondo la Corte, il diniego delle attenuanti generiche può essere legittimamente fondato anche solo sulla valutazione negativa dei precedenti penali dell’imputato, in quanto tale elemento è sufficiente a formulare un giudizio di disvalore sulla sua personalità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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