LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione reati tributari: quando il rinvio conta?

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per frode fiscale (art. 2 D.Lgs. 74/2000) a causa dell’intervenuta prescrizione del reato. La Corte ha stabilito che i rinvii del processo d’appello, disposti per consentire la traduzione degli atti in una lingua nota all’imputata, non costituiscono una causa di sospensione del termine di prescrizione dei reati tributari, anche se richiesti dalla difesa. Il termine massimo di 10 anni è quindi decorso prima della sentenza di secondo grado.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reati Tributari: Il Rinvio per Traduzione Atti non Sospende i Termini

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 31796/2024) ha riaffermato un principio cruciale in materia di prescrizione reati tributari, stabilendo che i rinvii processuali concessi per garantire il diritto di difesa dell’imputato straniero, come la traduzione degli atti, non possono essere considerati causa di sospensione dei termini. Questa decisione sottolinea la preminenza del diritto di difesa e pone limiti chiari all’interpretazione estensiva delle norme sulla sospensione della prescrizione.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un’imprenditrice condannata in primo e secondo grado per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, previsto dall’art. 2 del D.Lgs. 74/2000. Il reato era stato contestato come commesso il 19 settembre 2013, data di presentazione della dichiarazione IVA per l’anno d’imposta 2012.

Durante il processo d’appello, il giudizio aveva subito due significativi rinvii:
1. Il primo, su eccezione della difesa, per consentire la traduzione della sentenza di primo grado in una lingua comprensibile all’imputata.
2. Il secondo, disposto d’ufficio dalla Corte d’appello, a causa della nullità del decreto di citazione a giudizio, anch’esso non tradotto.

La sentenza d’appello, che confermava parzialmente la condanna, è stata emessa il 29 settembre 2023, ovvero oltre 10 anni dopo la commissione del fatto. L’imputata ha quindi proposto ricorso per Cassazione, lamentando l’omessa dichiarazione di estinzione del reato per intervenuta prescrizione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando la sentenza impugnata senza rinvio perché il reato era effettivamente estinto. Il fulcro della decisione risiede nel calcolo del termine di prescrizione e nella valutazione degli effetti dei rinvii avvenuti in appello.

Le Motivazioni sulla Prescrizione dei Reati Tributari

La Corte ha svolto un’analisi rigorosa delle norme che regolano la prescrizione dei reati tributari e la sua sospensione.

Calcolo del Termine di Prescrizione

Innanzitutto, i giudici hanno chiarito il termine massimo applicabile. Il reato, commesso il 19 settembre 2013, ricadeva sotto la nuova disciplina introdotta dalla Legge n. 148/2013, che ha elevato il termine di prescrizione ordinario per i delitti tributari da 6 a 8 anni. Considerando l’effetto di almeno un atto interruttivo (che estende il termine di un quarto), il termine massimo di prescrizione è stato correttamente individuato in 10 anni, con scadenza il 19 settembre 2023.

Il Rinvio per Traduzione non Sospende la Prescrizione

Il punto centrale della sentenza riguarda la natura dei rinvii concessi in appello. La difesa dell’imputata aveva richiesto il rinvio per ottenere la traduzione della sentenza di primo grado, un’esigenza legata all’effettivo esercizio del diritto di difesa garantito dall’art. 143 del codice di procedura penale. La Procura Generale sosteneva che tale richiesta dovesse configurare una causa di sospensione della prescrizione.

La Cassazione ha respinto questa tesi. Ha osservato che l’art. 159 del codice penale elenca tassativamente le cause di sospensione, prevedendo che essa possa derivare da una “particolare disposizione di legge” o da una richiesta di rinvio dell’imputato o del suo difensore. Tuttavia, nessuna norma prevede esplicitamente che la pendenza del “termine congruo” per la traduzione degli atti comporti la sospensione della prescrizione.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che le norme sulla sospensione, avendo un potenziale effetto in malam partem (ovvero sfavorevole all’imputato), non possono essere soggette a interpretazione analogica. Il rinvio richiesto dalla difesa non era dilatorio, ma finalizzato a garantire un diritto fondamentale. Pertanto, non può essere equiparato a una richiesta di rinvio che causa la sospensione. Lo stesso principio si applica, a maggior ragione, al secondo rinvio, causato da una nullità riconducibile all’ufficio giudiziario.

Le Conclusioni

Poiché i rinvii non hanno sospeso il decorso del tempo, il termine massimo di prescrizione di 10 anni è maturato il 19 settembre 2023. La sentenza d’appello, emessa dieci giorni dopo, è quindi intervenuta quando il reato era già estinto. Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato la condanna, affermando un principio di garanzia fondamentale: la tutela del diritto di difesa non può ritorcersi contro l’imputato allungando i tempi della prescrizione.

Un rinvio del processo per consentire la traduzione degli atti a un imputato straniero sospende la prescrizione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il tempo necessario per la traduzione, anche se il rinvio è richiesto dalla difesa, non costituisce una causa di sospensione della prescrizione, in quanto è finalizzato a garantire l’effettivo esercizio del diritto di difesa e non può essere interpretato in senso sfavorevole all’imputato.

Qual è il termine di prescrizione massimo per il reato di dichiarazione fraudolenta commesso dopo il 17 settembre 2013?
Il termine ordinario è di 8 anni. In presenza di atti interruttivi, questo termine si estende di un quarto, raggiungendo un massimo di 10 anni dalla data di commissione del reato.

È possibile eccepire la prescrizione per la prima volta davanti alla Corte di Cassazione?
Sì, è possibile sollevare l’eccezione di prescrizione per la prima volta in Cassazione, a condizione che il termine sia maturato dopo la sentenza di primo grado e prima che la condanna per quel specifico reato sia divenuta definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati