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Prescrizione reati tributari: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato per il reato di occultamento di documentazione contabile. La Corte ha stabilito che, in caso di ricorso manifestamente infondato, non è possibile dichiarare la prescrizione reati tributari maturata dopo la sentenza di secondo grado, consolidando un principio fondamentale in materia processuale.

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Pubblicato il 9 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reati Tributari: l’inammissibilità del ricorso blocca la declaratoria

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale in tema di prescrizione reati tributari, specificamente per il delitto di occultamento di documenti contabili. La Suprema Corte ha ribadito che un ricorso inammissibile, perché manifestamente infondato, preclude la possibilità per il giudice di rilevare la prescrizione maturata dopo la sentenza di appello. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza pratica per la difesa in ambito penale-tributario.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imprenditore, condannato per il reato previsto dall’art. 10 del D.Lgs. 74/2000. L’accusa era quella di aver occultato diversi documenti contabili, tra cui il registro dei beni ammortizzabili e le fatture, impedendo così la ricostruzione del proprio volume d’affari. L’accertamento fiscale che aveva dato il via al procedimento era avvenuto nel giugno 2014. L’imputato, nel suo ricorso per cassazione, lamentava la mancata dichiarazione di estinzione del reato per intervenuta prescrizione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto il motivo di ricorso manifestamente infondato, applicando un principio consolidato in giurisprudenza. Sebbene la prescrizione del reato fosse effettivamente maturata nel giugno 2024, ovvero dopo la sentenza della Corte d’Appello (emessa nel novembre 2023), l’inammissibilità del ricorso ha impedito di poterla dichiarare.

Le Motivazioni: la natura del reato e gli effetti dell’inammissibilità

La Corte ha basato la sua decisione su due pilastri argomentativi interconnessi.

Il primo riguarda la natura del reato di occultamento della documentazione contabile. Si tratta di un reato permanente, la cui condotta illecita si protrae fino al momento dell’accertamento fiscale. Di conseguenza, il termine di prescrizione (dies a quo) non inizia a decorrere dal momento dell’occultamento, ma dalla data della verifica fiscale. In questo caso, giugno 2014.

Il secondo e decisivo pilastro è un principio di diritto processuale. Un ricorso per cassazione inammissibile non instaura un valido rapporto processuale di impugnazione. La sua manifesta infondatezza (o la presenza di altre cause di inammissibilità) ‘cristallizza’ la situazione giuridica al momento della sentenza impugnata. Di conseguenza, il giudice dell’impugnazione non ha il potere di rilevare e dichiarare cause di non punibilità, come la prescrizione, che siano sopravvenute dopo la pronuncia della sentenza di secondo grado. Questa interpretazione, avallata anche dalle Sezioni Unite, impedisce l’uso strumentale del ricorso al solo fine di guadagnare tempo per far maturare la prescrizione.

Le Conclusioni: implicazioni pratiche

La pronuncia in esame conferma che la strategia difensiva non può basarsi sulla speranza di far decorrere i termini di prescrizione durante il giudizio di legittimità, specialmente se i motivi di ricorso sono deboli o pretestuosi. Un ricorso manifestamente infondato non solo viene respinto, ma comporta anche la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, e soprattutto preclude la possibilità di beneficiare della prescrizione maturata nel frattempo. È quindi fondamentale che l’impugnazione sia fondata su motivi seri e pertinenti, capaci di superare il vaglio di ammissibilità della Corte Suprema.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il reato di occultamento di documenti contabili?
Trattandosi di un reato permanente, la prescrizione inizia a decorrere non dal momento dell’occultamento, ma dalla data dell’accertamento fiscale, momento in cui la condotta illecita cessa.

Se la prescrizione matura dopo la sentenza d’appello, può essere dichiarata dalla Corte di Cassazione?
No, se il ricorso presentato alla Corte di Cassazione è ritenuto inammissibile (ad esempio, perché manifestamente infondato). L’inammissibilità del ricorso impedisce la formazione di un valido rapporto di impugnazione e, di conseguenza, preclude alla Corte la possibilità di dichiarare cause di estinzione del reato, come la prescrizione, maturate dopo la sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Cassazione?
Oltre al rigetto dell’impugnazione, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, come specificato in questa ordinanza, impedisce di far valere l’eventuale prescrizione maturata dopo la sentenza di appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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