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Prescrizione reati tributari: la Cassazione decide

Un amministratore condannato per omesso versamento IVA ricorre in Cassazione. La Corte annulla la sentenza per intervenuta prescrizione reati tributari, spiegando come il termine di 7 anni e 6 mesi fosse già scaduto prima della sentenza d’appello, nonostante le interruzioni.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reati Tributari: Quando il Tempo Annulla la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto penale: la prescrizione reati tributari. Il caso analizzato riguarda un omesso versamento di IVA, dove la Corte ha annullato la condanna perché il reato era già estinto per il decorso del tempo prima ancora che venisse emessa la sentenza d’appello. Questa decisione offre spunti cruciali sul calcolo dei termini e sulla prevalenza della prescrizione rispetto ad altre questioni legali.

I Fatti di Causa

L’amministratore di una società cooperativa agricola era stato condannato sia in primo grado che in appello per il reato di omesso versamento di IVA, previsto dall’art. 10-ter del D.Lgs. 74/2000. L’omissione riguardava l’anno d’imposta 2015, con la scadenza per il versamento fissata al 27 dicembre 2016. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali: in primo luogo, l’avvenuta estinzione del reato per prescrizione e, in secondo luogo, vizi relativi all’accertamento della sua responsabilità penale.

La Decisione della Cassazione sulla Prescrizione dei Reati Tributari

La Suprema Corte, chiamata a decidere, ha dato priorità al motivo relativo alla prescrizione. Secondo l’art. 129 del codice di procedura penale, il giudice ha l’obbligo di dichiarare immediatamente le cause di non punibilità, come la prescrizione, a meno che non emerga con assoluta evidenza (ictu oculi) una causa di proscioglimento più favorevole per l’imputato. Nel caso di specie, il secondo motivo di ricorso richiedeva un’analisi complessa e non una semplice constatazione. Pertanto, i giudici hanno proceduto con la verifica dei termini prescrizionali.

Le Motivazioni: Il Calcolo della Prescrizione

La Corte ha svolto un’analisi dettagliata per determinare il corretto termine di prescrizione. Il punto di partenza è il dies commissi delicti, ovvero il 27 dicembre 2016, data ultima per il versamento dell’imposta.

1. Normativa Applicabile: I giudici hanno chiarito che le riforme successive, che hanno introdotto regimi di prescrizione meno favorevoli, non potevano essere applicate retroattivamente, poiché il reato era stato commesso prima della loro entrata in vigore.

2. Calcolo del Termine: Per il reato in questione, il termine di prescrizione ordinario è di 6 anni. A questo si aggiunge un aumento di un quarto (pari a 1 anno e 6 mesi) per la presenza di atti interruttivi, portando il termine massimo a 7 anni e 6 mesi.

3. Scadenza: Partendo dal 27 dicembre 2016, il termine massimo di prescrizione di 7 anni e 6 mesi è spirato il 27 giugno 2024.

4. Confronto con le Date Processuali: La sentenza della Corte di Appello era stata emessa il 12 settembre 2024, quindi quasi tre mesi dopo l’estinzione del reato. Anche considerando la sospensione dei termini di 64 giorni dovuta all’emergenza Covid-19, la data di estinzione si sarebbe spostata al 30 agosto 2024, comunque prima della sentenza d’appello.

Conclusioni

La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio, dichiarando il reato estinto per prescrizione. La decisione sottolinea l’importanza cruciale del principio del tempus commissi delicti (il tempo in cui il reato è stato commesso) per individuare la normativa applicabile in materia di prescrizione reati tributari. Ribadisce inoltre l’obbligo per il giudice di rilevare d’ufficio, in ogni stato e grado del processo, l’avvenuta estinzione del reato, a meno che non sussistano evidenti cause di proscioglimento nel merito più favorevoli per l’imputato. Questo caso serve da monito sulla necessità di una gestione tempestiva dei procedimenti penali, specialmente quelli relativi a materie complesse come i reati fiscali.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per il reato di omesso versamento IVA?
La prescrizione inizia a decorrere dal ‘dies commissi delicti’, che corrisponde alla data di scadenza del termine ultimo previsto per il versamento dell’imposta dovuta. Nel caso di specie, era il 27 dicembre 2016.

La sospensione dei termini per l’emergenza Covid-19 ha influito sulla decisione in questo caso?
No, non ha influito in modo decisivo. La Corte ha calcolato che, anche aggiungendo i 64 giorni di sospensione previsti dalla normativa emergenziale, il reato si sarebbe comunque estinto il 30 agosto 2024, data anteriore a quella della sentenza di appello (12 settembre 2024).

Perché la Cassazione ha esaminato la prescrizione prima degli altri motivi di ricorso?
Perché l’articolo 129 del codice di procedura penale impone al giudice di dichiarare immediatamente l’esistenza di una causa di estinzione del reato, come la prescrizione. L’esame di altri motivi, potenzialmente più favorevoli all’imputato, avviene solo se la loro fondatezza emerge ‘ictu oculi’, cioè con assoluta evidenza e senza necessità di un’analisi complessa, condizione che non si verificava in questo caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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