LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prescrizione reati: la Legge Orlando e le nuove regole

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, confermando la corretta applicazione delle nuove norme sulla prescrizione dei reati introdotte dalla Legge n. 103/2017 (Riforma Orlando). La sentenza chiarisce che la sospensione della prescrizione dopo la condanna di primo grado si applica solo ai reati commessi dopo l’entrata in vigore della legge, distinguendo così il trattamento dei fatti criminosi avvenuti prima e dopo tale data.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reati: Come la Riforma Orlando Cambia le Regole del Gioco

La prescrizione reati è un istituto fondamentale del nostro ordinamento penale, ma le sue regole sono state oggetto di importanti modifiche negli ultimi anni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 3695/2024) offre un chiarimento cruciale sull’applicazione della cosiddetta ‘Riforma Orlando’ (Legge n. 103/2017), spiegando come le nuove norme sulla sospensione della prescrizione influenzino i processi in corso. Analizziamo insieme questo caso per capire le implicazioni pratiche di questa importante riforma.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un individuo condannato per la violazione ripetuta di un foglio di via obbligatorio, un reato previsto dal D.Lgs. 159/2011. Le violazioni si erano protratte per un lungo periodo, a cavallo dell’entrata in vigore della Legge n. 103/2017, avvenuta il 3 agosto 2017.

La Corte di Appello di Bologna, in parziale riforma della sentenza di primo grado, aveva dichiarato estinti per prescrizione solo i reati commessi prima di tale data. Per gli episodi successivi, invece, aveva rideterminato la pena, ritenendo che il termine di prescrizione non fosse ancora maturato. La difesa dell’imputato ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che anche le violazioni più recenti avrebbero dovuto essere considerate prescritte al momento della sentenza d’appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la decisione della Corte di Appello. La motivazione di questa scelta risiede nella corretta interpretazione e applicazione delle nuove disposizioni sulla prescrizione reati.

Le Motivazioni: L’impatto della Legge Orlando sulla prescrizione dei reati

Il punto centrale della sentenza è l’impatto della Legge n. 103/2017. Questa riforma ha introdotto una specifica causa di sospensione del corso della prescrizione: dopo la sentenza di condanna in primo grado, il termine viene sospeso per un periodo massimo di diciotto mesi, valido per tutta la durata del giudizio di appello.

La Corte di Cassazione ha chiarito un principio fondamentale: questa nuova regola si applica solo ai reati commessi a partire dal giorno della sua entrata in vigore (3 agosto 2017). Di conseguenza, la Corte d’Appello ha agito correttamente nel dividere il comportamento dell’imputato in due periodi:

1. Reati commessi prima del 3 agosto 2017: Per questi episodi, si applicano le vecchie regole, senza la sospensione introdotta dalla Riforma Orlando. Pertanto, la prescrizione era regolarmente maturata.
2. Reati commessi dopo il 3 agosto 2017: Per queste violazioni, al calcolo del termine ordinario di prescrizione bisogna aggiungere il periodo di sospensione di diciotto mesi. Questo ‘tempo extra’ ha impedito che la prescrizione maturasse prima della pronuncia della sentenza d’appello.

La decisione della Cassazione ribadisce quindi che il nuovo e più severo regime di sospensione della prescrizione non ha effetto retroattivo e si applica solo ai fatti commessi sotto la vigenza della nuova legge.

Conclusioni

Questa sentenza consolida un importante principio interpretativo sulla Riforma Orlando. In pratica, per tutti i reati commessi a partire dal 3 agosto 2017, i tempi per arrivare alla prescrizione si allungano a seguito di una condanna in primo grado. Questo significa che la sospensione del processo per il giudizio d’appello ‘congela’ il decorso del tempo per un massimo di un anno e mezzo, rendendo più probabile che si giunga a una sentenza definitiva prima che il reato si estingua. La decisione della Corte di Appello è stata ritenuta immune da vizi, portando alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso e alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Perché alcuni reati sono stati dichiarati prescritti e altri no?
La distinzione dipende dalla data di commissione. I reati commessi prima del 3 agosto 2017 seguono le vecchie regole sulla prescrizione. Quelli commessi dopo tale data sono soggetti alle nuove norme introdotte dalla Legge n. 103/2017, che prevedono una sospensione del termine di prescrizione dopo la condanna di primo grado.

Quale modifica principale ha introdotto la Legge n. 103/2017 sulla prescrizione?
Ha introdotto una causa di sospensione del corso della prescrizione per un periodo di diciotto mesi a seguito della sentenza di condanna in primo grado, per la durata del giudizio di appello. Questo, di fatto, allunga i tempi necessari perché un reato si estingua.

Qual è stato l’esito finale del ricorso in Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha ritenuto che i giudici d’appello avessero applicato correttamente la legge, calcolando la sospensione della prescrizione solo per i reati commessi dopo l’entrata in vigore della riforma. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati