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Prescrizione reati: Cassazione annulla la condanna

Un imputato ha impugnato in Cassazione una sentenza di condanna per reati edilizi e altre violazioni. La Suprema Corte ha respinto i motivi relativi alla valutazione delle prove e alla congruità della pena, ma ha accolto quello sulla prescrizione reati per la sola contravvenzione edilizia. Questa sentenza evidenzia come i termini di prescrizione varino in base alla tipologia di reato, portando a un annullamento parziale della sentenza e a un ricalcolo della pena finale.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reati: Analisi della Sentenza della Cassazione

La recente sentenza n. 45585/2024 della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sul tema della prescrizione reati e sui limiti del sindacato di legittimità in materia di valutazione della prova e determinazione della pena. Il caso riguarda un imputato condannato per una serie di reati, tra cui una contravvenzione edilizia, che ha visto la sua pena ridotta proprio grazie all’applicazione corretta dei termini prescrizionali. Analizziamo insieme la vicenda e i principi di diritto affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti del Caso e i Motivi del Ricorso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza della Corte di Appello che, in parziale riforma della decisione di primo grado, aveva rideterminato la pena inflitta a un imputato per i reati di cui agli artt. 633-639 e 349 del codice penale, nonché per la contravvenzione prevista dall’art. 44 del d.P.R. 380/2001 (Testo Unico dell’Edilizia).

L’imputato ha proposto ricorso per cassazione affidandosi a tre motivi principali:
1. Errata valutazione della prova: Si lamentava una presunta violazione dell’art. 192 cod. proc. pen., sostenendo che la Corte di Appello non avesse risposto adeguatamente alle censure mosse e avesse fondato la condanna su una valutazione errata delle prove, senza una motivazione adeguata.
2. Mancata dichiarazione della prescrizione: Si deduceva che i reati fossero ormai estinti per il decorso del tempo.
3. Vizio di motivazione sulla pena: Si contestava la pena inflitta, ritenuta sproporzionata sia nella sua base che negli aumenti per la continuazione.

L’Analisi della Corte di Cassazione: Tra Inammissibilità e Fondatezza Parziale

La Corte Suprema ha esaminato i tre motivi con esiti differenti, fornendo chiarimenti su aspetti cruciali del processo penale.

Il Motivo sulla Valutazione della Prova: Inammissibile per Genericità

Il primo motivo è stato dichiarato inammissibile. La Cassazione ha ribadito un principio consolidato: non è sufficiente elencare principi giurisprudenziali astratti. Il ricorrente deve confrontarsi specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, dimostrando dove e come il giudice di merito abbia sbagliato. In assenza di un aggancio concreto al caso specifico, il motivo risulta generico e, quindi, inammissibile.

La Determinazione della Pena e la corretta applicazione della prescrizione reati

Anche il terzo motivo, relativo alla presunta sproporzione della pena, è stato giudicato infondato. La Corte ha ricordato che la determinazione della pena rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale deve motivare la sua scelta sulla base dei criteri dell’art. 133 cod. pen. (gravità del reato, capacità a delinquere). Un controllo in sede di Cassazione è possibile solo se la decisione è palesemente illogica o arbitraria, circostanza non riscontrata nel caso di specie, dove la pena base era stata fissata ben al di sotto della media edittale.

La Questione della Prescrizione Reati: Il Cuore della Decisione

Il secondo motivo è stato, invece, parzialmente accolto. La Corte ha operato una distinzione fondamentale:
* Per i delitti (artt. 633-639 e 349 c.p.), il termine di prescrizione massimo era di sette anni e sei mesi, non ancora decorso al momento della decisione.
* Per la contravvenzione edilizia (art. 44 d.P.R. 380/2001), il termine massimo di prescrizione era di cinque anni. Essendo il reato stato commesso il 10 ottobre 2018, la prescrizione era maturata il 10 ottobre 2023, ovvero prima della pronuncia della sentenza d’appello.

Questa distinzione è stata decisiva e ha portato all’accoglimento parziale del ricorso.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base di una puntuale applicazione delle norme sulla prescrizione reati. Ha evidenziato come i termini prescrizionali differiscano a seconda che si tratti di un delitto o di una contravvenzione. Per la contravvenzione edilizia, il tempo necessario a prescrivere era già trascorso al momento del giudizio d’appello, imponendo quindi l’annullamento della relativa condanna.

Per effetto di questo annullamento, la Corte, avvalendosi dei poteri conferitigli dall’art. 620, comma 1, lettera l), cod. proc. pen., ha proceduto direttamente a rideterminare la pena per i reati residui. Ha eliminato l’aumento di pena che era stato applicato per la contravvenzione prescritta, ricalcolando la sanzione finale a carico dell’imputato.

Le Conclusioni

La sentenza in esame ribadisce alcuni concetti fondamentali. In primo luogo, la precisione nel calcolo dei termini di prescrizione è essenziale e può determinare l’esito di un processo. In secondo luogo, il ricorso per cassazione non è una terza istanza di giudizio sui fatti; le censure sulla valutazione delle prove o sulla congruità della pena sono ammissibili solo entro i limiti ristretti del vizio di motivazione logica e giuridica. Infine, la decisione dimostra il potere della Cassazione di annullare parzialmente una sentenza e ricalcolare direttamente la pena, garantendo una definizione più rapida del procedimento quando non sono necessari ulteriori accertamenti di fatto.

Perché il ricorso sulla prescrizione dei reati è stato accolto solo in parte?
Perché i reati contestati avevano termini di prescrizione diversi. Per i delitti, il termine di sette anni e sei mesi non era ancora scaduto, mentre per la contravvenzione edilizia il termine massimo di cinque anni era già trascorso prima della sentenza di appello.

Quando è possibile contestare in Cassazione la misura della pena decisa dal giudice?
È possibile contestarla solo quando la determinazione della pena è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico. Non è sufficiente ritenere la pena semplicemente ‘troppo alta’, poiché la sua quantificazione rientra nel potere discrezionale del giudice di merito.

Cosa succede quando la Cassazione annulla una sentenza per prescrizione di un solo reato tra più contestati?
La Corte annulla la sentenza limitatamente al reato prescritto, dichiara inammissibile o rigetta il ricorso per le altre imputazioni e, come in questo caso, può ricalcolare direttamente la pena finale, eliminando l’aumento che era stato applicato per il reato ormai estinto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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