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Prescrizione reati ambientali: la guida della Cassazione

Un ricorso per trasporto illecito di rifiuti è stato dichiarato inammissibile. La Cassazione ha respinto la tesi della prescrizione del reato ambientale, chiarendo che, per i fatti del 2018, si applica la riforma Orlando. La prescrizione maturerà a fine 2025.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Prescrizione Reati Ambientali: La Cassazione Fa Chiarezza sulla Riforma Orlando

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante chiave di lettura sulla prescrizione reati ambientali, in particolare per quelli commessi sotto la vigenza della cosiddetta ‘riforma Orlando’. Analizziamo un caso pratico di trasporto illecito di rifiuti per comprendere come le norme sulla sospensione della prescrizione influenzano la durata dei processi.

I Fatti del Caso: Trasporto Illecito di Rifiuti Speciali

Il caso ha origine dalla condanna di un soggetto per il reato previsto dall’art. 256 del Testo Unico Ambientale. L’imputato era stato giudicato colpevole sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello per aver trasportato rifiuti speciali senza le dovute autorizzazioni a bordo di un motocarro. La condanna inflitta era di sette mesi di arresto e 3.000 euro di ammenda. L’episodio delittuoso era stato accertato nell’agosto del 2018.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Contro la sentenza di secondo grado, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione basandosi su due principali motivi:
1. Errata valutazione delle prove: Si contestava la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito, sostenendo che le prove non dimostrassero la colpevolezza dell’imputato.
2. Avvenuta prescrizione del reato: Si sosteneva che fosse trascorso il tempo massimo previsto dalla legge per poter perseguire il reato, chiedendone quindi la declaratoria di estinzione.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile e la Prescrizione dei Reati Ambientali

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le doglianze. Sul primo punto, ha ribadito un principio fondamentale: la Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Ciò significa che non può riesaminare le prove, ma solo verificare la corretta applicazione della legge da parte dei giudici precedenti. Nel caso di specie, la ricostruzione dei fatti era stata ritenuta logica e ben motivata.

La parte più interessante della decisione riguarda il secondo motivo, relativo alla prescrizione reati ambientali. La Corte ha stabilito che il reato non era affatto prescritto, fornendo un chiarimento cruciale sull’applicazione della Legge n. 103/2017 (riforma Orlando).

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte si sono concentrate sull’analisi del regime prescrizionale applicabile ai reati commessi tra il 3 agosto 2017 e il 31 dicembre 2019. Richiamando una recentissima sentenza delle Sezioni Unite, i giudici hanno chiarito che la disciplina sulla sospensione del corso della prescrizione, introdotta dall’art. 159 del codice penale come modificato dalla riforma Orlando, si applica a tutti i reati commessi in quel lasso temporale.

Questa disciplina non è stata abrogata con effetto retroattivo dalle leggi successive (la n. 3/2019 e la n. 134/2021). Di conseguenza, per il reato contravvenzionale in esame, commesso il 27 agosto 2018, il termine di prescrizione non era ancora maturato. La Corte ha calcolato con precisione che la prescrizione maturerà solo il 12 novembre 2025. Pertanto, la richiesta della difesa è stata giudicata palesemente infondata.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza. Stabilisce con certezza che per i reati commessi nel periodo di vigenza della riforma Orlando, il calcolo della prescrizione deve tenere conto delle specifiche cause di sospensione introdotte in quella fase. Ciò comporta un allungamento dei tempi necessari per l’estinzione del reato, garantendo una maggiore efficacia dell’azione penale, soprattutto in materie complesse come quella dei reati ambientali. Per gli operatori del diritto e i cittadini, ciò significa che le conseguenze di un illecito commesso in quel periodo possono estendersi per un tempo più lungo di quanto si potesse prevedere prima di questo chiarimento delle Sezioni Unite.

Quando si prescrive un reato ambientale commesso nel 2018?
Sulla base di questa ordinanza, un reato contravvenzionale come il trasporto illecito di rifiuti, commesso nell’agosto 2018, si prescrive il 12 novembre 2025. Questo perché si applicano le norme sulla sospensione della prescrizione introdotte dalla Legge n. 103/2017 (c.d. riforma Orlando).

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove di un processo?
No, la Corte di Cassazione agisce come ‘giudice di legittimità’ e non può effettuare una nuova valutazione dei fatti o delle prove. Il suo compito è verificare che la legge sia stata applicata correttamente dai tribunali di grado inferiore. Tentare di ottenere un riesame nel merito porta a una dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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